Salute

Cicatrici da ustioni di III grado sull’80% del corpo: lo studio su Maria Antonietta Rositani

di Nicola Santini -


Nuove speranze per i pazienti grandi ustionati: è stato pubblicato lo studio su Maria Antonietta Rositani, bruciata dall’ex marito, che dimostra la rigenerazione dei tessuti e la ripresa funzionale
Per la prima volta nella storia della medicina è stata documentata la rigenerazione del tessuto cutaneo con ustioni di III grado sull’80% del corpo. È stato infatti pubblicato sulla rivista specialistica Bioengeneering lo studio condotto su Maria Antonietta Rositani, la donna calabrese scampata al tentativo di omicidio da parte dell’ex marito che nel 2019 provò a ucciderla dandole fuoco. Rositani presentava ustioni diffuse sugli arti inferiori, con fibrosi estese, rilevanti e profonde che le rendevano difficile il movimento delle gambe e che determinavano un rapido affaticamento e indolenzimento anche semplicemente stando in piedi. Una condizione che era destinata a peggiorare.
A cambiare le sorti di Maria Antonietta Rositani il progetto RigeneraDerma che offre cure pro bono con metodologia Biodermogenesi per le cicatrici delle donne vittime di violenza di genere e delle persone economicamente svantaggiate. Grazie alle capacità umane e professionali di Salvatore Marafioti, senologo, chirurgo generale ed estetico e primo firmatario dello studio, che ha erogato le terapie gratuitamente, è stata registrata la rigenerazione tissutale e strutturale, ma anche la ripresa della mobilità della paziente.

I risultati dello studio su Maria Antonietta Rositani

Maria Antonietta Rositani è stata trattata con la metodologia Biodermogenesi, che eroga tre tipi di stimolazioni: vacuum, campi elettromagnetici ed elettroporazione. A questo è stato associato un programma nutrizionale personalizzato, necessario per favorire il dimagrimento e preservare la struttura indebolita. A distanza di 6 mesi, è parsa evidente la rigenerazione dei tessuti, con neoangiogenesi, la ricomparsa del reticolo venoso superficiale. Altro dato eclatante, la ricrescita dei peli sul tessuto ustionato, un risultato mai registrato prima in letteratura medica. Si sono osservate, inoltre, la ricomparsa della sudorazione e la riconquista della sensibilità superficiale cutanea. La sua mobilità è migliorata e ha smesso di usare il deambulatore, tanto che ha raccontato commossa: «Ora inseguo felice la mia nipotina».

Il progetto RigeneraDerma

Ogni anno, nei soli Paesi sviluppati, si registrano circa 100 milioni di persone con nuove cicatrici. Ciascuna porta con sé un trauma psicologico e relazionale che determina ansia e la convinzione di non poter avere una vita sociale normale. Per supportare le vittime, nasce RigenerDerma, un progetto che ha come obiettivo curare 500 persone sane gravate da cicatrici, che altrimenti non potrebbero sostenere economicamente tale terapia. Il progetto impiega la metodologia Biodermogenesi e coinvolge l’Università di Verona con l’obiettivo di ridare alle persone la propria immagine e quindi la propria qualità della vita. «È mia convinzione che la vera nobiltà della medicina consista nel migliorare la qualità della vita delle persone. Quello che viene fatto in tal senso assume un valore profondo con uno scambio reciproco tra professionisti, ricercatori e medici, da un lato e pazienti dall’altro», conclude Maurizio Busoni, Ricercatore, Docente presso il Master di Medicina Estetica dell’Università di Camerino e dell’Università di Barcellona, Responsabile del Progetto RigeneraDerma, tra i firmatari dello studio.


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