Economia

Cingolani: “Crisi energetica, abbiamo un piano alternativo”

di Alessio Gallicola -


La crisi energetica bussa prepotentemente alla porta dell’Italia e il Ministro Cingolani fa sentire la sua voce, rassicurante fino ad un certo punto: “In caso di crisi globale dei fornitori di gas – dice il capo del Dicastero della Transizione Ecologica – potremmo essere danneggiati ma abbiamo piani alternativi”.

Con un sistema di approvvigionamento energetico basato soprattutto sull’importazione di gas, ben il 95% di quello consumato, l’Italia è notoriamente uno dei Paesi più esposti ai venti di crisi che soffiano sull’Europa. Per questo la dichiarazione del Ministro sulla presenza di piani alternativi è seguita da una postilla molto meno rassicurante. “Speriamo che non siano necessari” chiosa Cingolani, assicurando che il governo sta monitorando la situazione geopolitica, che però viene rappresentata come “una cosa in rapido movimento, minuto dopo minuto, per cui è difficile prevedere cosa succederà domani”.

Due i profili esaminati dal Ministro per la ricerca di soluzioni alla crisi energetica, uno internazionale e l’altro tutto interno al nostro Paese. Forte il richiamo all’Europa, che dovrebbe mettere in campo una strategia comune per affrontare l’emergenza. “Penso – dice – che livello europeo si debba discutere di acquisti comuni e altre misure per mitigare il costo globale del gas”. Anche perché il futuro, anche prossimo, presenta più di un allarme. “Circa 800 miliardi di metri cubi di metano – annuncia il Ministro – nel prossimo decennio saranno consegnati all’Est del pianeta per l’uscita dal carbone e questo renderà la situazione ancora più complessa per il gas”.

Allo stesso tempo è necessario intervenire internamente modificando la strategia che ha improntato la formazione dei costi dell’elettricità nel nostro Paese. “Dobbiamo rianalizzare – riflette Cingolani – il modo in cui sono stati formati finora i prezzi dell’elettricità. Non penso che l’elettricità debba più essere legata al costo del gas. Forse in passato era utile per accelerare le rinnovabili, non lo è più ora”.

L’ultimo richiamo allo sviluppo delle rinnovabili sembra fatto apposta per alimentare il confronto tra il ministro e gli ambientalisti, inaspritosi ulteriormente negli ultimi tempi in seguito al richiamo del rappresentante del Dicastero della Transizione Ecologica su una ripresa dello sviluppo del nucleare, argomento divisivo per eccellenza.


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