Politica

Colpaccio Elly

di Domenico Pecile -


Gli iscritti si sono espressi e hanno attribuito la vittoria del primo round al presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, con il 52,87%. Nel rush finale se la vedrà domenica, con il voto ai Gazebo – dove potranno esprimersi anche i non iscritti al partito – con la sua vice presidente, Elly Schlein, che nei circoli ha ottenuto invece il 34,88% dei voti. Com’era prevedibile il voto di Roma e Milano non ha stravolto il dato che confermava il netto vantaggio di Bonaccini. Tuttavia è riuscito, ancorché in minima parte, a ridurre la forbice. Lo scorso 17 febbraio, infatti, i 132.043 votanti si erano espressi in questo modo: Bonaccini 71.033 (54,03%), Schlein 44.590 (33,91%), Gianni Cuperlo 9.977 (7,5%) e Paola De Micheli 5.869 (4,46%). Il nuovo conteggio, in virtù dei voti delle due regioni che erano andate al voto per le regionali, confermano la vittoria di Bonaccini (che perde però a Roma e Milano a favore della sua competitor) riducendo a 18 punti il suo vantaggio. Secondo un sondaggio Emg Acqua presentato ieri ad Agorà, sui Raitre, il 64% degli elettori del Pd intervistati preferisce Bonaccini, mentre soltanto il 36% sosterrebbe la Schlein. Secondo un precedente sondaggio di Emg però il 31% degli elettori che andranno a votare il prossimo segretario o segretaria del Pd sarebbe ancora indeciso. E ancora: Schlein sarebbe in vantaggio per un sondaggio Wilpoll con il 56,3% contro il 43,7% di Bonaccini. Sarebbe invece quest’ultimo, secondo Emg, con una forbice compresa tra il 63 e il 67%) a doppiare la rivale che si fermerebbe tra il 33 e il 37%. Bonaccini parte favorito, ma la Schlein si dice certa di poter stravolgere il verdetto domenica. Le sue dichiarazioni si sono fatte via via più baldanze tanto da farle dire di essere certa della vittoria. L’iniziale aplomb dei due contendenti sta lasciando il posto a una disputa senza esclusioni di colpi. Ora, dunque, è sfida vera, all’ultimo voto. Scontro aperto per una partita che sarà tutt’altro che un’amichevole. Bonaccini attacca la sua vice presidente sul terreno a lei più caro: quello del rinnovamento. “Tutto il gruppo dirigente nazionale che ci ha portato in questa situazione non sta di certo con me, è un dato di fatto. Ho detto con chiarezza – sono state le parole di Bonaccini – che in caso di mia elezione avrei rinnovato fortemente il gruppo dirigente del Pd, che oggi appoggia la Schlein”. Dura la replica di quest’ultima diluita in un doppio attacco. Primo: “Essere amministratori non è una linea politica”. Secondo: i seguaci della Schlein hanno ipotizzato qualche imbroglio soprattutto nella Campania del governatore De Luca. E adesso la disputa si è spostata anche sulle valutazioni del premier Giorgia Meloni. Ad incendiare il dibattito sono state le parole del segretario uscente, Enrico Letta, riportate dal New York Times e una risposta televisiva dello stesso Bonaccini entrambe giudicate dalla Sinistra del partito troppo morbide. Letta aveva affermato che “la Meloni è stata migliore di quanto ci aspettassimo”. Il riconoscimento attiene soprattutto al come il premier si è riposizionata all’interno dell’Ue smentendo le parole elettorali. E Bonaccin si era spinto oltre, dichiarando che “Giorgia Meloni non è una fascista, è una persona certamente capace, ha idee molto lontane e diverse dalle mie, dovrà dimostrare di essere all’altezza di guidare un governo come quello italiano”. Secca la controffensiva della Schlein: “Non sono d’accordo con le dichiarazioni di Bonaccini sulla Meloni; – penso che sia un Governo che sta facendo male e che in Europa rischia di isolarci portandoci tra le braccia del gruppo di Visegrad”. E un’altra replica a Letta e Bonaccini è stata affidata a Fb da Andrea Orlando, secondo cui “c’è qualcosa che non va. Mettiamoci d’accordo, compagni e amici” visto che la manovra di bilancio “incentiva l’evasione, non aiuta l’economia reale e premia le rendite, colpisce i poverie non affronta la crisi salariale”. In difesa di Letta è arrivato anche un comunicato dal Nazareno, che accusa Orlando di avere travisato le parole del segretario uscente. Temi politici, spinosi, che faranno la differenza ai gazebo. Bonaccini e la Schlein (che sperano, soprattutto quest’ultima, nei voti di Cuperlo e della De Micheli) comunque vada saranno chiamati a traghettare il Pd fuori dal porto delle nebbie per affrontare con rinnovato entusiasmo l’appuntamento delle europee del prossimo anno. Temi anche che dimostrano che la Schlein in caso di vittoria intende far svoltare decisamente a sinistra il Partito democratico. Proprio per questo, in caso di una sua vittoria domenica, c’è chi soffia sul fuoco di una possibile scissione dell’ala moderata del partito che potrebbe giocoforza poi gettarsi nelle braccia del Terzo Polo. Rispetto al quale la posizione di chiusura della Schlein, in primis nei confronti di Renzi e Calenda pare molo più marcata, facendo ipotizzare che i margini per future intese elettorali e programmatiche coi centristi diventerebbero più inconsistenti.

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