Circo Massimo, se il rischio sono gli eventi
Il palco del concertone di Capodanno è soltanto un lontano ricordo, ma il Circo Massimo è nuovamente pronto per poter ospitare, nei mesi estivi, un ricco programma di eventi. A farla da padrone saranno i concerti, con centinaia di migliaia di persone che canteranno, balleranno e salteranno all’ombra dell’Aventino. Ed è proprio dal Colle che arriva un grido di allarme. E non è il primo. A lanciarlo è l’associazione “Amici dell’Aventino” che, con un esposto – il secondo, dopo quello presentato a ottobre 2022 – sollecita le autorità ad intervenire in merito ai “rischi al patrimonio archeologico monumentale e privato del Colle Aventino in occasione dei grandi eventi al Circo Massimo”. E dietro a tutto ciò non ci sono “solamente” i disagi dovuti al grande afflusso di persone – che come descritto nell’esposto si traducono in ammasso di rifiuti, chiusure di strade con conseguente deviazione dei percorsi dei mezzi pubblici, traffico e interdizione ai parcheggi e al transito per i residenti in zona – ma anche disagi e criticità strettamente legate al territorio. Perché l’Aventino e l’area del Circo Massimo, oltre ad essere zona Unesco sottoposta a vincolo, sono caratterizzati da importanti criticità idro-geomorfologiche. E proprio per questo motivo, dopo l’esposto del 2022, rappresentanti dell’Associazione “Amici dell’Aventino” avevano incontrato in Campidoglio nel dicembre 2023 l’assessore capitolino ai Grandi Eventi Alessandro Onorato, il dottor Gianluca Ferri dell’Ufficio Rischi Geologici del Comune di Roma e il dottor Massimo Pentiricci della Sovrintendenza Capitolina. Riunione in cui si concordò l’auspicabilità di procedere con un’indagine conoscitiva degli effetti sul territorio delle vibrazioni generate dagli eventi al Circo Massimo, visti anche i cedimenti – già a conoscenza dell’ufficio Rischio Geologico del Comune – che hanno coinvolto strade e abitazioni private. Una delicatezza dell’Aventino che è stata confermata, con preoccupazione, nell’agosto del 2023, durante il famigerato concerto di Travis Scott, che fece registrare una lieve scossa di terremoto dai sismografi dell’Ingv. E non si tratta di un fatto surreale, se si pensa che, come spiegato da diversi geologi, molte cavità che si trovano al di sotto del Circo Massimo – cavità che possono attutire o amplificare le vibrazioni – non sono state censite e di conseguenza non c’è modo di prevedere il comportamento che potrebbero avere in occasione degli eventi, che sono a tutti gli effetti dei micro-terremoti. Ennesimo riscontro del possibile rischio arriva da uno studio dell’Enea e dell’Ispra del 2021, che parla di un territorio con una “certa complessità geotecnica” e di “effetti significativi sulle rovine del Circo Massimo” per cui si “raccomandano indagini sulle vibrazioni indotte durante gli eventi”. Da quella riunione, di più di un anno fa, non vi è stata nessun input ad agire e da quella indagine Enea-Ispra del 2021, nulla è stato più esaminato scientificamente. E di acqua sotto i ponti ne è passata, e di eventi sopra al Circo romano pure. L’esposto, ancora una volta, lancia l’allarme. Ancora senza riposta. È mai possibile dover sempre aspettare un disastro per provare ad intervenire?
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