Attualità

Conte non va a un convegno per non incrociare Schlein

Il segnale di persistenti preoccupazioni sulle vicende giudiziarie dei dem o la volontà di tenere il Pd sulla graticola

di Angelo Vitale -


Prima l’ordine di scuderia ai suoi di evitare dichiarazioni e commenti alle vicende giudiziarie in corso, poi l’assenza di Giuseppe Conte ad un convegno odierno alla Camera per evitare di incontrarvi Elly Schlein e i vertici di AVS. Un segnale concreto delle difficoltà e delle tensioni interne all’area progressista, in particolare nella costruzione del cosiddetto “campo largo” con il Pd e Alleanza Verdi e Sinistra guidata da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Una decisione che è specchio della volontà di marcare, se non la distanza verso la segretaria del Pd e verso i leader della sinistra ecologista, la necessità di prendere tempo, sperando che la situazione decanti.

Schlein alla Camera, Conte non ci va

Conte avrebbe disertato l’incontro proprio per evitare il faccia a faccia diretto con Schlein, Bonelli e Fratoianni, a significare le forti perplessità, oppure una precisa strategia, sullo stato delle trattative per le alleanze in vista delle prossime elezioni regionali.

Già da mesi il leader 5S mostra freddezza verso una coalizione troppo ampia considerata poco omogenea e rischiosa, soprattutto per la presenza o la possibile presenza futura di forze come Italia Viva di Matteo Renzi e +Europa, considerate per Conte “incompatibili” con il progetto pentastellato, definendo il campo largo “una formula giornalistica” senza reale consistenza.

Sala e Ricci, le storie che scottano

Conte, già a metà luglio, aveva chiesto “conseguenze politiche” per Sala, dichiarando che “quando si tratta di tutelare l’etica pubblica noi non volgiamo mai la testa all’altra parte e non guardiamo in faccia a nessuno”. Il M5S aveva chiesto un passo indietro di Sala, sottolineando che “non si può assolutamente creare la logica dei due pesi e delle doppie misure”. Poi, aveva lasciato il campo al silenzio su Milano.

Più preoccupante, per la visione dei 5S che intende affermare, l‘Affidopoli che coinvolge l’europarlamentare dem Matteo Ricci, riferita al suo mandato di sindaco di Pesaro.

Conte ha immediatamente chiesto chiarimenti, dichiarando che il Movimento 5 Stelle “rispetta il lavoro autonomo e indipendente della magistratura” e che “non sottovaluta le ipotesi accusatorie”. Attende che Ricci si chiarisca con la magistratura e dichiara che “se vi fossero elementi di una condotta disonesta, comporterebbero l’incompatibilità con i nostri principi e i nostri valori”.

Ha richiesto tutti gli atti giudiziari al Pd e ha annullato gli incontri pubblici dei 5 Stelle nelle Marche in attesa di capire meglio la portata della bufera giudiziaria. Dal quartier generale M5S si è sottolineato che “nulla è deciso”, ma che la priorità è salvaguardare “etica e trasparenza” della politica, ben prima di pensare a possibili vittorie elettorali.

Preoccupazioni che, per ora, non sembrano insidiare il progetto per portare a casa la candidatura di Roberto Fico a governatore della Campania saldando su essa pure le mosse di Vincenzo De Luca.


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