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Ciampino, scalo fermo 5 ore per un incendio: gli interrogativi non chiariti sullo strano episodio

di Giorgio Brescia -


L’aeroporto di Ciampino è stato teatro di un incendio doloso divampato nei locali tecnici alla base della torre di controllo, causando la temporanea sospensione di decolli e atterraggi. Un episodio che ha causato allarme nello scalo e che non è sfuggito anche all’attenzione del vicepremier Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, che ha auspicato un completo chiarimento circa quanto avvenuto, mettendolo in relazione alla denuncia di sabotaggi fatta da Ferrovie dello Stato circa l’anomalia della catena di guasti collegata, in talune circostanze, alla lunga serie di disagi e ritardi dei treni sulla rete gestita dal Gruppo.

Il personale in servizio è stato evacuato a causa del fumo propagatosi dopo l’innesco delle fiamme intorno alle 7 del mattino, ma l’Enav ha confermato che non ci sono stati danni alle apparecchiature fondamentali per la gestione del traffico aereo. Il presunto responsabile, un cittadino georgiano di 36 anni, è stato arrestato sul posto dalle forze dell’ordine.

Uno scalo rimasto bloccato per 5 ore- alle 13.40 la ripresa -, le circostanze complete dell’avvenimento ancora al vaglio degli inquirenti anche se da subito è stata diffusa una versione secondo la quale il 36enne di origini georgiane, senza fissa dimora e arrivato in Italia pochi giorni fa, non ancora noto o schedato dalle forze dell’ordine, avrebbe seguito un controllore di volo in un’area libera mentre quest’ultimo stava per prendere servizio. Una volta vicino all’ingresso della torre, l’aggressore avrebbe spintonato il dipendente riuscendo a entrare nei locali al piano terra e a dare fuoco a suppellettili, arredi e attrezzature informatiche prima dell’intervento degli agenti della polaria allertati dal controllore di volo che era stato spintonato.

Tuttora non chiariti nemmeno i motivi della condotta dell’uomo per il quale non si conoscono nemmeno sue eventuali patologie psichiche.

Un episodio – non solo perché non chiarito completamente – che genera sconcerto per la facilità con la quale sia consentito, senza alcun tipo di sorveglianza e controllo preventivi, l’avvicinamento di chicchessia ad una infrastruttura delicata e strategica come una torre di controllo del traffico aereo di uno dei due scali della Capitale, spesso frequentato e utilizzato anche per i voli di Stato.


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