Per Abbonati

Meloni: “Ho chiesto la sospensione di Pozzolo da Fdi, è stato irresponsabile”

di Giovanni Vasso -

Italian Prime Minister Giorgia Meloni attends the traditional end-of-year press conference in Rome, Italy, 4 January 2023. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI


14.18. Si conclude come si è iniziato, con il tema dell’informazione. “Il combinato disposto dell’Ai e dei social rischia di avere un impatto di livello di approfondimento culturale per le giovani generazioni. Sono disposta a fare ciò che si deve. Chiunque abbia responsabilità, debba lavorare anche per esercitare al meglio quella responsabilità. Un pezzetto del lavoro dipende da ciascuno di noi. Poi le norme sono competenza nostra. La deontologia è dimostrare che è più utile il quotidiano che i social e dipende dai giornalisti. Nulla da dire su Chiara Ferragni. Ma mi ha colpito reazione scomposta sinistra quando ho detto che ha più valore chi produce un pandoro che chi lo griffa. Ho detto una cosa di una banalità totale e dovrebbe avere a che fare col mondo operaio. Non l’ho citata sembrava che stessi attaccando Che Guevara. Il caso è stato creato da questo. Ponevo un fatto di valore su chi davvero fa eccellenza italiana. Su tutto il resto c’è questione: la trasparenza sulla beneficenza. Rischio impatto su cosa importante. Immaginiamole di migliori”. La conferenza stampa si è conclusa.

14.13. Che campagna elettorale sarà? Meloni invoca fair play anche in vista delle amministrative: “Noi siamo famosi per discussioni accese che però vengono risolte. Tra persone che si parlano chiaro e che hanno rapporti di reciproca lealtà è quello che confido accadrà anche stavolta. Non arriviamo troppo a ridosso delle elezioni per selezionare i candidati alle cariche monocratiche, soprattutto per i sindaci”.

14.10. L’islamizzazione dei territori e il caso Monfalcone al centro delle preoccupazioni del premier: “Dedico attenzione al fenomeno da diverso tempo. Il tema non è legato al fatto che ci siano persone che provengono da altre culture. Il tema è che sul piano delle norme fa fede la nazione in cui si vive. Non si può ritenere che la propria cultura d’origine prevalga o comporti attenuanti su determinati reati, come picchiare le donne. Tutte le culture portano valore aggiunto ma non possono essere predominanti rispetto a norme dello Stato.

14.08. Si riprende per le ultime tre domande.

14.06. La conferenza stampa è interrotta dalla premier.

14.05. “In Ucraina, la pace si costruisce mandando più armi. L’unica possibilità che c’è di mandare a un qualsiasi trattative è mantenere equilibrio. Se non l’avessimo fatto avremmo avuto un’invasione”. E poi sul Medio Oriente: “Noi abbiamo lavorato dall’inizio per evitare un’escalation. Avrebbe conseguenze inimmaginabili. Lo abbiamo fatto con posizione equilibrata. Lo abbiamo fatto condannando attacchi terroristici di Hamas, difendendo diritto di Israele a esistere e difendersi. Ma Israele preservi incolumità popolazione civile, abbiamo condiviso con Paesi arabi iniziative per la popolazione. Quando sono stata alla Cop28 ho portato pediatri del Gaslini e del Bambin Gesù che andavano a curare bambini e civili presi da Gaza anche grazie al lavoro dei nostri militari. Credo che il dialogo coi Paesi arabi sia fondamentale. E’ la ragione per cui io sono stata, e lo rivendico, presente alla conferenza de Il Cairo. Bisogna lavorare da ora a una soluzione strutturale. E’ un errore dire prima distruggiamo Hamas e poi ne parliamo. Così smascheriamo il bluff di Hamas che della Palestina non gli interessa nulla. Ue può giocare ruolo rilevante e dovrebbe farlo in maniera più coesa”.

14.03. “Tutti i Paesi Ue hanno fatto previsioni che poi sono state aggiornate, sono contenta che l’Italia abbia crescita stimata superiore alla media europea, il nuovo Patto parte dal 2025, mi pare molto presto per parlare di manovra correttiva. Si valuterà, eventualmente, in corsa. Penso che dobbiamo cercare di guardare più le luci che le ombre. Vediamo qualche segnale incoraggiante. La Borsa italiana ha fatto quest’anno la migliore performance nel mondo: una volta che siamo i primi, diciamolo. E diciamo che lo spread, a 220 punti base, oggi è stabilmente sotto i 160 punti. I dati dell’occupazioni con record. Non sono soddisfatta ma che incoraggiano e anche noi dobbiamo cercare di gioire di cose che vanno bene”.

13.57. Che partito sarà Fratelli d’Italia? Rinuncerà alla Fiamma del Msi? “Sono tutte cose su cui non ho la testa”, chiude Meloni: “Voglio rappresentare sempre più cittadini. Mi pare di aver aperto a nuovi mondi e culture che si sono avvicinate al nostro partito. E’ un lavoro da continuare a fare con politica e società civile. Rafforzamento della classe dirigente? Non ho la lettura vostra. Ho molto più stima di Fdi di quanto si legga sui quotidiani ma si deve lavorare per crescere e se si sbaglia vanno dati i segnali che vanno dati. Gestione familiare? Quest’accusa comincia a stufarmi. Nell’attuale legislatura ci sono due coppie di coniugi in parlamento. Una in Pd e una in Si. Mai sentito accuse. E farlo sarebbe stato sbagliato. Quando si fa politica a certi livelli, questa diventa tutto. Io ho rispetto della militanza politica. Mia sorella, militante da trent’anni a destra, lavora in Fdi. Forse potevo metterla a lavorare in una partecipata statale”.

