Politica

“Così saremo finalmente indipendenti Le alternative green? Tempi lunghi”

di Edoardo Sirignano -

LUCA SQUERI POLITICO


“L’autonomia energetica si avrà tra dieci anni. Fa bene il premier a utilizzare l’agenda Mattei. Così siamo amici di tutti, ma non dipendiamo da nessuno”. Luca Squeri, responsabile energia di Forza Italia e consulente privilegiato della premier Meloni per quanto concerne il tema approvvigionamento.
Che significa assume la visita negli Emirati?
Non è la prima e non sarà l’ultima. Se vogliamo darle un significato particolare, possiamo dire che il presidente del Consiglio, in un momento in cui l’energia è attenzionata per i motivi che tutti sappiamo, cerca di rafforzare rapporti economici indispensabili per il nostro Paese. In tal senso, abbiamo la fortuna di avere un’azienda, che ha consentito all’Italia di avere rapporti ben saldi sia con l’Asia che con l’Africa.
Si riferisce al piano Mattei?
Ci colloca, in primo piano, rispetto ad altri Paesi. Dal punto di vista logistico, abbiamo una posizione strategica, che non può essere ignorata. Siamo l’hub d’Europa e non possiamo che non essere i protagonisti quando si parlerà di rete energetica continentale. Possiamo essere il ponte sia col Nord Africa, considerando i nostri rapporti con Egitto, Libia e Marocco, nonché un partner strategico per quanto concerne il Golfo Persico. Meloni ha un piano ben preciso in tal senso.
Quali le quote energetiche previste nel nuovo accordo?
Importantissime. Dei 70 miliardi di metri cubi di gas che utilizziamo, il 40 per cento, fino all’inizio della guerra, lo importavamo dalla Russia. Adesso meno del 10 per cento. Avendo abbandonato la produzione interna di gas, pur avendo riabilitato le trivelle nell’Adriatico, le quote previste nel piano Mattei, in cui rientranoanche gli Emirati, sono basilari. Solo così avremo un approvvigionamento energetico in grado di soddisfare la domanda. Avere tanti amici, senza dipendere da nessuno, considerando che parliamo di Paesi dove la stabilità politica non è garantita al cento per cento, mi sembra la strada da perseguire.
Ha parlato di Russia. La sorprendono le ultime dichiarazioni di Berlusconi sulla guerra?
La speranza è che con la fine del conflitto possa essere ripreso il lavoro effettuato da Berlusconi. L’ex premier è il portavoce del sentimento presente in gran parte del Paese: fare ogni sforzo per la pace. Stiamo parlando, d’altronde, di chi ha cercato, con tutte le energie, di far entrare la Russia nella Nato. Quanto accaduto a Pratica di Mare, non può essere dimenticato.
Un giorno si potrà tornare a parlare di idrocarburi col Cremlino?
Finché ci saranno le ostilità, non credo.
Quanto, intanto, stanno influendo le relazioni che il governo Meloni sta intensificando in giro per il pianeta?
Il gas è sceso molto rispetto ai picchi che aveva raggiunto. Ciò è una notizia positiva. Diversificare l’approvvigionamento vuol dire abbassare il rischio di speculazioni.
Ci potranno essere, a breve, nuovi contratti?
Stiamo parlando di un punto di partenza, non di arrivo. Il primo step è consolidare determinati rapporti. Il secondo, invece, è ampliarli. Nei prossimi mesi, in tal senso, potrebbero arrivare notizie confortanti. Posso dire, che l’Italia, a breve, firmerà importanti contratti.
Quale, quindi, il significato dell’ultimo memorandum di Giorgia?
Mettere in connessione Paesi, facendo sì che ci sia una convenienza reciproca, in termini di commesse, dinamiche commerciali. Stiamo parlando di strumenti utili a favorire lo scambio di prodotti.
Cosa è cambiato rispetto al governo Draghi?
C’è finalmente una maggioranza che ha gli stessi obiettivi. Dimostrazione è quanto successo sull’automotive, dove un governo ha espresso un no secco al divieto di vendere macchine che non siano elettriche a partire dal 2035. Questa posizione con Draghi non sarebbe stata possibile. I 5 Stelle e il Pd sposano ideologicamente la faziosità europea su determinati argomenti.
A parte i nuovi accordi, quanto tempo ci vorrà per arrivare all’autonomia energetica?
Dieci anni, ovvero tutto il percorso della transizione energetica. Non basta implementare tutte le energie rinnovabili, ma bisognerà far diventare il nucleare concretezza. Pur essendo questo esecutivo favorevole alla sfida, ci vogliono dei tempi per realizzare le centrali. Ecco perché servono soluzioni tampone come il piano Mattei. Nessuno può pensare che dalla sera alla mattina siamo indipendenti dagli idrocarburi fossili. La decarbonizzazione si concluderà nel 2050. Serve, quindi, andare avanti su binari paralleli.
Fondamentale in tal senso è il lavoro dell’Eni. Considerando che le nomine sono all’ordine del giorno, giusto confermare Descalzi?
Assolutamente! Non ci sono dubbi: è l’uomo giusto al posto giusto. La volontà generale di chi governa e di chi ha conoscenza rispetto al tema è non mandare a casa chi sta facendo bene. Le assicuro, non ci sono divisioni.

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