Attualità

Come immaginare il futuro? Si vive (solo) innovando

di Redazione -


Siamo arrivati impreparati alla pandemia. E l’impatto del Covid ha avuto, ha e purtroppo avrà ancora conseguenze devastanti in termini di vite umane perdute (ormai oltre le 80mila) e benessere economico vanificato (con quasi 10 punti di Pil persi lo scorso anno). Come pure sulla nostra psiche e sui nostri comportamenti. Rispetto alle epidemie del passato, tuttavia, è evidente che oggi abbiamo armi più potenti: scienza, tecnologia, medicina, ricerca hanno raggiunto livelli che, solo qualche decennio fa, erano inimmaginabili. Queste potenzialità devono ovviamente essere coniugate con capacità organizzative, individuali e collettive, per diventare funzionali. Ma la produzione e la somministrazione già avviata di diversi tipi di vaccino in tutto il mondo in pochi mesi, quando di solito servono anni, dimostrano che grazie all’innovazione possiamo difenderci – ora parzialmente, domani speriamo in via definitiva – da questo come da altri virus. Nella corsa al vaccino anti-Covid, l’Intelligenza Artificiale è stata vitale per analizzare rapidamente i dati clinici e immunologici a disposizione dei ricercatori. Per esempio, consentendo di individuare immediatamente le informazioni utili tra 195mila testi scientifici sul Covid-19, Sars-CoV-2, e gli altri tipi di Coronavirus. Non solo. Anche confinati in casa, grazie a internet abbiamo potuto continuare a vederci, a parlare, spesso anche a lavorare (tanto che siamo passati da poche decine di migliaia a milioni di lavoratori in “smart”). Dobbiamo proseguire su questa strada. Oltre ai vaccini e alle nuove connessioni, ci siamo accorti quanto nella lotta al Covid siano importanti i nuovi farmaci, le nuove terapie, come anche dei dispositivi di sanificazione e tanti altri strumenti di cui oggi abbiamo disponibilità.

Come fondatore di un’azienda dell’innovazione tecnologica, ho la consapevolezza di quanto sia importante affrontare ogni crisi, ogni sfida, utilizzando il massimo delle conoscenze tecniche e delle competenze scientifiche di cui siamo in possesso. La partita si gioca su questo campo. Non solo quella, decisiva, della lotta al virus, ma anche quella del nostro benessere, della nostra crescita economica, del nostro arricchimento culturale. Insomma, la partita del nostro futuro. Tuttavia, oltre ad una componente materiale del saper “fare”, ce n’è sempre anche una emotiva ed immateriale, del sapersi mettere a disposizione. Allargando l’inquadratura e anche gli orizzonti, nel Piano Next Generation Eu l’Europa ha posto tra le priorità una maggiore diffusione e un uso più efficace delle tecnologie digitali. Oltre ad una sanità migliore, infatti, queste ci assicurano trasporti più efficienti e più sicuri, una maggiore sostenibilità, nuove possibilità di lavoro, studio e comunicazione, come anche un più facile dialogo tra cittadini e servizi pubblici. Insomma, grazie all’innovazione possiamo avere una vita migliore.

Ora, il Piano europeo è figlio, da un lato, della programmazione economica e, dall’altro, dello spirito di solidarietà nato tra i popoli europei in questa fase delicata. Uniamo la tecnica e lo spirito, convinti che questa debba essere la strada, perché è solo così che riusciremo a sconfiggere il virus e a rialzarci dalle dolorose conseguenze che ci infligge. L’innovazione non è una moda, non è un fenomeno passeggero, non è qualcosa da cui si può prescindere. Lo sapevamo anche prima della pandemia e adesso ne dobbiamo essere pienamente consapevoli. Si vive (nel senso più pieno della parola) solo innovando.

Giuseppe Mocerino

 


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