13.54. Lo stato dell’arte sulle pensioni. Meloni fa il punto: “Penso che vada affrontato il tema in maniera più organica. E’ sicuramente una materia che va affrontata anche con le parti sociali se hanno voglia di fare questo lavoro con noi. Sono fiera del lavoro fatto con l’ultima manovra di bilancio sulle pensioni dei giovani. Noi lo stiamo mantenendo, il sistema, su chi non si può difendere. C’è un gap enorme. Abbiamo cominciato a mettere qualche paletto. Chiaramente, la sostenibilità del sistema va costruita con un equilibrio. Deve essere il migliore possibile ma uguale per tutti. Ci sta lavorando il ministro Calderone”.

13.51. La vicenda natalità è in cima ai pensieri della presidente del consiglio: “Ho sentito sempre polemiche su questo. Posso dirle che sono presidente, sono forse la donna considerata oggi tra le più affermate in Italia ma se lei mi chiedesse cosa sceglierei tra la presidenza e mia figlia Ginevra, io non avrei dubbi. Come ogni altra madre. Il concetto che non condivido né lo farò mai che un traguardo possa togliertene un altro. Ci è stato detto che le politiche per la natalità sono nemiche delle donne. Non lo accetto. Ursula von der Leyen ha sette figli. La Metsola, presidente del Parlamento, ne ha quattro. Una cosa non esclude l’altra. Non è un caso che noi ci siamo preoccupati delle madri lavoratrici. E in generale sui genitori. Dal congedo alla decontribuzione, all’asilo e i fringe benefits. Io voglio smontare il racconto che se metti al mondo un bambino ti precludi altre possibilità”.

13.49. Sulla governance delle aziende pubbliche, Meloni dice: “La lettura non è corretta. Non c’è rischio di ingovernabilità né di allontanare investimenti. Si allontana il meccanismo di perpetuare i Cda a prescindere dai soci. Al mercato le norme che rafforzano il peso degli azionisti di solito piace”.

13.47. “Il modello elettorale per il premierato? E’ una cosa su cui non ho ancora ragionato. Anche questa è una materia che spetterebbe al governo. La soglia deve esserci per forza, per il premio maggioranza e in generale”. La presidente ribadisce: “Sono favorevolissima alle preferenza. Lo dico a tutti. Tante leggi elettorali che sono cambiate io ho sempre tentato di reintrodurre preferenze e puntualmente i miei emendamenti sono stati bocciati”.

13.45. “Non sono ricattabile, mi è capitato quest’anno di capire che alcune persone ritengono di aver avuto in passato ruoli che io non ritengo di dover dare e basta. Sono una persona che scegliere sempre liberamente, non vuol dire che altri si siano fatti condizionare”. E poi Giorgia Meloni sulle alleanze a destra in Europa: “Le Pen e Afd? Non dò patenti, sono due partiti che non fanno parte del partito dei conservatori europei che ho l’onore di guidare, credo che con Afd ci siano distanze insormontabili a partire dal tema del rapporto con la Russia su cui Le Pen sta facendo un ragionamento interessante. Ma non distribuisco patenti. Quando ci sono dei partiti, in gradi democrazie europee, che prendono il 20-30% dei consensi, ci si debba interrogare. Evidentemente per quelle classi dirigenti, c’è qualcosa che non funziona”.

13.40. Sollecitata sullo stato delle carceri, la presidente del consiglio, si è detta “molto colpita” dal caso Zuncheddu. “Troppi, stimati ogni anno mille cittadini vittime di errori giudiziario, sono numeri ancora molto alti. Uso eccessivo della carcerazione preventiva. Perciò la riforma Nordio. Abbiamo cercato di rendere normativa più capace di circoscriversi a reali necessità. Sulla politica carceraria, ereditiamo situazione molto complessa, affollamento cronico del 120%. Non credo che problema si risolva con amnistie, indulti e svuotacarceri. Noi abbiamo rafforzato personale di polizia penitenziaria come mai prima e dall’altro ampliare la capienza delle carcere. Si fa coi fondi Pnrr per otto nuovi padiglioni e sbloccando fondi per edilizia carceraria che erano bloccati da tempo. Da una parte garantire che alcuni strumenti vengano utilizzati in modo non eccessivo e intanto trovare una soluzione: non tagliare reati ma aumentare le carceri”.

13.38. Fenomeno Vannacci e Europee. Giorgia Meloni: “A volte credo di vivere in un mondo al contrario, non ho letto al libro. I ministri candidati? Non auspico né voglio un rimpasto. Sono contenta della squadra. Quello che decideranno i partiti lo valuteremo caso per caso. Finora si parla solo dell’ipotesi di candidare i tre leader della maggioranza”.

13.35. Via della Seta, la strategia commerciale e non della premier: “Ho preso una decisione per coerenza con quanto ho sempre pensato. Unico Paese del G7 a farne parte. A maggior ragione sono convinta della mia decisione sulla base dei risultati arrivati. Qui qualche dato è utile: al tempo ci si disse che l’ingresso assicurava il riequilibrio della bilancia commerciale con la Cina. I dati dicono che il saldo è diventato sempre più sfavorevole: -18 mld nel 2019 a -41,4 mld di ora. L’adesione non è servita se non a fare entrare in Italia più prodotti cinesi. Si garantiva la massima reciprocità. Che non c’è, come ha stabilito la Commissione Ue. Temo che non abbia funzionato. Gli investimenti diretti cinesi da 657 mln nel 2019 a 140 nel 2022. Certo, occorre tener presente norme Ue che non hanno aiutato. In compenso quelli italiani 682 mln nel 2019, a più di 1,1 mld. Mi ha colpito, della Via della Seta, che Nazioni Ue che non hanno mai aderito hanno volume significativamente superiore al nostro. Io intendo rilanciare le relazioni con la Cina, voglio andare a Pechino quanto prima. Ritengo che si possano fare altri accordi che possono rafforzare collaborazione. Da parte nostra nessun intento punitivo o di prendere le distanze. Questa non ha funzionato e ne vanno immaginate delle altre”.

