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Coronavirus, l’Oms a Pechino, i morti salgono quasi 1800

di Redazione -


Esperti internazionali inviati a Pechino dall’Organizzazione mondiale della sanità hanno iniziato a discutere con le loro controparti cinesi di come contenere l’epidemia del nuovo coronavirus. Lo ha annunciato l’agenzia delle Nazioni Unite. “Attendiamo con impazienza questa importante e vitale collaborazione che contribuisce alla conoscenza globale dell’epidemia #COVID19” – ha dichiarato su Twitter il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Intanto il bilancio dell’epidemia si è ulteriormente aggravato nella Cina continentale: 1.770 i morti, principalmente nella provincia di Hubei. Questa cifra delinea un calo del numero giornaliero di nuovi decessi (105 lunedì contro i 142 di domenica e i 143 di sabato). Inoltre, il numero di nuovi casi registrati al di fuori di Hubei oggi era di soli 115, contro i quasi 450 una settimana prima. Un alto funzionario cinese ha dichiarato che il suo Paese è in procinto di controllare l’epidemia: “Possiamo già vedere l’effetto delle misure per controllare e prevenire l’epidemia in diverse parti del Paese” – ha affermato la portavoce del Ministero della Sanità cinese, Mi Feng. Le autorità cinesi hanno poi provveduto ad isolare un’altra città cinese dove il virus si è molto diffuso, Xiaogan, proibendo agli abitanti di uscire di casa. Chi viola il divieto rischia 10 giorni di carcere. La città si trova a Hubei, la stessa provincia di Wuhan, la città epicentro dell’epidemia. A Xiaogan, riporta il Global Times, sono morte 70 persone, 3279 hanno contratto il virus. Nella provincia di Hubei ci sono stati in tutto 1696 morti, 6639 persone sono state ricoverate e 58182 hanno contratto il vurus. Al di fuori della Cina continentale, dove sono state contagiate almeno 70.500 persone, quasi 600 casi di contagio da epidemia di coronavirus sono stati confermati in circa 30 Paesi in tutto il mondo.

C.B.


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