Cicciolina contro il taglio dei vitalizi: “Chiedo 10 milioni”
Ilona Staller, più conosciuta come Cicciolina torna alla ribalta con una nuova battaglia legale.
Ilona Staller, meglio conosciuta dal grande pubblico come Cicciolina, torna a far parlare di sé, stavolta non per la sua vita artistica o sentimentale, ma per una battaglia legale che la vede contrapposta alla Camera dei deputati. L’ex parlamentare radicale ha avviato un ricorso per chiedere un risarcimento da 10 milioni di euro a seguito del taglio del suo vitalizio, deciso dalla riforma del 2018.
Nel 1987, Staller fu eletta alla Camera con il Partito Radicale, diventando uno dei volti più noti e discussi della legislatura. Come molti ex onorevoli, percepiva un vitalizio secondo il vecchio sistema retributivo, abolito ufficialmente con la delibera dell’allora presidente della Camera Roberto Fico. Quella decisione, che ha tagliato l’assegno mensile di centinaia di ex parlamentari, viene oggi contestata da oltre 1.300 ex deputati e senatori.
La Corte d’Appello interna alla Camera sta esaminando i ricorsi con attenzione. Il principio contestato è quello della tutela dell’affidamento, secondo cui nessuna norma può ledere diritti consolidati nel tempo. Ed è proprio su questa base che Ilona Staller fonda la sua richiesta: a suo dire, la perdita del vitalizio l’ha posta in gravi difficoltà economiche. «Con appena mille euro al mese – ha dichiarato – non riesco a vivere. Avevo fatto affidamento su quella rendita, anche per far fronte a un mutuo».
Tuttavia, ciò che rende il caso Cicciolina diverso dagli altri è il risvolto umanitario che ha voluto imprimere alla sua causa. L’ex attrice ha infatti dichiarato pubblicamente che, qualora il suo ricorso venisse accolto e le venissero riconosciuti i 10 milioni di euro, la somma verrà interamente devoluta in beneficenza agli ospedali italiani. Una promessa che ha spiazzato molti critici e acceso il dibattito sulla legittimità – etica e legale – dei vitalizi.
Secondo il suo avvocato, Luca Di Carlo, il caso non è mosso da motivi egoistici, ma da una battaglia di principio: «Non chiediamo privilegi, ma il rispetto di una legge che era in vigore. E se arriverà un risarcimento, sarà la sanità a beneficiarne».
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