13.30. Il bilancio dell’anno che è passato di Giorgia Meloni: “Cutro è stato il momento più difficile. 94 morti e l’accusa ‘è colpa tua’, sono cose che pesano. Non ritengo lo sia ma l’accusa pesa. Si possono mettere insieme tutti i momenti in cui riesco a stare in mezzo alla gente. Lì si vive una realtà molto diversa da quella che si percepisce nel Palazzo. Io che ho bisogno del consenso dei cittadini, vedere quel supporto, la gente che capisce e ti incita anche se non è sempre d’accordo su tutto, per me è l’unica benzina possibile”.

13.28. Sul terzo mandato, la presidente del Consiglio spiega: “Personalmente ravviso pro e contro, sono abbastanza laica su questa materia, nel merito. Per il metodo, però, penso che dovrebbe occuparsene il parlamento più che il governo. Non credo che sarebbe una buona iniziativa farlo dal governo. Sulla riforma costituzionale, se si ritiene un limite ai mandati per il premierato, toccherà al Parlamento proporlo. Non lo considero necessario ma non mi creerebbe un grande problema”.

13.27. “La separazione delle carriere è un tema importante della riforma della giustizia. Si impone il referendum. Secondo me sarebbe utile non sovrapporre le due materie costituzionale. Si rischia confusione per voto consapevole dei cittadini. Il referendum non sarebbe su di me. Io me ne vado se mi cacciano alle elezioni politiche”, spiega la premier.

13.25. Che obiettivi ha la Meloni nei prossimi mesi? La premier prende in giro i Cinque Stelle e aggiunge: “Abolire la povertà, pace nel mondo, ristrutturazione abitazioni interni ed esterni, se non dovessi riuscire mi rifugerò in obiettivi meno ambiziosi: rimodulazione Pnrr, riforma giustizia e già da tempo sto lavorando a piano borse studio per studenti meritevoli, un segnale da dare a questa Nazione”.

13.21. Mario Draghi sarà il candidato presidente di Giorgia Meloni alla Commissione Ue? La premier fa melina: “Punto primo: credo che sia, per chi conosce funzionamento della Commissione, impossibile parlare oggi. Punto secondo: Draghi ha dichiarato di non essere disponibile. Io sono stata una sua fiera oppositrice ma ho sostenuto sua politica estera e fatto un passaggio di consegna collaborazione. Contenta della sua collaborazione oggi con Bruxelles. Oggi il Toto-nomi in Commissione è buono per fare dibattito ma non è il vero tema che è cosa debba fare la prossima commissione. Io lavoro per avere domani una Commissione e conseguentemente una politica Ue più forte negli scenari di crisi, più determinata nel perseguimento della sua sovranità strategica per non consegnarsi, che sia più capace di armonizzare il tema della sostenibilità ambientale. Mi dò l’obiettivo che domani l’Italia abbia le carte in regola, in linea con il suo ruolo e peso. Ma insomma, da questo in poi, tutti gli altri ragionamenti sono prematuri”.

13.18. Paradisi fiscali. Meloni: “Sul tema, la materia va affrontata, dopo le Europee, a livello Ue. C’è una diversità anche dentro l’Unione che con il mercato unico secondo me produce obiettivamente un problema, privilegi e discriminazioni. Lavoriamo per regole che valgano per tutti. Senza Nazioni che lavorino per drenare gettito alle altre dentro l’Ue. A livello nazionale possiamo lavorare per rendere tassazione in Italia più competitiva. Abbiamo tentato e tentiamo di farlo. Mi corre l’obbligo di ricordare di aver varato la riforma fiscale, attesa da cinquant’anni. Ringrazio il Mef e in particolare il viceministro Leo, per il lavoro veloce di stesura dei decreti e stiamo cercando di disegnare un fisco diverso. Che non fotografi il rapporto tra Stato e suddito ma Stato e cittadino. Un rapporto più equilibrata. E più efficace per chi tenta di fregarlo. Questa è una delle tante cose che andava fatta per riportare investimenti e che risorse vengano drenate da sistemi più competitivi del nostro. Penso che alcuni segnali dati sulle tasse per il mercato del lavoro siano importanti. Di attenzione al mondo produttivo anche in rapporto al lavoro che produce sul territorio. Da una parte si deve combattere a livello Ue i paradisi fiscali, dall’altro sistema fiscale più competitivo”.

13.12. Sui rapporti interni in maggioranza, la presidente del consiglio è netta: “Penso che qualcuno in questa Nazione abbia pensato di poter dare le carte in alcuni casi. Penso che in uno Stato normale non debbano esserci questi condizionamenti. L’ho visto accadere. Vedo attacchi. Vedo che c’è chi pensa che ti spaventerai se non fai quello che vogliono. Non mi spavento facilmente. Preferisco cento volte andare a casa. Hanno a che fare con la persona sbagliata. Con me non si indirizzano le scelte. Se io faccio il presidente del consiglio, scelgo io perché io mi assumo le responsabilità. Ho ottimi rapporti con gli alleati. Abbiamo, come sempre, i nostri dibattiti interni. Il punto è che quando noi abbiamo un problema ci sediamo e ne parliamo fino a che non risolviamo. La compattezza si vede dalla velocità con cui opera. Abbiamo approvato Bilancio in tempi record rispetto al passato. Sono molto contenta di quanto abbiamo costruito. E non sono preoccupata. Le Europee sono elezioni proporzionali e valorizzeranno le differenze. Credo che possiamo crescere tutti. Non mi pare che ci sia da parte di alcuno di sottomettere la tenuta del governo all’interesse di partito legato al piano elettorale”.

