Esteri

Con Biden presidente USA più vicini alla Ue

di Redazione -


 

Il prossimo 20 gennaio, ricorsi di Donald Trump permettendo, il democratico Joe Biden si insedierà alla Casa Bianca in seguito alla vittoria ottenuta qualche giorno fa nelle presidenziali americane. Un successo non travolgente, come invece pronosticavano i sondaggi e molti media statunitensi (questi i veri brogli perché volti ad indirizzare il voto verso l’ex vicepresidente di Barak Obama e non quelli che si vogliono individuare nei voti postali), che ha messo in luce una grande spaccatura negli Usa che il nuovo presidente è chiamato a ricomporre al più presto (e Biden lo ha capito affermando di voler rappresentare tutti gli americani) se vuole evitare un indebolimento della società statunitense all’interno e della “potenza imperiale” degli Stati Uniti nel mondo. Dunque, nel 2021, dopo il quadriennio trumpiano, si gira pagina e con essa la politica americana nei confronti degli alleati, Europa in primis, e dei “nemici”, nella fattispecie Russia e Cina. Come è noto, Trump, nel nome di “prima gli americani”,  mentre procedeva ad un graduale disimpegno militare nel Medio Oriente ed in Africa, ha condotto una serrata guerra commerciale non solo verso la Cina, ma anche verso la Ue, che considerava e considera tuttora (non dimentichiamoci che fino al 19 gennaio rimane alla Casa Bianca) un pericoloso “competitor” dell’industria e dell’agricoltura statunitense. Di qui una “guerra dei dazi” che non si è limitata all’Airbus francotedesco, ma anche a prodotti agricoli specifici e caratteristici della nostra filiera agricola. I danni provocati da questi dazi, sommati a quelli del covid, sono stati abbastanza pesanti. Non bisogna poi dimenticare che sempre Trump chiedeva agli alleati della Nato più onerosi impegni economici e militari per far tornare in patria molti soldati attualmente dislocati in Germania e Italia a difesa del mondo occidentale. 

Con Biden si dovrebbe quindi abbandonare la politica della competizione per tornare a quella della cooperazione. Di questo sono convinti tutti gli Stati europei ed in particolare quelli facenti parte della Ue. Come ha sottolineato Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia in una intervista al quotidiano “Il Messaggero”, ora “le cose cambieranno molto” dopo la presidenza Trump che “ha vissuto i Paesi della Ue più come concorrenti economici che come alleati” e “questo non ha ridotto il deficit commerciale americano ma ha scalfito una solidarietà che va ripristinata. E sono certo che Biden la ristabilirà”. Ma non è solo la Commissione Ue ad esprimere soddisfazione, ma anche tutte le cancellerie europee hanno tirato un sospiro di sollievo per l’avvicendamento alla Casa Bianca. 

In particolare Angela Merkel, nella sua duplice veste di presidente di turno dell’Unione Europea e cancelliera tedesca, non ha perso tempo per affermare che l’Europa e la Germania sono pronte ad affrontare “fianco a fianco” agli Usa ed a Biden le sfide mondiali come la pandemia del coronavirus, il terrorismo ed il riscaldamento climatico. Il presidente francese, Emmanuel Macron, da parte sua, ha lanciato oltreoceano l’invito a lavorare insieme, così come lo spagnolo Pedro Sanchez e l’inglese Boris Johnson. Certo, sono molti i dossier che dovranno essere riesaminati e discussi e ci vorrà del tempo per trovare soluzioni condivise, ma non c’è dubbio che tra Washington, Bruxelles e capitali europee il dialogo si infittirà e che si lavorerà per tornare al più presto a quella “solidarietà che va ripristinata” auspicata da Gentiloni. Altrettanto certo è che non tutta la politica economica di Trump verrà cancellata. 

Il “prima gli americani” non potrà essere accantonato facilmente anche perché, come già sottolineato, quasi la metà degli americani ha votato per la riconferma di “Donald”  mostrando così fiducia per le sue prese di posizione nei confronti di Cina ed Europa. C’è comunque in quasi tutti i Paesi della Ue grande fiducia nei confronti della nuova amministrazione democratica che si insedierà il prossimo 20 gennaio alla Casa Bianca. Ci troviamo infatti tutti, non solo noi italiani, in una grave crisi economica e sociale, con il coronavirus che imperversa in tutto il nostro Continente. Serve solidarietà tra di noi, ma anche tra le sponde dell’Oceano Atlantico. Come alla fine della seconda guerra mondiale, quando gli Usa aiutarono l’Europa a risollevarsi dagli enormi disastri provocati da un conflitto fratricida, anche oggi, con una guerra diversa, combattuta contro la pandemia, servono unità e vicinanza tra tutti gli Stati del mondo occidentale. In particolare tra Unione Europea e Stati Uniti d’America.

Leo Sardo

 


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