Come mai oggi Onlyfans vale otto miliardi
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Tira più la trattativa per la cessione di Onlyfans che il carro di dazi tuonati da Trump. L’agenzia Reuters, ieri mattina, ha squillato la notizia economica più succosa: la piattaforma bianca e azzurra sarebbe stata oggetto di un’offerta multimiliardaria da parte dei californiani di Forest Road Company, fondo di private equity che avrebbe messo sul piatto qualcosa come otto-dicesi-otto miliardi di dollari. Un’offerta che non si può rifiutare nemmeno se ti chiami Leonid Radvinsky e sei già miliardario (3,8 miliardi di patrimonio) di tuo. Ma come fa una piattaforma del genere a valere miliardi? Semplice, già li fattura. Secondo Forbes, che ha fatto i conti in tasca a Radvinsky e a Onlyfans, la piattaforma ha distribuito, l’anno passato, 472 milioni di dollari in dividendi. Ma non è tutto. Il sito, che incassa il 20% di quanto guadagnato da ogni creators, ha solo 42 dipendenti a tempo pieno. Utili mostruosi e pochi dipendenti: il paradiso degli investitori. Ecco perché Onlyfans, che tra l’altro sconfina in quell’area grigia (anzi, a luci rosse) del web che garantisce guadagni molto migliori rispetto a quelli offerti ai siti che restano fuori dall’area vietata ai minori. Insomma, tre indizi fanno una prova e spiegano, al meglio, il successo devastante dell’economia digitale. Pochi dipendenti, tanti guadagni, molto, moltissimo hype. Capitalizzato, al meglio, per far crescere l’azienda. È la gig economy, che tiene i costi a zero e guadagna persino dalle chiacchiere: l’intelligenza artificiale, la temutissima Ai, è solo una conseguenza, non la causa, di un modello che funziona. Fin troppo. E tira (molto) di più di un carro di dazi.
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