Ambiente

COMUNI BIO

di Angelo Vitale -


Non solo Pnrr. La sostenibilità – e la sensibilità ambientale delle comunità – continuano a fare da traino per i Comuni che intendono affermare il loro impegno per costruire territori liberi da sostanze chimiche, nelle aree verdi e agricole urbane ma anche nelle mense scolastiche, cominciando da queste per promuovere l’educazione alla tutela dell’ambiente. Sono alla loro seconda assemblea nazionale le amministrazioni locali che aderiscono all’elenco dei Comuni Liberi dai Pesticidi e che hanno rilanciato il loro metodo nell’evento I Territori amano il Bio, organizzato dal progetto Cambia la Terra che è promosso da FederBio insieme con Legambiente, Lipu, Medici per l’Ambiente, Slow Food e Wwf. Diversificate, ma tutte significative, le best practice che Comuni grandi e piccoli possono ormai raccontare e trasmettere. Quello per esempio di Occhiobello, in provincia di Rovigo, ove già dal 2017 tutti gli abitanti sono impegnati a ridurre l’uso dei pesticidi in tutte le aree verdi pubbliche per arrivare all’eliminazione totale. O quello di Firenze, che già ha fissato il divieto dell’utilizzo di concimi chimici e di prodotti inquinanti come i diserbanti e gli antiparassitari per la gestione degli orti urbani. O uno dei Comuni più piccoli d’Italia, Bergolo, 68 anime in provincia di Cuneo, dove gli stessi cittadini hanno dato impulso a progetti per promuovere pratiche biologiche e sostenibili in agricoltura, coinvolgendo anche gli studenti del progetto Erasmus+. E ancora Gallese, nel Viterbese, che vieta l’utilizzo di qualsiasi trattamento insetticida o neonicotinoide – un sostituto del Ddt, causa scientificamente accertata delle morie di api e insetti impollinatori – e lo spargimento di prodotti fitosanitari nei campi in presenza di vento per non contaminare altre colture non interessate. O Carmignano, in provincia di Prato, che si distingue per aver emesso un divieto di utilizzo dei diserbanti contenenti glifosato su tutto il territorio comunale, aree pubbliche e private, aree agricole ed extra agricole. O Tollo, nel Chietino, che incentiva gli agricoltori biologici riducendo loro la Tari. Riguardo alle azioni molto determinate adottate per le mense scolastiche, poi, si segnalano Bologna e Spoleto ove già vige da tempo il menu biologico con prodotti Dop e Igp in mense organizzate con il risparmio energetico delle cucine, la riduzione dei rifiuti, i mezzi di trasporto poco inquinanti, le piattaforme distributive nell’ambito della filiera corta. Tutte queste realtà locali, e quelle che ad esse vogliono aggiungersi, hanno da quest’anno anche la possibilità di usufruire di un database che raccoglie tutte le ordinanze emesse dalle amministrazioni pubbliche che vanno nella direzione di un territorio libero da sostanze chimiche in agricoltura, nelle aree verdi ma anche nelle mense pubbliche delle scuole. Sarà disponibile sul sito di Cambia la Terra e rappresenta uno strumento di facilitazione per quanti vogliono avviare policy al supporto di una transizione ecologica che diventa sempre più necessaria.

Un entusiasmo diffuso che, sostiene la presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini, necessita di un impulso: “La sensibilità delle amministrazioni pubbliche verso la diminuzione del rilascio di sostanze chimiche di sintesi è in crescita. La rete dei Comuni è vasta e fa coesistere piccolissimi territori e grandi aree metropolitane. Ma occorre uno sforzo ulteriore. Occorrono investimenti e volontà politica di innovare, per un balzo in avanti del nostro Paese”.

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