13.06. Sono stati allentati i poteri di controllo? C’è una questione morale nel governo? La Meloni si infuria: “Non ritengo che siano stati allentati. E’ una lettura distorta e non condivisibile. Nei casi specifici ho già risposto. Non ho cose da dire fino a quando non avremo ulteriori elementi. Se invece mi si pone la questione morale, ecco, mi interessa. Non credo ci sia una questione morale. Ogni caso va valutato singolarmente e a valle, non sulla base di teoremi o indagini. Oppure stabiliamo le regole d’ingaggio: se vengo raggiunta da appassionante lettera di Giuseppe Conte devo far dimettere tutti quelli raggiunti dall’avviso di garanzia. Non è una novità. Il M5s l’ha sempre fatto, con l’eccezione dei suoi stessi esponenti: Conte è stato indagato, Raggi è stata indagata, Grillo è stato indagato. Due giorni prima di scrivere la lettera per far dimettere tutti, nomina vicepresidente una persona condannata in primo e secondo grado. Io non ho chiesto le dimissioni di nessuno. Perché credo che le cose si valutino a valle e non a monte. Ma non si può avere per gli altri un metro diverso da quello che si ha per la propria classe dirigente. Non si può essere garantisti con gli altri, cucce del cane compreso. e giustizialisti con gli altri. Prego la sinistra di non farmi lezioni di morale. Quando dovessi avere la certezza di persone che non si sono comportate come avrebbero dovuto, interverrò. La mia idea di Stato di diritto è aspettare lavoro magistratura, la mia idea è valutare elementi da avere e con la fermezza, all’esito delle certezze, decidere”.

13.03. La polemica Musk. “Ho invitato ad Atreju praticamente tutti quelli che hanno qualcosa da dire. Ho applaudito tutti, per rispetto. Abbiamo invitato Elon Musk perché ha qualcosa da dire, ha rilevanza. Anche sull’intelligenza artificiale per cui lui ha chiesto una moratoria. Non cambia la mia posizione su maternità surrogata e sul fatto che i bambini non sono merce da banco che si possa scegliere su un catalogo, non credo che pagare donna povera per mettere al mondo un figlio sia progresso. Vediamo se il parlamento approva la legge per riconoscerla come reato”.

12.58. La Rai è Telemeloni? La replica della premier non si fa attendere: “La Rai è un’imponente struttura pubblica con tanti pregi e difetti. Ma non mi pare venissimo da straordinaria età dell’oro. L’azienda ha avuto e ha i suoi problemi. Credo che si possa fare molto per migliorare il servizio pubblico e garantire più pluralismo e obiettività, per limitare gli sprechi visti nel passato. Sono soddisfatta del percorso per ridurre il pesante indebitamento delle gestioni precedenti. Gli ascolti? Due questioni: la prima, la Rai fa servizio pubblico se giudichiamo unicamente sul parametro dell’audience forse perdiamo il senso di ciò che debba fare la Rai. La seconda è sulle critiche ai palinsesti ma quelli a cui si riferiscono i dati discendono dalla precedente gestione. Telemeloni? Sono stata all’opposizione per quasi tutta la vita, si ricorda che quando eravamo gli unici all’opposizione di Draghi eravano gli unici fuori dal Cda Rai? Mai accaduto prima e mai accadrà poi. Quello sì che era un caso. Francamente, le accuse di Telemeloni da una sinistra che col 18% esprimeva il 70% delle posizioni in Rai, insomma…Stiamo facendo un lavoro di riequilibrio. Non si possono fare due pesi e due misure. Chiedono le dimissioni di un giornalista Rai ad Atreju per aver criticato una segretaria di partito. Si pretende un mondo che non esiste nella normalità delle cose. Cerchiamo di essere seri. Noi stiamo riequilibrando un problema che c’è stato negli anni, che dall’opposizione ho pagato molto. Al Tg ci davano allo 0,% solo la notte ci davano al 4%”.

12.52. Periferie. La presidente del consiglio fa il punto della situazione: “Noi veniamo da un tempo in cui in Italia si sono moltiplicate le zone franche. Lo Stato ha indietreggiato sempre di più, ha fatto finta di non vedere, ha creduto essere più facile girarsi dall’altro lato. Così molti cittadini non hanno avuto gli stessi diritti degli altri e lo Stato ha perduto di credibilità. Ce ne sono tantissime. Non posso affrontarle tutte insieme. La promessa è che si può invertire la rotta. No alle iniziative spot. Noi tutte le settimane facciamo il punto su Caivano. C’è una presenza costante del governo. Non si fa solo mandando più poliziotti, più insegnanti, più personale ai tribunali, più funzionari. E’ un lavoro che funziona se fai tutto insieme. E’ presto ancora ma si tratta di un lavoro che ci sta dando qualche soddisfazione. Procediamo coi tempi e con qualche anticipo. Penso alla posa della prima pietra al centro Delphinia. Nel fare cose semplici abbiamo restituito diritti a cittadini. Mi ha colpito l’immagine di quella mamma che finalmente ha potuto riportare il figlio al parco. Il lavoro su Caivano servirà a fare le norme che serviranno a tutte le altre zone. Se li trasformiamo in modelli, noi possiamo fare un lavoro straordinario”.

12.47. Giuliano Amato ha scomunicato la destra. Ma presiede la Commissione algoritmi. “Sul tema della commissione – ha detto Giorgia Meloni -, non è stata una mia iniziativa. Al di là di questo, non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato. Sono rimasta basita dalle dichiarazioni sulla Corte costituzionale. Perché si pone il problema? Perché entro la fine di quest’anno, il Parlamento oggi a guida centrodestra deve nominare quattro giudici. Dunque c’è un rischio di “deriva autoritaria”. Questa idea di democrazia per cui se vince la sinistra ha tutte le prerogative e la destra no, è bizzarra. Semmai la deriva autoritaria è considerare che se chi vince le elezioni non è di sinistra non ha le stesse prerogative. Finito il mondo in cui la sinistra ha più diritti degli altri. Decidono gli italiani con le elezioni, come la normale democrazia”.

