Economia

Crisi energetica, una soluzione c’è: biogas e biometano

di Alessio Gallicola -


Una soluzione alla crisi energetica che attanaglia il nostro Paese c’è e, diversamente dalle altre prospettate in questi giorni, saremmo in grado di metterla in campo con le nostre forze. Si chiamano biogas e biometano i cardini di una ripresa della produzione interna di energia che, in maniera virtuosa, cono in condizione di coniugare la fame energetica e il rispetto dell’ambiente. Un contributo in termini di sicurezza e affidabilità del piano energetico che il Governo ha varato e che, secondo il Cib, Consorzio italiano biogas, le aziende agricole possono garantire diventando un importante centro per la produzione diversificata di energia rinnovabile.

“Nell’emergenza attuale occorre un’accelerata – dice il presidente del Cib Piero Gattoni -. Abbiamo tutto quello che occorre per agire subito, l’emergenza attuale richiede una accelerazione delle tempistiche di gestione di tutta la parte attuativa del Recovery Plan. La Commissione Europea si sta indirizzando nelle ultime settimane verso proposte che vedono una serie di misure per la produzione di biogas rinnovabile e biometano a livello europeo. Visto che l’Italia ha precorso i tempi, individuando per prima in Europa un piano importante sul biometano nel Recovery plan, ora è fondamentale il ruolo del governo nell’interlocuzione con la Commissione europea per velocizzarne la parte attuativa”.

In questo settore, dunque, diversamente da altri comparti, siamo in linea con le tempistiche europee. All’indomani della crisi pandemica, all’interno del piano di rilancio della transizione ecologica, l’Italia ha puntato molte fiches sulla produzione di biometano, considerando l’agricoltura come elemento importante e fondamentale della transizione, in grado di fornire energia rinnovabile. E oggi, in piena crisi energetica acuita dal conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina, torna d’attualità la sicurezza energetica. In questo senso, secondo il presidente del Cib, le recenti parole del premier Draghi rappresentano “una risposta coerente sul fatto di poter produrre al 2030 un 10% dell’attuale consumo di gas naturale con una forma bio e 100% made in Italy”.

I numeri sono dalla nostra parte, anche per mettere in campo un piano che si sviluppi in tempi rapidi. Sono infatti 1500 gli impianti che potrebbero diventare efficienti, garantendo un’attuazione rapida Recovery Plan. “Le aziende – conclude Gattoni – sono pronte ad investire, vanno messe nelle condizioni giuste per farlo il più velocemente possibile. Servono norme che consentano di avere un traguardo di medio/lungo periodo per creare fiducia nelle imprese e fare gli importanti investimenti che il piano presenta”.


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