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Conduttrice veneta umilia baby tifoso del Cosenza. La replica del papà è da applausi

Ci risiamo: la guerra dei pregiudizi tutta italiana va in onda subito dopo la partita che ha decretato la retrocessione del Vicenza per mano del Cosenza.

di Ilaria Paoletti -


Tutto succede davanti allo stadio Marulla, nel capoluogo calabrese. Qui l’inviato della tv veneta Tva Andrea Ceroni, in collegamento con il programma Terzo Tempo, dichiara sportivamente: “Lo sport è così, c’è chi vince e c’è chi perde, è giusto così”. Poi a lui si avvicinano un tifoso del Cosenza con in braccio il figlio, entusiasti per l’esito della partita. Tanto che il bimbo, gioioso, urla: “Lupi si nasce”, riferendosi all’animale simbolo della sua squadra. E a questo punto interviene la conduttrice della trasmissione, Sara Pinna, che risponde al bimbo: “E gatti si diventa. Non ti preoccupare che venite anche voi in Pianura a cercare qualche lavoro”. E l’inviato le fa i complimenti: “Non male Sara”. Una caduta di stile abissale. Non solo la Pinna, donna adulta e volto televisivo, ha bullizzato in diretta un bambino colpevole solo di essere felice per la propria squadra del cuore, ma lo ha anche discriminato per le sue origini calabresi. Fatto ancor più grave se si tiene conto del precedente di una manciata di giorni prima: un tifoso vicentino, in occasione della gara di andata dei play out per rimanere in serie B tra il Lanerossi e il Cosenza, ha insultato i tifosi avversari con “morite Terroni”, “ricacciamoli in Africa”, “scimmie calabresi, bomba in Calabria”, “la Calabria è mafia” e altre amenità. Il video degli insulti, diventato in poco tempo virale (dunque sicuramente noto alla conduttrice), è diventato un caso diplomatico. È intervenuto anche il governatore calabrese Roberto Occhiuto: “Ho visto il video dello pseudotifoso del Vicenza che insulta Cosenza, la Calabria, e i calabresi. Mi sembra palese che si tratti di un cretino. Ma questo non rende meno gravi le sue deliranti affermazioni”. Poco dopo il giovane, ventiduenne vicentino, ha ricevuto un Daspo che gli impedirà per i prossimi cinque anni di assistere ad ogni evento calcistico. A rispondere alla conduttrice di Terzo Tempo, comunque, ci ha pensato proprio il padre del piccolo Domenico con una lettera pubblicata su Facebook da Movimento 24 Agosto. “Domenico è figlio di due imprenditori calabresi che amano la propria terra e che certamente con non poca fatica dimostrano quotidianamente di voler contribuire per migliorarla e supportarla”, ha scritto il papà del piccolo supporter del Cosenza. “In ogni caso, qualora nella propria terra mancasse lavoro non ci sarebbe comunque da vergognarsi a cercarlo altrove. Dovrebbe saperlo perché la storia lo insegna, se lei avesse avuto modo di studiarla, che la Padania deve tanto anche ai meridionali”. Dopo la vittoria sul campo da gioco, il Cosenza porta a casa un risultato eccellente anche dal punto di vista delle public relations. La Pinna, dal canto suo, in un’intervista al Corriere della Sera dice di aver capito nell’istante stesso in cui faceva la battuta di essere stata “fuori luogo”. La giornalista, conscia della gaffe brutale di cui è stata artefice, riferisce anche di aver contattato il padre del piccolo per scusarsi: “Per la verità andrebbe capito il senso in cui volevo dirle, ma qui è secondario”. Il senso della battuta, lungi dall’esprimere un malcelato risentimento nei confronti dei meridionali, sarebbe stato questo: “Noi, famiglia sarda, siamo venuti in Veneto per lavorare e ho cambiato tifo, diventando tifosa del Vicenza piuttosto che del Cagliari. Era questo il senso”, spiega la Pinna.  Strano come nessuno in quel “tanto venite anche voi a cercare lavoro a Pianura” sia riuscito a cogliere questa sfumatura “nascosta”. La conduttrice sostiene inoltre che la ragione dietro questa polemica è “sicuramente politica”. E sebbene nella medesima intervista lamenti di essere stata attaccata sui social e che non sia giusto “massacrare così le persone”, di fatto è stata perdonata sia dalla sua emittente televisiva che dal papà del piccolo Domenico. Addirittura, un gruppo di tifosi cosentini l’avrebbe invitata in Calabria offrendosi di farle da Ciceroni. Questi “terroni rancorosi”, una volta di più, si dimostrano migliori di chi ha interiorizzato così tanto l’odio antimeridionalista che pensa sia plausibile fare il prepotente con un bambino in diretta tv.


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