Esteri

Colloqui Ucraina-Russia in Turchia, Putin ci sarà? Si avvicina il giorno, aumentano i dubbi

di Ernesto Ferrante -


Da “Rosso Istanbul” del 2017 a “Giallo Istanbul” del 2025. L’atmosfera onirica e rarefatta di Ferzan Özpetek ha lasciato il posto allo scenario nebuloso di Recep Tayyip Erdogan, lastricato di dubbi e misteri.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che domani si recherà personalmente in Turchia in attesa della controparte. Il suo omologo russo Vladimir Putin, invece, non ha ancora confermato la sua presenza. Il capo della Casa Bianca Donald Trump, impegnato nella missione araba, ha ventilato infine l’idea di partecipare ai colloqui, ma è chiaro che il suo arrivo è legato a quello di Putin, al quale in pochi sembrano credere.

Nel mentre, diversi leader europei hanno sollecitato un cessate il fuoco incondizionato e immediato, agitando la clava di nuovi pacchetti di sanzioni a carico della Russia in assenza di una risposta positiva.

Alti funzionari dell’amministrazione statunitense dovrebbero essere sul posto, mentre sul comandante in capo non è ancora possibile sbilanciarsi. “Al momento è tutto molto dinamico”, ha fatto sapere, citata dalla Cnn, una fonte governativa, secondo cui “nessuno sa molto” a proposito di quello che succederà tra qualche ora.

Stretto riserbo a Mosca. “La Russia procede con i preparativi per i negoziati fissati per giovedì”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, precisando che dalla presidenza russa per il momento non si intende aggiungere altro.

Zelensky ha affermato che “farà di tutto” affinché “possa svolgersi” l’incontro con Putin in Turchia, parlando con i giornalisti a Kiev, aggiungendo che “farà anche di tutto” per arrivare ad un cessate il fuoco.

Il presidente ucraino ha espresso però la convinzione che il collega russo “non vuole la fine della guerra, non vuole il cessate il fuoco, non vuole alcun tipo di negoziato”. Confermato l’intreccio: “Non conosco la decisione del presidente degli Stati Uniti, ma in ogni caso, se confermasse la partecipazione, penso darebbe una spinta ulteriore all’arrivo di Putin”.

Se Vladimir Putin diserterà l’appuntamento, “ci dovrà essere il pacchetto più forte di sanzioni mai varato” contro la Russia perché sarebbe “un chiaro segnale del fatto che non vogliono mettere fine e non metteranno fine alla guerra”. È questo l’appello che Volodymyr Zelensky ha rivolto gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali. L’ex comico vedrà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Ankara oggi o domani.

“Penso che i problemi principali siano le regioni, la centrale nucleare, e come gli ucraini possano usare il fiume Dnepr e raggiungere” il Mar Nero, ha rivelato l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, in un’intervista rilasciata a Breitbart.

“Ci sono cose qui che non credo saranno difficili da risolvere se portiamo le parti al tavolo”, ha proseguito Witkoff. L’inviato ha poi definito la centrale nucleare di Zaporizhzhia “un piccolo gioiello della corona” per la quantità di elettricità che può produrre e che attualmente è “una parte importante di questa discussione”. Un altro nodo, ha chiarito, riguarda le vie d’acqua e il modo in cui l’Ucraina può accedere al Mar Nero.

Kaja Kallas, Alta Rappresentante dell’Unione Europea, ha dato per certo che il presidente russo non siederà al tavolo negoziale nella città turca. “Penso che Zelensky abbia fatto bene a dire ‘Okay, sono disposto a incontrare Putin e a lasciarlo venire’…penso che sia una buona mossa se si siedono. Ma non credo che osi, Putin”, ha sentenziato Kallas durante una conferenza sulla democrazia a Copenaghen.

Il padrone di casa Erdogan, nella giornata di ieri, ha ricevuto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, e nel corso del faccia a faccia ha rimarcato che la Turchia ha intensificato gli sforzi per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia con una pace duratura e giusta. Erdogan ha spiegato di aver dialogato con i presidenti di Ucraina e Russia.

Ribadite la contrarietà alla partecipazione della Nato alla guerra e la ferma convinzione che non si dovrebbe perdere l’opportunità per la pace.


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