12.44. Vicenda Anas, Meloni: “mi stupisce un po’ e mi preoccupa quando vedo su quotidiani virgolettati di mie dichiarazioni che non ho mai fatto. Su caso di Tommaso Verdini ho trovato virgolettati di dichiarazioni mai fatte nemmeno in privato. Tendenza riscontrata alcune volte in questo anno ma così si può inventare qualsiasi cosa. Penso che su questione bisogna attendere lavoro della magistratura. Non si devono commentare teoremi. Leggo che le intercettazioni fanno riferimento a precedente governo e Salvini non viene tirato in ballo. Quindi credo che non debba riferire in Aula. E’ sempre un errore farne un caso di politico. Da quello che so l’unica tessera di Tommaso Verdini è stata quella del Pd ma nessuno ha detto che i dem sono coinvolti. Non mi risulta di essere stata mai persona comprensiva con gli affaristi e lobbisti. Con questo governo passano un brutto momento e non escludo che diversi attacchi scomposti siano figli di questa dinamica”.

12.38. Caso Pozzolo. Adesso parla Giorgia Meloni: “Facciamo ordine. Il parlamentare Pozzolo dispone del porto d’armi per difesa personale. Non so perché lo abbia. Girava con un’arma a Capodanno. Presumo che chi abbia un porto d’arma per difesa personale la porti. La questione è un’altra: chiunque detiene un’arma ha il dovere legale e morale di custodirla con serietà e responsabilità. La penso esattamente così. Perciò c’è un problema. Quello che è successo, ma non conosco la dinamica e poi vedremo quale è stata, ma qualcuno non è stato responsabile. Non va bene per un italiano qualsiasi, figuriamoci per un parlamentare e per di più di Fdi. Perciò ho chiesto che venga deferito a commissione Probiviri e che nelle more venga sospeso, ciò posso fare sul piano statutario. La classe dirigente non è all’altezza? Lo sento spesso ma continuo a non seguire queste critiche. Non sono disposta a fare questa vita, con la mia responsabilità, se chi è intorno a me non capisce questa responsabilità. Non accade spesso, per la verità. Ma credo che per la responsabilità che abbiamo penso sia bene che l’abbiamo e che non ci sia uno che se la assume tutta. Sarò rigida”.

12.36. Ma chi arriva non riesce sempre a mettersi in regola. “Oggettivamente un carico di lavoro enorme, valutiamo ipotesi di snellimento delle procedure – spiega Meloni – . Il ministero degli Esteri ha rafforzato il personale nei Paesi d’origine, così anche il Viminale ha rafforzato le Prefetture. Confido che si possa procedere più spediti. Il sistema andava in tilt per molto meno di quello che affrontavamo noi”.

12.33. Meloni non ritiene soddisfacenti i risultati sull’immigrazione: “Se non avessi dedicato la mole di lavoro che ho dedicato alla materia, le cose sarebbero andate ancora peggio. I primi dati dell’anno evidenziano un calo e sono soddisfatta. So che ci si aspettava di più, sono pronta ad assumermene le responsabilità. La materia è una sfida epocale. Si possono fare iniziative che danno consenso immediato ma non risolvono alla media distanza. Sto cercando di risolvere il problema strutturalmente. E richiede intanto un coinvolgimento internazionale. E torniamo sul tema del Piano Mattei. Il mio obiettivo è lavorare in Africa, fermare le partenze, aprire lì gli hotspot per capire chi abbia o meno diritto ad arrivare in Europa, lavorare sull’immigrazione legale. Siamo stati il primo governo a fare il decreto flussi per tre anni. Ma è importante combattere quella illegale. E’ un lavoro molto complesso. Su cui le cose iniziano a cambiare. Confido di riuscire a fare di più. Vedo cambiare l’approccio. Oggi l’Italia porta un approccio serio che non ha avuto problemi a farsi ascoltare. La questione seria che non fosse semplicemente di farli entrare, l’Italia non aveva posto il problema. Questa è stata l’impressione che io ho avuto. Ora l’Europa si dà priorità diverse. Sono cose che abbiamo sempre detto noi. Si sarebbe potuto fare anche prima. Oggi siamo in una congiuntura geopolitica di estrema complessità dove anche il tema dell’immigrazione fa parte di un quadro più ampio della guerra ibrida, della destabilizzazione a volte costruita, bisogna lavorare a 360 gradi. Non sono soddisfatta oggi ma conto di esserlo alla fine di questa legislatura”.

