Vuoi un’auto elettrica? Ritenta, sarai più fortunato!
Il plafond da 595 milioni di euro destinato agli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici è stato completamente esaurito in poco più di un giorno.
Il “click day” del PNRR ha generato oltre 55.600 voucher, saturando la piattaforma e lasciando fuori migliaia di cittadini e microimprese interessati a rinnovare il proprio parco auto. Un risultato che, se da un lato testimonia l’enorme interesse per la mobilità sostenibile, dall’altro rivela le fragilità di un sistema che premia la rapidità digitale più che il bisogno reale.
Il meccanismo adottato, basato su una finestra temporale ristretta e su una competizione informatica, ha trasformato una misura ambientale in una sfida da tastiera. Chi ha avuto accesso immediato alla piattaforma ha potuto prenotare il contributo, mentre chi ha tardato anche solo di qualche ora si è trovato escluso. Questo approccio, oltre a generare frustrazione, rischia di minare la fiducia dei cittadini nella capacità dello Stato di gestire la transizione ecologica con equità e lungimiranza.
L’Europa insegna: continuità e visione
In altri Paesi europei, il sostegno alla mobilità elettrica è stato affrontato con maggiore continuità e visione strategica. In Germania, il programma Umweltbonus ha garantito per anni incentivi stabili, integrati da contributi dei produttori. La Francia ha introdotto un sistema progressivo legato al reddito, con bonus più generosi per le famiglie a basso ISEE, e ha lanciato il leasing sociale per rendere accessibili le auto elettriche anche a chi non può permettersi l’acquisto diretto. In Norvegia, l’approccio è stato ancora più radicale: esenzioni fiscali, zero IVA, parcheggi gratuiti e corsie preferenziali hanno reso il Paese un modello globale nella diffusione dei veicoli a zero emissioni.
Questi esempi dimostrano che la transizione ecologica non può essere affidata a iniziative episodiche o a meccanismi emergenziali. Serve una politica industriale coerente, capace di integrare incentivi economici, infrastrutture di ricarica, educazione ambientale e pianificazione urbana. L’Italia potrebbe trarre ispirazione da queste esperienze, adottando un sistema più equo, accessibile e distribuito nel tempo, che non trasformi la sostenibilità in un privilegio per chi ha tempo, strumenti e competenze digitali.
Oltre il clic: serve una strategia inclusiva
Il boom di richieste dimostra che la domanda c’è, ed è forte. Ma se non viene gestita con strumenti adeguati, rischia di trasformarsi in delusione. La mobilità elettrica è una leva fondamentale per ridurre le emissioni, migliorare la qualità dell’aria e innovare il sistema produttivo. Ma per funzionare, deve essere accessibile, pianificata e sostenuta nel tempo.
Il “click day” ha acceso i riflettori su un tema cruciale. Ora serve una risposta politica all’altezza della sfida ambientale. Perché la transizione ecologica non è una gara di velocità: è un percorso collettivo, che deve includere tutti.
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