A Seul la situazione è tesa per la richiesta di arresto che pende sul capo dell'ex primo ministro Han Duck-soo
La missione statunitense del presidente sudcoreano Lee Jae Myung, con l’atteso faccia a faccia con Donald Trump, è iniziata in maniera turbolenta per l’inattesa uscita di quest’ultimo su Truth Social. “Cosa accade in Corea del Sud? Sembra una purga o una rivoluzione. Non possiamo permetterlo e fare affari lì”, ha scritto a bruciapelo il tycoon a poche ore di distanza dal confronto con il suo “ospite”, al potere da giugno. L’ufficio presidenziale della Corea del Sud ha fatto sapere di voler procedere alle dovute verifiche.
Per Lee Jae Myung è necessario il dialogo
Lee Jae Myung, ha espresso l’auspicio di poter ritornare allo spirito collaborativo del 2018, quello delle Olimpiadi invernali. In questa ottica va visto anche l’incontro a Pechino tra il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, e Park Byeong-seug, suo inviato speciale. “La questione della Corea del Nord è molto importante per noi, quindi che si tratti del dossier nucleare o della questione nordcoreana, la pace e la stabilità nella penisola coreana sono la cosa più importante per la sicurezza”, ha affermato Lee, evidenziando il “peggioramento della situazione”, che aumenta la “necessità di dialogo”.
La tappa a Washington segue quella a Tokyo. Il cambio di “usanza” rispetto ai suoi predecessori, ha sorpreso la stampa sudcoreana. Usa e Corea del Sud stanno conducendo esercitazioni militari congiunte fino a giovedì.
Tra i temi sul tavolo con Trump oltre ai dazi (dopo l’ accordo che prevede misure tariffarie al 15% per Seul), c’è il ruolo dei 28.500 militari Usa in Corea del Sud (Usfk) e la richiesta agli americani di “maggiore flessibilità” nella missione per una una trasformazione strategica orientata al futuro.
In Giappone, Lee Jae Myung ha parlato di “ordine internazionale instabile” citando sia “il commercio” che “la sicurezza”. Per il premier giapponese Shigeru Ishiba, “lo sviluppo di relazioni stabili è di beneficio non solo per Giappone e Corea del Sud ma per tutta la regione”. “Abbiamo ribadito il nostro impegno alla completa denuclearizzazione della Penisola coreana e per una pace duratura e abbiamo concordato uno stretto coordinamento sulla politica rispetto alla Corea del Nord”, ha precisato il presidente sudcoreano durante un punto stampa congiunto con il padrone di casa.
In Corea del Sud le acque sono agitate
Lee deve fare i conti anche con una situazione interna non semplice. I procuratori sudcoreani hanno presentato infatti una richiesta di arresto per l’ex primo ministro Han Duck-soo, accusato di aver aiutato l’ex presidente Yoon Suk Yeol a dichiarare la legge marziale lo scorso dicembre e di aver successivamente mentito in tribunale. Un tribunale esaminerà nei prossimi giorni la validità della richiesta. In caso di approvazione sarebbe la prima volta nella storia della Corea del Sud che un ex presidente e un ex primo ministro finiscono entrambi in prigione.
La procuratrice Park Ji-young ha rimarcato che Han “rappresentava la principale istituzione statale a garanzia del dovere del presidente di proteggere la nazione e la costituzione. Queste considerazioni sono alla base della richiesta odierna”.
La crisi politica è scoppiata dopo che, il 3 dicembre 2024, Yoon aveva imposto la legge marziale e schierato militari armati nell’Assemblea Nazionale. Un colpo di mano contrastato energicamente dai deputati dell’opposizione, con una forte resistenza nell’Assemblea nazionale, l’impeachment del presidente e la sua destituzione ufficiale nel mese di aprile da parte della Corte Costituzionale. Han aveva assunto il ruolo di presidente ad interim, prima di dimettersi per candidarsi alle elezioni anticipate. Un progetto naufragato per il rifiuto del suo stesso partito di sostenerlo.
Attriti con la Corea del Nord
Nuove tensioni anche sul fronte esterno con i vicini della Corea del Nord. I militari sudcoreani, all’inizio della settimana scorsa, hanno confermato di aver esploso colpi di avvertimento in direzione di soldati nordcoreani che hanno oltrepassato la linea di demarcazione. Per Pyongyang si è trattato di una “provocazione premeditata e deliberata” con l’esplosione di più di dieci colpi di avvertimento “con una mitragliatrice” in direzione di “soldati nordcoreani che stavano lavorando a un progetto per una barriera” al confine.
Il leader nordcoreano Kim Jong Un nella giornata di domenica ha supervisionato il lancio di prova di due nuovi missili di difesa aerea. La Korean Central News Agency (Kcna) ha riferito che i sistemi d’arma “migliorati” presentano una “superiore capacità di combattimento” e che il loro funzionamento si basa su una “tecnologia unica e speciale”. La Kcna ha reso noto che le nuove armi sono progettate per “distruggere diversi tipi di bersagli aerei”.