Attualità

Dazi e computer, così la Cina rilancia la sfida agli Usa

di Giovanni Vasso -


La tensione con gli Usa si sarà anche raffreddata ma la Cina non se ne sta con le mani in mano. E rilancia. Due notizie, una più importante dell’altra, arrivano dalla Terra del Dragone. La prima riguarda la decisione, da parte del governo di Xi, di imporre dazi, fino al 75% sulla plastica prodotta negli Stati Uniti, in Europa, Giappone e Taiwan. Il guaio, stando a quanto deciso dal Ministero del Commercio cinese dopo un’indagine anti-dumping, è che il materiale che da ieri è stato sottoposto alle tariffe, ossia il copolimero di poliformaldeide, viene utilizzato nell’automotive che, in Cina, sta già languendo, almeno quello europeo, e non poco dopo lo scontro frontale tra Pechino e Bruxelles. Ma non è tutto. Perché Huawei ha annunciato di aver prodotto i suoi primi laptop dotati di sistema operativo autonomo. Un progetto in piedi da cinque anni, partito praticamente da zero, dal kernel e per il quale è stato necessario l’impegno di 10mila ingegneri e di venti istituti di ricerca che, però, hanno fruttato oltre 2.700 brevetti. Il sistema, riferiscono da Huawei, è capace di sostenere le attività di mille app, numero che entro l’anno sarà raddoppiato. Le potenzialità sembrano importanti dal momento che può aprire file pesanti fino a un gigabyte in un solo secondo. Ma il vero obiettivo di HarmonyOs, il sistema con l’Ai integrata di Huawei, è quello di svincolare la Cina e le sue aziende dal primato digitale degli Usa. Per Washington, e per la Silicon Valley in generale, non è una buona notizia.


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