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COVID: OMOGENEA IN TUTTA ITALIA, LA DISTRIBUZIONE DEI MEDICI PER I VACCINI

di Redazione -


La sperequazione delle somministrazioni dei vaccini anti-Covid nelle regioni d’Italia non può essere motivata con lo scarso numero di medici presenti sul nostro territorio né con una distribuzione non adeguata del personale sanitario. C’è un sostanziale equilibrio, infatti, tra la presenza di medici nelle vare aree del Paese e il quadro demografico della Penisola. Su 104.821 “camici bianchi” che lavorano in Italia, al Nord opera il 45,2% del totale, percentuale che si sovrappone al 46,3% degli abitanti del settentrione. Al Centro, lavora il 19,7% dei medici e in quelle zone vive il 19,8% della popolazione, mentre al Sud i camici bianchi sono il 22,6% e la percentuale demografica si attesta al 23,0%; nelle Isole, invece, i “dottori” sono il 12,5% e i cittadini il 10,9% del totale. Lo rileva un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui in media il rapporto, su scala nazionale, è di un medico ogni 569 abitanti e nonostante che, ad esempio, il Lazio (un medico ogni 767 abitanti, dato peggiore a livello nazionale) proceda più spedito della Lombardia (uno ogni 697) con le somministrazioni dei vaccini. Entrando piu’ nel dettaglio,  in Italia i medici sono 104.821, uno ogni 569 cittadini.  In Lombardia vive il 16,8% della popolazione e i medici sono il 13,7% del totale: 14.378 “camici bianchi” corrispondono a uno ogni 697 abitanti; nel Lazio risiede il 9,7% della popolazione e i medici sono il 7,2% del totale: 7.500 “camici bianchi” corrispondono a uno ogni 767 abitanti. In Campania il rapporto tra medici e abitanti è di uno a 632: i “camici bianchi” sono 9.043 (8,6% del totale) in una regione che ospita il 9,6% della popolazione. In Veneto, il rapporto tra medici e abitanti è di uno a 604: i  dottori sono 8.079 (7,7% del totale) in una regione che ospita l’8,2% della popolazione. La Sicilia ha un rapporto tra medici (8.939, pari all’8,35% del totale) e cittadini (8,2% della popolazione italiana) più favorevole rispetto alla media nazionale: un “camice bianco” ogni 545 abitanti. Quanto alle macroaree, al Nord il rapporto tra medici e cittadini è di uno a 583. Nelle otto regioni settentrionali operano 47.353 medici (45,2%) e la popolazione ospitata corrisponde al 46,3% del totale. Al Centro, i “camici bianchi” sono 20.602, uno ogni 574 abitanti: corrispondono al 19,7%, percentuale sostanzialmente identica a quelle della popolazione ospitata, pari al 19,6%. Al Sud sono presenti 23,711 medici, pari al 22,6% del totale, mentre la popolazione corrisponde al 23,0% del totale nazionale. Nelle Isole, i medici totali sono 13.155, pari al 12,5%, con la popolazione complessiva che corrisponde al 10,9% del totale nazionale, mentre il rapporto tra “camici bianchi” e cittadini è di uno ogni 382. La Sardegna è la regione d’Italia con la maggior presenza di personale sanitario in rapporto alla popolazione: un medico ogni 382 abitanti, con un totale di 4.216 “camici bianchi” pari al 4,0% del totale e la popolazione che è pari al 2,7% degli italiani. Per trovare rapporti così favorevoli, bisogna spostarsi in Valle d’Aosta: i medici totali sono 311 (uno ogni 402 abitanti), pari allo 0,3%, con la popolazione complessiva che corrisponde allo 0,2% del totale nazionale. In linea con la media nazionale tutte le altre regioni. Ma quello che emerge dallo studio non e’ appunto la carenza di medici sui vari territori italiani ma le diverse ”politiche” avvicinali attuate dalle regioni. Secondo Unimpresa, pertanto, il governo dovrebbe avocare a se’ la regia  del piano delle vaccinazioni per procedere in maniera piu’ spedita anche per poter riaprire l’Italia in sicurezza sia dal punto di vista economico che sociale.

 

 red/rf


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