12.26 La riforma costituzione del premierato e dell’autonomia differenziata, nell’ottica della riduzione del divario Nord e Sud. La premier risponde: “Quando ho presentato il premierato, ho detto che avevamo scelto di non toccare i poteri del presidente della Repubblica. Manteniamo intatti compiti e prerogative di una figura di garanzia, necessaria con governo eletto direttamente dal popolo. Non vedo in cosa l’elezione diretta tolga potere al Capo dello Stato. Si crea secondo me un equilibrio che assolutamente è buono, si rafforza la stabilità dei governi e non vedo come ciò possa ledere prerogative del Capo dello Stato. L’Italia ha oggettivamente un problema di stabilità di governi e di governi montati e smontati dal Palazzo. Non solo questioni di persone ma di programmi. Sono stati realizzati programmi non votati da nessuno. La democrazia rappresentativa si sostanzia nel votare qualcuno che faccia qualcosa in vece degli elettori. La riforma vuol consentire ai governi, domani, la possibilità di durare cinque anni. Abbiamo già pagato la nostra instabilità in tema di credibilità istituzionale, visione e strategia: per questo ereditiamo debito pubblico enorme, i governi brevi aumentano la spesa pubblica perché i risultati si vedono prima rispetto agli investimenti e alle riforme di lungo respiro. Potrei non pormi il problema, facendo gli scongiuri, perché potrei essere il più longevo presidente del consiglio. Ma non ha senso poi non pensare a chi verrà dopo. E’ una riforma di cui vado fiera. Sento dire di tutto: la Meloni come Renzi. Ma il referendum non sarebbe su di me, che sono il presente della Nazione. Ma sul futuro e su che futuro vogliono per questa Nazione. Ho fatto ciò che mi hanno chiesto i cittadini, avendolo scritto nel programma. Se non ci dovesse essere maggioranza parlamentare lo chiederemo agli italiani. Autonomia differenziata? Intanto si tiene perfettamente con il premierato, un problema di sbilanciamento avuto con Regioni è stato centrale: presidenti eletti direttamente rispetto a presidenti del consiglio non eletti e durano di meno. Credo che a uno Stato forte corrispondano autonomie forte. Non credo nelle sperequazioni tra Nord e Sud. Al netto che siamo gli unici a lavorare sui Lep, nessuno l’ha fatto e base per funzionamento autonomia. Autonomia stabilisce principio se tu gestisci bene le tue competenze, lo Stato può dare nuove competenze a chi le gestisce bene. Credo che la responsabilizzazione della classe dirigente possa essere un volano per il Mezzogiorno. Non mi stupisce che, contro l’autonomia, ci sia chi spende peggio i fondi europei”.

12.18. Privatizzazioni, Meloni: “In Nadef stabilito obiettivo di 20 mld di privatizzazioni: in sostanza un punto di Pil in tre anni. Ma nostra visione è lontana da privatizzazione del passato, dai regali a imprenditori ben inseriti. Per noi va ridotta presenza dello Stato dove non è necessaria e riaffermarla là dove invece lo è. Ciò riguarda il tema della riduzione di partecipazione che non comporta la perdita di controllo, come Poste. Tempistica non dipende solo da me. Penso, intanto, di aver dato bel segnale con Monte Paschi Siena. Con la nostra iniziativa alcune di quelle risorse sono rientrate.

12.15. Sull’antisemitismo, Giorgia Meloni ha le idee chiarissime: “Le immagini atrocità dello scorso 7 ottobre degli attacchi di Hamas sui civili inermi hanno prodotto una recrudescenza di antisemitismo in tutto l’Occidente. Vuol dire che covava sotto la cenere. Abbiamo sottovalutato soprattutto le forme contemporanee di antisemitismo. Come quelle camuffate da critiche a Israele e legate al terrorismo. Noi con commissione Segre abbiamo chiesto di citare il diritto di Israele a esistere. Non fu accolta. Perciò ci astenemmo. Dopo di ché, il prefetto Pecoraro si è dimesso dall’incarico e noi stiamo per nominare Angelosanto, generale ex capo del Ros. Ringrazio il ministro Piantedosi per aver messo in sicurezza luoghi sensibili. Ma si deve lavorare su piano culturale. La cosa più intelligente è far conoscere cosa sia Israele. Da ministro della Gioventù ho attivato il servizio civile in Israele. Far conoscere quella realtà può aiutare contro gli stereotipi”.

12.13. Burocrazia e investimenti, Meloni promette battaglia: “L’Italia è una Nazione nella quale molti investirebbero se avessero maggiori certezze. Due riforme che servono: giustizia e burocrazia. Le considero due priorità per il prossimo anno. Vado in giro per il mondo, parlo con tutti: c’è tanta voglia d’Italia e di quanto potenziale inespresso noi abbiamo. Non è facile. In questa Nazione quando si cerca di mettere mano ad alcuni ambiti, le opposizioni – non solo quelle politiche – si fanno sentire ma se non ha il coraggio di farlo un governo che ha la stabilità che molti ci riconoscono ci sarà poca speranza di fare di più. Ci sono diversi investimenti su cui lavoriamo. Penso ai semiconduttori. Vogliamo dare dei segnali. Uno dei messaggi importanti da dare è che non c’è un governo non ostile con chi produce. Ci deve essere uno Stato che si mette al fianco di chi produce. Non è stato sempre così. Abbiamo dato immagine di Stato debole coi forti e forte coi deboli, ostile a chi produce posti di lavoro. Penso che alcuni segnali dall’economia vadano in questo senso. Ma c’è da fare di più”.

12.08. Caso Ambulanti, i rilievi di Mattarella e la vicenda balneari. Giorgia Meloni spiega: “Ho letto con grande attenzione la lettera del Capo dello Stato. L’intervento si è reso necessario per sanare e uniformare il trattamento che alcuni beneficiari avevano avuto col rinnovo di dodici anni disposto nel 2020 con quello che riguarda altri che, per difficoltà dei Comuni, che non ne avevano beneficiato creando disparità tra operatore e operatore. Queste aziende vanno diminuendo e gli spazi, dunque, aumentano. L’appello del Presidente non rimarrà inascoltato. Valuteremo con maggioranza e ministri. Sui balneari, questo governo ha fatto lavoro che nessuno aveva fatto prima e cioè la mappatura delle coste per capire se esiste principio scarsità bene imposto da direttiva Bolkenstein. Nessuno curiosamente l’aveva fatto finora. Abbiamo fatto un lavoro serio e ora l’obiettivo del governo è una norma di riordino che ci consenta di mettere ordine alla giungla, che necessità di un confronto con Bruxelles. Due obiettivi: scongiurare procedura infrazione e dare sicurezze agli operatori. C’è obiettiva difficoltà per gli enti che applicheranno norme poco chiare e operatori”.

