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Confindustria al Governo: “Serve una risposta più robusta e duratura”

di Alessio Gallicola -

Roma, 20/05/2020 Nella foto Carlo Bonomi Presidente Confindustria


“Serve una risposta più robusta, di sistema e soprattutto duratura”. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, richiama il Governo ad un’azione più incisiva per contrastare gli effetti che le sanzioni per il conflitto in Ucraina stanno avendo sulle imprese italiane. “Un’eventuale soluzione ravvicinata del conflitto – riflette Bonomi – avrebbe l’effetto di attenuare gli impatti ma non di azzerarli. Ed è per questo che continuiamo a ritenere insufficiente l’approccio di brevissimo periodo sinora seguito dal Governo”.
Le imprese continuano ad essere al fianco del Governo e dell’Europa, sostiene Confindustria, ma occorre approntare gli strumenti adeguati per far sì che non venga distrutto in tutto o in parte il tessuto produttivo del Paese. E se, dicono da viale dell’Astronomia, la Germania sta stanziando 100 miliardi per sostenere le imprese attraverso linee di credito emergenziali, interventi sull’equity e sovvenzioni per compensare l’aumento dei costi, è evidente che non possano bastare i 5 miliardi che il governo italiano ha deciso di stanziare col Def. “Va evitato il pericolo di alimentare ulteriormente la spirale inflattiva con una non corretta politica dei redditi. Non è possibile chiedere alle imprese, che si stanno già fermando per gli aumenti dei costi degli input, anche un aumento del costo del lavoro, che al contrario andrebbe tagliato. Sul fronte dell’aumento dei prezzi servirebbe una risposta di sistema, un patto a tre con Governo e sindacati, ma se si pretende di discutere di redditi senza domandarsi come generare le risorse per corrisponderli, sarà tempo perso”
Ma mentre i sindacati chiedono di reperire più risorse ricorrendo ad uno scostamento di bilancio, per Confindustria, invece, “può essere un problema”. Le due visioni discordanti sono emerse durante le audizioni sul Def. La Cgil ritiene infatti che le risorse in campo “non siano assolutamente sufficienti per rispondere all’emergenza sociale”. Per Confindustria, invece, “bisogna prima vedere quelle che sono le risorse che già oggi abbiamo a disposizione: in una fase come questa pensare di fare nuovo debito, con i tassi in crescita, potrebbe essere un problema”.


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