Politica

Conte si regge sull’emergenza più che sulla sua maggioranza

di Redazione -


Il governo Conte-bis e’ indubbiamente tra i governi piu’ deboli del dopoguerra. La sua maggioranza e’ infatti raccogliticcia, nata ad agosto scorso solo per evitare che un ricorso anticipato alle urne consegnasse al centrodestra – ed in particolare a Matteo Salvini ed alla sua Lega non piu’ Nord ma Nazionale – una maggioranza bulgara. I quattro componenti che sostengono la compagine governativa giallorossa ( M5S, Pd, Iv e LeU) sono quanto mai rissosi e la pensano diversamente quasi su tutto; eppure, nonostante cio’, l”avvocato del popolo” in questo momento appare piu’ saldo che mai ed anche se molto probabilmente non arrivera’ a concludere la legislatura alla scadenza naturale del 2023 puo’ guardare con una certa serenita’ ai prossimi mesi. Il fatto e’ che Giuseppe Conte puo’ contare su un sostegno piu’ forte della rissosita’ dei suoi sostenitori: l’emergenza creata dal coronavirus. La pandemia che ci ha colpito e che sta devastando l’intero mondo ha infatti creato in Italia una crisi ben superiore a quella provocataci dalla seconda guerra mondiale. Il Paese e’ in ginocchio e ci vorra’ del tempo, speriamo non tantissimo, perche’ possa rialzarsi. In questo contesto una crisi di governo, con ricorso alle elezioni anticipate, potrebbe arrecare un colpo durissimo alla nostra economia. Una campagna elettorale, che sarebbe molto dura viste le posizioni molto distanti tra maggioranza ed opposizione, ed anche tra i partiti di governo, bloccherebbe di fatto ogni misura politica tesa a dare una mano ad imprese e cittadini in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo. Questo lo sanno benissimo tutte le forze politiche. Ed anche Il presidente del Consiglio, il che lo rende forte nella sua opera di mediazione tra le diverse istanze dei suoi sostenitori. Ed infatti e’ riuscito a superare lo scoglio delle mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, riportando Matteo Renzi a piu’ miti consigli, ed anche lo scontro sulla scuola tra M5S e Pd. Ma come gli esami di eduardiana memoria che non finiscono mai, cosi’ gli attriti nella maggioranza continuano. Mentre si lavora per la ripresa, molto spesso piu’ con gli annunci che con provvedimenti di facile attuazione, i motivi di scontro tra i sostenitori del governo non vengono meno. Ora sulla scrivania di Conte c’e’ il caso Atlantia e delle concessioni autostradali che vede pentastellati e “democratici” su posizioni divergenti se non opposte. Non dubitiamo che il presidente del Consiglio, anche questa volta, riuscira’ a trovare la “quadra”, ma certamente cosi’ e’ difficile andare avanti per troppo tempo. Sotto sotto, in Italia, sta crescendo la rabbia sociale e per affrontarla non bastano annunci di provvedimenti e minacce di nuove chiusure. Bisogna tagliare le unghie alla burocrazia, dare impulso alla ripresa economica in tempi piu’ che brevi e avviare una progettualita’ per il futuro perche’ non e’ pensabile che, con il coronavirus in circolazione chissa’ per quanto tempo ancora, tutto possa tornare come prima. Sono mesi difficili per tutti quelli che abbiamo di fronte. E sono difficili soprattutto per il governo se i suoi “quattro moschettieri” non troveranno il modo di andare d’accordo trovando soluzioni condivise e non accettate solo per quieto vivere. Se si continuera’ a litigare, un incidente di percorso e’ sempre possibile. E la storia parlamentare del nostro Paese ne e’ piena.

Giuseppe Leone

 


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