Economia

Cotti e mangiati

di Giovanni Vasso -

CARO BOLLETTE, ENERGIA, RINCARI.


Altro che maccheroni, l’Italia è sempre più il Paese dei rincari feroci. I consumatori sono in trincea. E promettono battaglia. Perché anche solo pensare di cucinarsi un semplice piatto di spaghetti sta diventando un problema. Tra bollette impennate e gli aumenti della pasta, per gli italiani è giunto davvero il momento di mettersi a dieta. Forzata.
Il Codacons ha fatto i conti e ha scoperto che oggi, rispetto a dieci anni fa, ogni famiglia paga, per le tariffe di gas, luce, acqua e rifiuti, qualcosa come 1.625 euro in più all’anno. Un autentico salasso. Solo la bolletta dell’elettricità ha subito un aumento del 240%, in pratica, a parità di consumi, si paga oggi due volte e mezza in più di quanto si sborsava nel 2012. Le cifre parlano da sé. Il Codacons spiega che “nel 2012 la bolletta media della luce si è attestata a quota 524 euro a famiglia, mentre quella del gas è stata pari a 1.277 euro a nucleo; nel 2022, e a causa dei continui rincari dei prezzi energetici, la bolletta media per l’elettricità ha raggiunto quota 1.322 euro, mentre per il gas una famiglia ha speso 1.866 euro”. Ergo: “In 10 anni la spesa per l’energia elettrica è aumentata quindi di quasi 800 euro (+798 euro) mentre quella per il gas di 589 euro, per un totale di +1.387 euro a famiglia. Confrontando il dettaglio delle tariffe, si scopre che quelle della luce hanno segnato un vero e proprio record del +240%, passando dai 19,403 centesimi di euro per kilowattora dell’ultimo trimestre del 2012 ai 66,01 centesimi di euro dell’analogo periodo del 2022”. Ma i rincari, come i guai e le ciliegie, non vengono mai da soli e l’uno tira l’altro. Così i consumatori hanno scoperto che “nel 2012 per le forniture di acqua una famiglia ha spesa in media 310 euro, spesa salita a 487 euro nel 2022 (+57%)” mentre “la tariffa per la raccolta e smaltimento rifiuti passa invece dai 253 euro del 2012 ai 314 euro del 2022, con un incremento del +24,1%”. Oltre al danno, però, c’è anche la beffa. Perché, se è vero che “la spesa delle famiglie italiane per luce, gas, acqua e rifiuti sale di 1.625 euro a nucleo in dieci anni, registrando un aumento in media del 68,72%”, va anche considerato che “in base ai dati ufficiali Istat il reddito netto medio delle famiglie è aumentato solo dell’11,5%, passando dai 29.426 euro del 2012 ai 32.812 euro annui del 2020”.
Un altro tasto dolentissimo per le famiglie italiane è legato agli aumenti dei beni di prima necessità. La pasta, su tutti. Il ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha confermato che il governo è al lavoro “per cercare tutte le soluzioni possibili ed evitare qualsiasi accenno alla speculazione”. Il ministro ha spiegato di aver già riunito tutti, dagli agricoltori alla grande distribuzione, per rintracciare l’origine degli aumenti. Inoltre ha assicurato di aver “attivato il nostro ispettorato del controllo qualità e repressione frodi per verificare se vengono utilizzati grani che non corrispondono alle produzioni nazionali, quando sulla pasta è dichiarato che lo siano”. Per l’Istituto Bruno Leoni, però, il governo sta sbagliando approccio alla questione: “La pasta costa troppo? Cucineremo il risotto! Verrebbe da rispondere così alla notizia che il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato la Commissione di allerta rapida e il Garante dei prezzi per esaminare i rincari della pasta. L’incontro si svolgerà giovedì e potrebbe innescare una ondata di controlli della Guardia di finanza contro la speculazione’. Ma, prima – si legge in una nota -, i tecnici del Ministero dovranno rispondere alla domanda perché spaghetti e fusilli a marzo 2023 costavano il 17,5 per cento in più di un anno fa, mentre la materia prima è diminuita di prezzo”.


Torna alle notizie in home