Ambiente

Accordo “storico” alla Cop 28, emissioni zero entro il 2050

di Martina Melli -


Alla Cop28 è stato approvato il testo del “Global Stocktake” senza obiezioni da parte dei 198 delegati, con la sala che è scoppiata in un applauso. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si decide così di adottare il bilancio globale degli impegni che comprende le azioni per ridurre le emissioni di gas serra.

“Dal profondo del mio cuore, grazie” ha commentato il presidente della Cop28 Sultan Al Jaber. “Abbiamo percorso insieme una lunga strada in un breve lasso di tempo. Abbiamo lavorato molto duramente per garantire un futuro migliore alla nostra gente e al pianeta. Dovremmo essere orgogliosi dei nostri risultati storici. Il mio paese, gli Emirati Arabi Uniti, è orgoglioso del suo ruolo nell’aiutarvi ad andare avanti. Abbiamo fornito una risposta globale al bilancio globale. Abbiamo presentato un solido piano d’azione per mantenere la soglia dell’1,5°C a portata di mano. È un piano equilibrato che affronta le emissioni… è costruito su un terreno comune. È rafforzato dalla piena inclusività. Si tratta di un pacchetto storico per accelerare l’azione sul clima. È il consenso degli Emirati Arabi Uniti”.

Il testo presentato ai delegati mercoledì mattina alla Cop28 – e adottato pochi minuti fa – impone ai paesi per la prima volta di intraprendere una fase di abbandono de facto dei combustibili fossili. Ma non può obbligarli a farlo e contiene “una litania di scappatoie”, secondo i piccoli stati insulari più vulnerabili agli impatti della crisi climatica, che impediranno al mondo di ridurre le emissioni di gas serra abbastanza drasticamente da limitare riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

In realtà come fanno notare gli esperti, ci sono molti problemi con questo accordo. I Paesi in via di sviluppo hanno ancora bisogno di centinaia di miliardi in più in finanziamenti per poter compiere la transizione dal carbone, dal petrolio e dal gas. Mentre i Paesi sviluppati e i produttori di petrolio non saranno costretti a muoversi così velocemente come sollecita la scienza del clima.


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