Economia

Concorrenza, Confcommercio: “Mappare regimi concessori”

di Giovanni Vasso -

ACCORDO ASCOM E SINDACATI NELLA FOTO POSTACCHINI


Confcommercio porta le istanze del settore dentro le istituzioni. Si è tenuta nei giorni scorsi l’audizione alla commissione Industria, commercio e turismo del Senato sul disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza. Enrico Postacchini, esponente della commissione di giunta di Confcommercio, ha espresso così le richieste del settore: “La mappatura dei regimi concessori deve essere il presupposto per la definizione di meccanismi equilibrati e sostenibili per il rinnovo delle concessioni dei beni pubblici”.
Dunque ha proseguito: “La diversità delle tipologie delle concessioni, la salvaguardia degli investimenti effettuati e la durata delle concessioni dovranno infatti trovare attenta considerazione nei meccanismi di selezione che verranno individuati a valle della prevista mappatura delle concessioni esistenti”.
Per Postacchini e dunque per Confcommercio: “Le nuove norme sulle concessioni portuali, non risolvono la criticità della profonda differenziazione esistente tra i diversi porti nazionali, né chiariscono il nodo delle competenze delle diverse Autorità coinvolte nella regolazione del comparto, a cominciare dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Anche in materia di semplificazione dei regimi abilitativi delle attività private dovrà essere completato il lavoro avviato con il decreto “Scia 2” tenendo conto del già elevato grado di concorrenza che si registra nel commercio al dettaglio, assicurando la salvaguardia dell’interesse pubblico tutelato nei procedimenti vigenti”.
Postacchini ha dunque proseguito: “Pienamente condivisibile, inoltre, la volontà di semplificare i controlli sulle attività economiche che dovrà anzitutto raggiungere l’obiettivo di renderli meno gravosi nei confronti delle imprese, mantenendo al minimo necessario gli oneri amministrativi e le limitazioni all’attività operativa degli operatori”. Infine ha concluso: “Apprezzabili le misure finalizzate a rafforzare l’efficienza e il dinamismo concorrenziale nel settore della gestione dei rifiuti; maggior coraggio si sarebbe invece dovuto avere sul tema della Tari, sopprimendo il vincolo biennale per le attività economiche che, fuoriuscendo dal perimetro del servizio pubblico, optino per affidare i propri rifiuti urbani a operatori privati”.


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