Attualità

Crisi fai-da-te così gli italiani cambiano vita

Contro il caro vita, i cittadini ritornano al buon vicinato e si affidano alle ricerche sul web. Torneremo a vivere come vivevano i nostri nonni?

di Giovanni Vasso -


Davanti al grande freddo, gli italiani si organizzano riscoprendo la socialità e la voglia, adesso necessità, di stare insieme. La valanga di aumenti ha cambiato radicalmente le abitudini dei cittadini che ora, dopo aver tagliato i caffé al bar e iniziato a scegliere prodotti più a buon mercato anche per gli alimentari, tentano di ritrovare un po’ di forza nell’unirsi per far fronte ai propri bisogni tentando di risparmiare. Alcune famiglie, per esempio, iniziano a passarsi il bucato di lavatrice in lavatrice. Un po’ come, una volta, si faceva col forno a legna per farsi il pane. Un giorno ciascuno. Così, adesso, si tenta di risparmiare mettendo insieme i panni, caricando la lavatrice una volta a testa. Intanto si è consolidata l’abitudine, che già da tempo aveva preso piede, di “steccarsi” il pieno e andarsene al lavoro utilizzando tutti una sola auto. Magari utilizzando, una settimana ciascuno, la propria vettura e mettendola a disposizione di amici e colleghi. Si tratta di un tipo di mobilità che ha creato anche un affare e un settore economico, il car-pooling. Che magari consente anche a chi non può permettersi una vettura conforme agli standard anti-inquinamento di poter entrare nel centro delle città senza, per questo, doversi svenare. Del resto gli italiani, a cambiare macchina, non ci pensano nemmeno più. L’Anfia, l’associazione nazionale per la filiera automobilistica, ha riferito che “l’indice della fabbricazione di autoveicoli registra una variazione negativa del 2,5% a luglio 2022 e del 7,3% nei primi sette mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo”.
Cambiano anche le abitudini per l’acquisto del vestiario. Si compra meno e con la speranza che gli abiti durino di più. Una beata illusione, di solito. Quanto spendi, tanto appendi dice a proposito un proverbio più che saggio. Eppure alcune catene di abbigliamento tentano di resistere offrendo buoni sconto che premiano la fedeltà delle famiglie. Si compra di più sul web dove è facile trovare occasionissime. I giovani, di solito, non si fanno remore a fare acquisti anche di seconda mano. Al punto che è sbocciato un mercato digitale floridissimo di app che si propongono di incrociare la domanda di chi cerca abiti a poco prezzo all’offerta di chi vuole sbarazzarsene raggranellando qualcosina.

Ma l’impatto più forte sulle abitudini dei cittadini, finora, è quello sull’alimentare. Le famiglie si rivolgono in massa agli hard discount per la spesa. I negozi al ribasso hanno fatto affari d’oro, assistendo a un incremento delle vendite che Assoutenti, solo a luglio, ha stimato pari a circa il 12,3%. Contestualmente, però, si è assistito a una diminuzione del 3,6% degli acquisti. Insomma, gli italiani mangiano meno e sono costretti a chiudere un occhio sulla qualità. Coldiretti, inoltre, ha denunciato che i cittadini acquistano sempre meno frutta e verdure fresche. Con tanti saluti alla dieta mediterranea e con qualche insidia in più per la salute.

Al Sud, dove certe cose accadono prima che al Nord, la crisi dei supermercati è iniziata già da tempo. In alcune attività commerciali, più piccole, i datori di lavoro messi alle strette (anche) dal caro bollette, hanno offerto la spesa ai loro dipendenti in cambio di una dilazione sui tempi per gli stipendi. Si è trattato, ovviamente, di accordi informali. E sarà così che l’Italia si organizzerà per far fronte all’emergenza. Puntando sul vicinato, su una mutua solidarietà per far fronte alle difficoltà che, oggi, non risparmiano nessuno. Il grande freddo è arrivato. Non guadagneremo più dei nostri nonni, torneremo a vivere come loro?


Torna alle notizie in home