Covid-19, c’è il rischio di tornare nell’incubo Il parere del presidente del consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli
“C’è il rischio che la situazione peggiori di nuovo, meglio essere pronti”. Franco Locatelli, presidente del consiglio superiore di sanità e componente del comitato tecnico-scientifico, è convinto che la proroga dello stato di emergenza sia giusta. “Non ne siamo fuori – spiega in un’intervista al quotidiano la Repubblica – lo dimostrano i numeri che vediamo ogni giorno, lo dimostrano i cluster che si sono verificati in varie aree, da Mondragone a Palmi, dal Veneto a Bologna. Dobbiamo dare un messaggio forte: ovviamente e felicemente siamo usciti dal quadro drammatico, ma non siamo fuori dal problema epidemia da coronavirus. E ricordiamoci che siamo nei mesi climaticamente favorevoli. Va sfruttato al meglio questo periodo per ridurre sempre più la circolazione del virus, perché arriveranno mesi tardo-autunnali e invernali con condizioni climatiche che favoriscono la circolazione dei virus respiratori. E il Sars-CoV-2 non fa eccezione”. Secondo Locatelli il virus è “esattamente lo stesso, ha la stessa patogenicità, però è normale aver casi meno gravi nelle fasi discendenti della curva epidemica. La curva è certamente in flessione, ma non tende a zero. Tra l’altro se si guarda l’ultimo periodo stiamo sempre tra i 100 e i 200 casi, se non oltre. Non è nel mio stile fare allarmismi, ma non possiamo nemmeno essere così superficiali da dire che siamo nella fase che porta all’estinzione dell’epidemia”. Bloccare i voli provenienti da 13 Paesi “è stata una decisione assolutamente saggia del ministro Speranza – aggiunge – si valuterà poi la situazione in funzione dell’evoluzione epidemica. In certi grandi Paesi, come il Brasile, il Cile e il Perù, la curva epidemica non è assolutamente sotto controllo, anzi. Del resto adesso stiamo avendo diversi casi di importazione, come quelli delle persone rientrate dal Bangladesh”.
Sulla proroga dello stato di emergenza, Locatelli conclude: “Premetto che questa scelta spetta alla politica, al Parlamento che è sovrano. Io credo che mantenere lo stato di emergenza ci permetta una maggior capacità di essere reattivi, di mettere in atto tutte le misure che servono a gestire adeguatamente la situazione pandemica, dalla quale non siamo usciti, soprattutto nel caso ci fosse una crescita del numero di casi. Questa ovviamente è la mia posizione come cittadino. Se poi tra tre mesi davvero non avremo più malati e il virus si sarà estinto, cosa di cui dubito molto, si è sempre in tempo a cambiare. Non è una scelta scolpita nella pietra”.
Domenico Condello
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