È un fuoco incrociato quello contro i Soumahoro. Alle accuse sulle coop della suocera Maria Therese Mukamitsindo, e alle denunce degli ex soci del sindacato fondato da Aboubakar, si aggiunge il racconto del clima di terrore seminato da alcuni esponenti della Lega dei Braccianti nel ghetto per gli immigrati che si spezzano la schiena nei campi di pomodori del Foggiano. “Abbiamo sempre cercato di avere un dialogo con Lega Bracciant per l’attività sindacale su Torretta Antonaci”, ha detto a L’Identità Daniele Iacovelli, della Flai Cgil Foggia. “La Regione Puglia, dopo l’ultimo grande incendio, ha istituito un’area controllata attraverso dei container per 400 persone e uno di questi fu assegnato a tutte le associazioni. Ma dopo la consegna delle chiavi”, racconta, “fummo estromessi dall’uso di quella postazione, in malo molo, subendo a maggio 2021 quasi un’aggressione fisica, volarono tavoli. Abbiamo sporto denuncia alla Questura”, ha aggiunto, “ci aggredirono esponenti che facevano parte di Lega dei Braccianti, che ci dissero chiaro che lì doveva stare solo Lega dei Braccianti”. E precisa: “Soumahoro non era presente. Abbiamo provato ad avere un’interlocuzione istituzionale, ma non l’abbiamo mai incontrato né abbiamo mai ricevuto una telefonata da lui”. Sembra che ci andasse poco nel ghetto Aboubakar, giusto per farsi qualche selfie e video con i disperati per i cui diritti dice di battersi. Gli ormai ex soci del parlamentare di sinistra, Soumahoro Sambare Soumaila e Alfa Berry, assestano inoltre un pesante j’accuse con una lettera inviata alla polizia e pubblicata da Repubblica, in cui denunciano la sparizione di circa 200mila euro da una racconta fondi. Denaro da usare per aiutare gli stranieri, negli interventi tra Borgo Mezzanone, Torretta Antonacci, Riace, Mondragone, Venosa e Rosarno. Gli ex soci, con fatture alla mano, parlano di spese, tra mascherine e cibo, di 55mila euro, più i costi del trasporto e ipotizzano che il deputato abbia impiegato i restanti 200mila per viaggi e spese di missione.
“Così ci cacciarono dal campo rifugiati quei braccianti usarono la violenza”

È un fuoco incrociato quello contro i Soumahoro. Alle accuse sulle coop della suocera Maria Therese Mukamitsindo, e alle denunce degli ex soci del sindacato fondato da Aboubakar, si aggiunge il racconto del clima di terrore seminato da alcuni esponenti della Lega dei Braccianti nel ghetto per gli immigrati che si spezzano la schiena nei campi di pomodori del Foggiano. “Abbiamo sempre cercato di avere un dialogo con Lega Bracciant per l’attività sindacale su Torretta Antonaci”, ha detto a L’Identità Daniele Iacovelli, della Flai Cgil Foggia. “La Regione Puglia, dopo l’ultimo grande incendio, ha istituito un’area controllata attraverso dei container per 400 persone e uno di questi fu assegnato a tutte le associazioni. Ma dopo la consegna delle chiavi”, racconta, “fummo estromessi dall’uso di quella postazione, in malo molo, subendo a maggio 2021 quasi un’aggressione fisica, volarono tavoli. Abbiamo sporto denuncia alla Questura”, ha aggiunto, “ci aggredirono esponenti che facevano parte di Lega dei Braccianti, che ci dissero chiaro che lì doveva stare solo Lega dei Braccianti”. E precisa: “Soumahoro non era presente. Abbiamo provato ad avere un’interlocuzione istituzionale, ma non l’abbiamo mai incontrato né abbiamo mai ricevuto una telefonata da lui”. Sembra che ci andasse poco nel ghetto Aboubakar, giusto per farsi qualche selfie e video con i disperati per i cui diritti dice di battersi. Gli ormai ex soci del parlamentare di sinistra, Soumahoro Sambare Soumaila e Alfa Berry, assestano inoltre un pesante j’accuse con una lettera inviata alla polizia e pubblicata da Repubblica, in cui denunciano la sparizione di circa 200mila euro da una racconta fondi. Denaro da usare per aiutare gli stranieri, negli interventi tra Borgo Mezzanone, Torretta Antonacci, Riace, Mondragone, Venosa e Rosarno. Gli ex soci, con fatture alla mano, parlano di spese, tra mascherine e cibo, di 55mila euro, più i costi del trasporto e ipotizzano che il deputato abbia impiegato i restanti 200mila per viaggi e spese di missione.