12.02. Sul tema dell’immigrazione, la presidente del consiglio ha le idee chiare: “Le regole del nuovo Patto Ue migrazioni e asilo sono migliori delle precedenti. Perciò l’ho sostenuto. Meccanismo serio che impegna anche gli altri Paesi a fare lavoro di redistribuzione. I nostri hotspot erano pieni e bloccato possibilità di riprendere persone che avevano passato il confine. Altri Paesi avevano bloccato la possibilità di redistribuire. Un meccanismo che è maggiore di garanzia. Ma il Patto non è la soluzione. Per risolvere il problema dobbiamo lavorare a monte. Non è un lavoro che Italia può fare da sola. Torniamo al G7 che si occuperà di Africa. L’Europa deve tornare a concentrare la sua attenzione. Non ci stiamo rendendo conto di cosa sta accadendo in un continente ricchissimo di materie prime critiche e una destabilizzazione voluta da altri. Non ha funzionato un approccio paternalistico se non predatorio che non aiuta nel dibattito. In Africa non si fa la carità ma rapporti seri e strategici, non predatori, da pari a pari. Si deve difendere il diritto a non emigrare prima di quello a farlo. Il Piano Mattei costruisce questa idea. Il mio obiettivo è che diventi un modello per altri Paesi Ue e occidentali. Che si aggreghino altri che lavorano in ordine sparso. Ci vuole una seria strategia. Il piano è più avanti di quanto sembri. Ci sarà una conferenza Italia-Africa, sarà l’occasione per presentare il piano e confrontato con il Parlamento. Non c’è solo l’energia. Non nascondo di ritenere che se vogliamo lavorare a strategia a interessa africano e europeo è proprio l’energia. Loro producono e noi abbiamo un problema. Si può lavorare all’energia pulita. Che porta sviluppo e lavoro. E ci risolve i problemi. Lavoriamo sulla formazione con il lavoro delle scuole. Ad Addis Abeba, il lavoro delle scuole è un ricordo bellissimo. Credo che errore fatto in passato sia stato di distribuire troppo le risorse in progetti piccoli piuttosto che grandi priorità. Ora voglio scegliere le priorità, individuare i Paesi partner e poi moltiplicare iniziative anche con aiuto investitori privati e altri Paesi. Ci sono progetti specifici ma non voglio raccontarli prima di presentarli”.

11.53. Sul caso del giudice contabile Marcello Degni, Meloni ha affermato: “Considero grave non il fatto in sé che pure lo sarebbe, avere un magistrato della Corte dei Conti che spera nell’esercizio provvisorio per ragioni politiche con tutte le conseguenze oggettive, un po’ di preoccupazione la mette. Non è però la cosa più grave. E’ la sfrontatezza con la quale questo giudice ritiene che sia normale farlo. Questo ci dice qualcosa. L’altra cosa che mi ha colpito è che non ci sia stato nessuno a sinistra a dire due parole su questo tema. Paolo Gentiloni che lo ha nominato, Elly Schlein: nessuno ha parlato. Temo perché se chi ha nominato questo giudice dicesse che è sbagliato, quando si svolge un incarico super partes non lo si fa da militanti, darebbe un segnale contrario a quanto fatto negli anni. Mi fa paura che si consideri normale una mentalità che ha devastato le istituzioni della Repubblica. Non sostituirò sistema di potere fatto da militanti con altro uguale. Questo è il tema che racconta la vicenda. Ho da chiedere a sinistra se è normale che gente nominata si comporti da militanti politici. Su questo voglio risposta da Elly Schlein”.

11.49. Meloni pronta al confronto con l’opposizione: “Mi impegno volentieri in un confronto tv con Elly Schlein. Anche se chiaramente non credo che dovrebbe essere solo il tema della condizione femminile quello del dibattito. Non so se lei sarà disponibile, non mi faccia prendere impegni”.

11.48. Extraprofitti e banche. La presidente del consiglio fa chiarezza: “Ho sentito dire a proposito un po’ di tutto. Mi fa sorridere che i primi a criticare il primo governo ad avere il coraggio di tassare le banche siano quelli che hanno fatto regali miliardari alle banche. Vale per i salvataggi del Pd, vale per il M5s, cintura nera di aiuti alle banche, il decreto dei 400 mld con cui si trasformavano prestiti erogati dalle banche in garantiti dallo Stato, l’obbligo di Pos per obiettivi necessari al Pnrr e con le commissioni scaricate su imprese e commercianti. E potrei citare Superbonus e cessione crediti a sconti da 20-30% per le banche. E poi ci criticano per il coraggio di tassare le banche. Noi abbiamo applicato una tassa, c’è stata differenza tra tassi di interesse pagati per mutuo e depositi conti corrente. La differenza è stata oggetto di tassazione per il 40%. Ora la tassa è lì, nessuno l’ha tolta. Quello che è cambiato in sede di conversione è stata l’aggiunta della possibilità, in alternativa al versamento, di accantonare importo pari a due volte e mezzo in riserva non distribuibile. Per lo Stato è un’operazione win-win”.

11.40 Sul Mes e Patto di Stabilità, la premier spiega: “Non credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del Patto di stabilità. Sono soddisfatta a condizioni date dell’accordo. Non è quello che avrei voluto io. Emerge da quell’accordo che in Europa non c’è questo superiore interesse comune ma Nazioni che valutano il loro meglio e si cerca una sintesi. Di fronte a questa idea sarebbe stato difficile per me impormi sul Parlamento in nome di un superiore interesse. Perciò mi sono rimessa all’Aula. E il Mes è stato bocciato. Non c’è mai stata una maggioranza in Parlamento per approvare la ratifica di un trattato. Perché l’ex governo Conte ha sottoscritto la ratifica senza una maggioranza? Ciò ha messo l’Italia in difficoltà. Il M5s ha dichiarato di essere sempre contrario e ha votato contro. Credo sia stato un errore sottoscriverla a suo tempo. Il Mes, dal mio punto di vista, è obsoleto. I mercati, dopo il no del parlamento, la reazione è stata consapevole rispetto a questa considerazione. Forse la mancata ratifica può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa che possa essere più efficace. Questa è la strada. Ci sono problematicità, uno strumento a cui nessuno ha scelto di accedere nemmeno nella versione light del Mes sanitario”. In una stagione come questa in cui noi dobbiamo fare salti mortali per le risorse”. Isolati? “Noi dobbiamo essere più consapevoli che l’Italia non ha minori diritti delle altre Nazioni. Con la Costituzione europea, Chirac scelse di fare un referendum. Nessuno gli disse che gliela avrebbero fatto pagare. E nessuno lo dice in Ue”.

