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“Colpe anche nostre sui rincari la crisi c’è e ora rischiamo il corto circuito sociale”

di Federico Tassinari -

NUNZIO BEVILACQUA AVVOCATO


Nunzio Bevilacqua, giurista di impresa. Legge di bilancio definita e poco tempo a disposizione per aggiustamenti, le prime impressioni?
“Una manovra in sostanziale continuità rispetto al precedente Governo, in senso positivo. Da una parte ciò la rende ‘rassicurante e digeribile’ per una Europa ancora con un evidente ‘pregiudizio’ nei confronti di una certa parte politica in controtendenza con l’establishment; una scommessa forse un po’ azzardata la ristrettezza temporale della protezione dal caro energia considerando una guerra in Ucraina che andrà avanti almeno per altri sette o otto mesi. La parte che risponde alle promesse elettorali sono di certo la flat tax anche se frutto di ridimensionamento non solo quantitativo ma ‘qualitativo’ e il tetto del contante che con l’opzione pos inquadrata, più giustamente, come ‘facoltà’ del cittadino quella di usare il proprio denaro come vuole, quindi sia in contanti che con moneta elettronica. Basilare sarà utilizzare, rapidamente e al meglio, il PNNR, comprendere il dato di fatto, ormai consolidato, dell’aumento delle materie prime ma anche quanta parte dell’aumento dei costi delle opere sia stata ‘stimolato’ anche dalla moltitudine dei bonus, a tutte le percentuali, erogati quest’anno.
Aumentano le famiglie in povertà assoluta e l’inflazione ridurrà ulteriormente il potere d acquisto di salari sempre più bassi. Come invertire la tendenza?
Siamo nell’occhio del ciclone e ad un livello molto vicino ad un corto circuito sociale; speculazione su alcune materie prime e su componenti tecnologiche da parte di Paesi asiatici che stanno creando una ‘strozzatura’ accumulando magazzini per vedere quantitativi ridotti a prezzi lievitati, la guerra in Ucraina con conseguente aumento dei costi energetici schermati, in parte e solo per brevissimo termine, aumento del divario tra i guadagni, sempre minori, di chi produce i beni e quelli, sempre maggiori, di chi intermedia senza avere dei sostanziali rischi.
A fronte di ciò, poiché tutto parte dall’impresa ma la stessa per assumere deve essere messa in grado di farlo e conservare gli utili, è necessaria una più robusta defiscalizzazione per le assunzioni non solo dei giovani ma anche di quelli che, a qualche anno dalla pensione, vivono in un limbo; un aumento delle busta paga minime, derivante da liberazione di una parte di fiscalità sul dipendente, non graverebbe ulteriormente sul datore di lavoro ma libererebbe delle risorse, per il consumo, su fasce sempre più al di là del limite della povertà, creando, al contempo, uno scudo emergenziale sociale all’inflazione.
Ultimo, ma non per importanza, e’ verificare nel momento in cui le ragioni degli aumenti siano venute meno che gli esercenti (come a volte fa lo Stato con i carburanti da trazione) non tendano a conservare, quasi integralmente, un aumento non più ancorato alla contingenza.
Creare posti di lavoro, gli incentivi per assumere giovani sono adeguati o si poteva fare di più malgrado con i pochi soldi in cassa?
Per il tempo a disposizione e per la ‘coperta corta’ non si poteva fare di meglio per quest’anno…ma c’è tanto da fare nei prossimi quattro e comunque si è tracciata una Road map. Un reddito sociale e’ necessario e doveroso qualora vi siano condizioni non liberamente interpretabili. Quello di cittadinanza non ha funzionato in parte per come è stato strutturato in un’ottica non di politica economica ma di politica elettorale, formalmente di inserimento lavorativo ma sostanzialmente conservativo di uno status di disagio come diritto acquisito, per altro verso perché in alcune area geografiche ha aperto la breccia, grazie anche alla sua formulazione, ad abusi danneggiando non solo molti cittadini aventi diritto ma anche il funzionamento stesso di domanda/offerta sul mercato del lavoro con problemi per le Pmi a coprire molte figure non elevate professionalmente.
La voce export, per l’Italia sempre un elemento positivo, quali i mercati in sviluppo?
Dopo il Latinoamerica che non aveva subito bruschi rallentamenti durante il Covid a fronte di una frenata dell’Asean (sud-est asiatico) adesso sono proprio questi Paesi asiatici a richiedere di nuovo la nostra componentistica di qualità, il nostro lusso e il nostro life-style, riconoscibile in generale, che non può non passare anche dall’eno-gastronomico. Delle ottime opportunità di sviluppo, con tutte le accortezze del contesto, stanno arrivando anche da alcuni Paesi africani non più solo venditori di materie prime ma anche con un embrionale mercato interno di classi medio-alte che tendono ad mostrare, la loro affermazione, comprando Made in Italy.

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