Esteri

Cina, la parata della discordia e le polemiche

Non manca chi evidenzia l'importanza strategica delle relazioni con il gigante asiatico

di Ernesto Ferrante -


Il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo nordcoreano Kim Jong-un hanno avuto un incontro bilaterale a Pechino, all’indomani della parata militare per la commemorazione dell’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Il “Dragone” ha difeso la sua decisione di invitare alla cerimonia il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un, respingendo le accuse di cospirazione contro gli Stati Uniti mosse da Donald Trump. “Lo sviluppo delle relazioni diplomatiche della Cina con qualsiasi altro Paese non è mai diretto contro una terza parte”, ha affermato Guo.

Quella dei leader presenti in Cina è “un’immagine alternativa all’Occidente”, secondo il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Il capo della Farnesina si è poi soffermato sulla partecipazione alla manifestazione a Piazza Tienanmen dell’ex premier Massimo D’Alema, presidente della società DL & M Advisor che opera nel settore delle relazioni strategiche tra Europa e Asia: “Sono stupefatto dal fatto che un ex presidente del Consiglio, che si dice essere europeista ed è legato a forze politiche, un giorno parli di Europa e poi si schieri dalla parte di coloro che vanno contro l’Europa. Ma ognuno nella vita fa le scelte che vuole. A sinistra c’è chi fa scelte politiche che mi lasciano perplesso, io sto dalla parte dell’Europa”.

A favore del dialogo con il gigante asiatico si è schierato, invece, il presidente della Camera di commercio italiana in Cina Lorenzo Riccardi. Raggiunto telefonicamente da Adnkronos/Labitalia a Shangai, Riccardi ha detto che il Paese di Xi Jinping “non solo è imprescindibile dal punto di vista economico per le nostre aziende, ma ha un valore rilevante nelle relazioni internazionali, nella geopolitica, in una serie di temi per cui in futuro ogni regione del mondo, non solo il Sud ma anche il Nord, deve guardare con maggiore interesse e attenzione a Pechino”.

Per il presidente della Camera di Commercio in terra cinese, “l’Europa deve guardare sempre più alla rilevanza del mercato cinese, perché è passato negli ultimi 20 anni dal 4% del valore dell’economia globale al 19% del Pil globale, equiparandosi quindi all’Unione Europea e cambiando in modo radicale il proprio valore”. Lorenzo Riccardi ha sottolineato infine il numero “di missioni ufficiali dall’Italia verso la Cina che non si era mai visto” da quando è in carica il governo Meloni.


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