11.34. Si candiderà alle Europee? Meloni rivela: “Decisione non ho ancora preso. Io sono persona per cui nulla conta di più che sapere di avere il consenso. Anche oggi da presidente del consiglio sarebbe a maggior ragione una cosa utile e interessante. Non mi convince la tesi di chi dice che candidarsi per me sarebbe una presa in giro. Penso che una mia candidatura potrebbe portare altri leader a fare la stessa scelta potrebbe diventare un test democratico interessante. Devo capire se mi toglierà tempo per il lavoro da premier e credo che vada presa insieme agli altri leader della maggioranza. Maggioranza Ursula? Lavoro per costruire maggioranza alternativa che negli ultimi mesi ha dimostrato di poter esistere su green e immigrazione, per esempio. Se non fosse possibile, io non sono mai stata disponibile ad alleanza parlamentare con la sinistra. Non lo farei in Ue. Un ragionamento diverso su Commissione e voto parlamentare”.

11.30. Tagli alla spesa o aumento delle tasse? Meloni replica: “Non sappiamo quale sarà lo sviluppo dell’economia. La crescita italiana è stimata comunque superiore alla media Ue. Non sono per aumentare le tasse, se devo lavoro su tema del taglio della spesa. Questo è un lavoro che abbiamo fatto in questa legge di Bilancio. Con tagli lineari abbiamo sostenuto taglio del cuneo. Vediamo quale sarà l’evoluzione. Confido che in quest’anno siamo ragionevoli e immaginare diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe risorse importanti”.

11.24. Meloni: “Sono preoccupata dall’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro. Abituati a mondo in cui progresso ottimizzava competenza umana. Abbiamo conosciuto sostituzione fisica del lavoro, concedeva a persone di concentrarsi su lavori di concetto. Oggi può essere sostituito l’intelletto. L’impatto riguarda anche lavori di alto profilo, impatto devastante con mercato del lavoro con sempre meno persone necessarie. Non so se siamo ancora in tempo. Vedo la velocità dei progressi e la lentezza dei parlamenti. Sono preoccupata. Ma noi organizzeremo focus preciso su Ai al G7 e prima ancora di quello dei leader, a giugno, sto lavorando a iniziativa specifica sul tema. E’ mate

11.20. Parla Meloni: “Ho poche cose da dire, auguri a tutti per un anno che sarà molto complesso per tutti. Ci saranno molte scadenze importanti: dalle elezioni Ue alla presidenza G7, farò la mia parte perché possiate fare al meglio il vostro lavoro. Mi scuso per il rinvio della conferenza stampa. Mi spiace che ciò abbia generato polemiche, non c’era alcun intendimento di scappare dalle domande dei giornalisti. Devo una risposta sul tema della protesta della Fnsi sulla legge bavaglio: lei sa, presidente, che la norma è frutto di emendamento parlamentare che arriva da un partito di opposizione. Manifestare contro il governo per un’iniziativa non del governo ma del Parlamento. Con questa iniziativa si riporta il codice di procedura penale al 2017. Fino ad allora è stata imbavagliata la stampa? Credo si tratti di un provvedimento equilibrato. D’accordo su riforma”.

11.13. I giornalisti Fnsi hanno disertato la conferenza, come avevano annunciato già per i precedenti appuntamenti fissati al 21 e poi al 28 dicembre. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli: “Subito la riforma, speriamo di avere l’ascolto delle istituzioni. Bene il sostegno all’editoria e alle agenzie di stampa ma occorre fare di più. Ci vuole il rilancio dell’informazione”.

ore 11.12. Giorgia Meloni è arrivata, inizia la conferenza stampa

Questa mattina alle ore 11 inizierà la conferenza stampa del premier Giorgia Meloni. Il tradizionale incontro di fine anno era stato rinviato, nei giorni scorsi, a causa dell’indisposizione della presidente del consiglio, alle prese con una fastidiosa sindrome otolitica. Tanti i temi all’ordine del giorno. Dalla politica economica agli esteri, dalla manovra al Patto di Stabilità e ai rapporti con l’Unione europea, dal Superbonus alla guerra in Ucraina e alle tensioni in Medio Oriente fino alla cronaca recentissima e al caso legato agli spari di Capodanno a Rosazza, nel Biellese, che hanno coinvolto il deputato Fdi Emanuele Pozzolo e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro. A questo proposito, stando a quanto trapela con insistenza da qualche ora, proprio in occasione della conferenza stampa, Giorgia Meloni potrebbe annunciare la sospensione del parlamentare Pozzolo da Fratelli d’Italia. Il caso, che immediatamente s’è trasformato in una diatriba politica, è scottante e la presidente del consiglio, alla vigilia dell’apertura della campagna elettorale delle europee, non vuole problemi. E sarebbe pronta a sospendere il deputato dal partito per evitare ulteriori polemiche e tentare, così, di spegnere il fuoco delle contrapposizioni sull’incidente di Rosazza, a seguito del quale è rimasto lievemente ferito un 31enne a causa di un colpo sparato dal revolver di proprietà dello stesso Pozzolo. Una vicenda spinosa e intricata che alimenta il dibattito pubblico e che si è arricchita, proprio ieri, delle dichiarazioni di un testimone che inchioderebbe, smentendone la versione, lo stesso deputato alle sue responsabilità.


Torna alle notizie in home