Politica

CHI TESSERE IL CONGRESSO

di Edoardo Sirignano -

STEFANO BONACCINI POLITICO PAOLA DE MICHELI POLITICO ELLY SCHLEIN POLITICO ©imagoeconomica


Se Schlein è avanti nella città, Bonaccini la spunta dove qualcosa non va. È la fotografia dei primi dati diffusi sul congresso, che pur non significando nulla, fanno intendere cosa sta succedendo, nelle ultime ore, nel mondo dem.

La coincidenza

Mentre Elly si impone nei grandi centri, laddove i controlli sono rigidi e le regole ferree, “Stefanone” è avanti proprio in quei circoli protagonisti del tesseramento gonfiato. A Caserta e nelle località della Calabria, finite nelle cronache per le iscrizioni false, il governatore dell’Emilia, guarda caso, fa il botto. Nella provincia della Reggia si parla di 3mila tessere annnullate su 4mila. Ecco perché le parole della Picierno, che banalizza parlando di “casi isolati” devono avviare più di una semplice riflessione. Stiamo parlando, infatti, di sezioni quasi telecomandate dai vari colonnelli di zona. Nella cosiddetta terra di lavoro, non si muove una foglia senza passare per i vari Marino, forte della riconfermata fascia tricolore, Graziano, blindato in Parlamento a suon di preferenze e Oliviero, presidente dell’assise di Palazzo Santa Lucia. Una cosa è certa, si è riusciti a fare peggio dei cinesi in fila a Napoli qualche anno fa. Stesso discorso vale per la Locride, Cosenza o per tutte quelle sezioni dove la partita magicamente è finita prima di iniziare. Un modus operandi chiaro anche ai non addetti ai lavori. Quando stringi un patto con De Luca ed Emiliano, come puoi aspettarti qualcosa di diverso, soprattutto se c’è in gioco un posto per il figliolo in cerca di una poltrona o è in corso una vera e propria operazione di “riciclo” politico? Nessuno vuole neanche insinuare che abbiano barato, ma è chiaro che in quelle realtà, dove prevale la logica di favorire l’amico di…, possa generarsi una prateria per i “furbetti” della cosa pubblica. Sindaci, consiglieri e apparati vari, soprattutto al Sud, basta guardare la mappa dei sostenitori di Bonaccini, sono da una sola parte. Non è una sorpresa che la Coop del designato vinca tra gli eredi del vecchio Pci del Sud, legati a lacci e lacciuoli e non invece dove a fare la parte del padrone sono quei cittadini liberi, stanchi di portare l’acqua al mulino. Possiamo tranquillamene dire che il modello delle “regioni rosse” negli ultimi anni sia stato esportato nel Mezzogiorno, mentre sia rimasto solo in qualche roccaforte del Centro. Il caso di Bologna vale più di mille parole. Nella città, guidata da Matteo Lepore, tra i primi sponsor di Elly, ad esempio, si arriva a un pareggio. Qui alla vigilia non doveva esserci storia per l’ex sardina. È accaduto, invece, il contrario. L’uomo in Ray Ban rimonta e addirittura pareggia. L’anomalia, però, è che stiamo parlando delle stesse sezioni finite nel mirino per le tessere bianche. Il giallo, pertanto, monta e sembra assumere un solo significato: dove a manovrare i fili sono i medesimi padroni dei circoli succede qualcosa.

Il vento rosso del Nord

Non c’è da meravigliarsi, al contrario, che, invece, dove tutto va avanti in un quadro di quasi normalità stia qualche punto avanti Schlein. A Milano, ad esempio, dove non è ammesso sbagliare, sembra non esserci partita per la paladina del mondo Lgbt. Stesso discorso vale per Torino. In questo caso, non c’è Fassino che tenga. In generale, nel laboratorio politico del Paese si respira aria nuova. Sembra soffiare una sorta di vento del Nord, diverso da quello leghista.

Il disimpegno di Matteo

A maggior ragione, se non c’è un Renzi che tira più di tanto a ostacolarlo. Se qualcuno si aspettava che il giglio fiorentino aiutasse l’ex sostenitore così non è stato. Il padre lascia i figli soli nella propria battaglia. Neanche gli ultimi appelli di Stefano verso Calenda sembrano fargli cambiare idea. Al contrario, Articolo 1, il Pd della falce e martello non induge, anzi si ricompatta. A parte Franceschini, più defilato del previsto, l’esercito, costruito da Boccia e Bettini, per Elly aggrega poca ex Dc. I balenieri o peggio ancora gli squali della grande cosa bianca vanno sotto braccio ai padroni delle truppe cammellate.

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