L'identità: Storie, volti e voci al femminile



Editoriale

Prendersi cura delle piante fa bene alla nostra anima

di Adolfo Spezzaferro -


Prendersi cura delle piante non è soltanto un passatempo o una passione che ci mette in sintonia con la natura: è un rito silenzioso che nutre l’anima, un dialogo intimo tra l’essere umano e il resto del mondo vivente. Ogni volta che innaffiamo una foglia assetata, che togliamo una parte secca o osserviamo un germoglio spuntare, compiamo un atto che va oltre il semplice giardinaggio. È un gesto che ci ricorda che per fare bene le cose ci vuole pazienza e dedizione. Nella vita di tutti i giorni siamo travolti dalla fretta: scadenze, notifiche, rumore. Tutte cose che generano ansia. Le piante, invece, ci chiedono il contrario: fermarci, osservare, ascoltare. In sostanza, calmarci e restare calmi. Ci invitano a entrare nel loro ritmo, che non è quello della produttività ma della crescita naturale, graduale, impercettibile. Curarle significa imparare a rallentare, a rispettare i cicli, ad accettare che non tutto può essere accelerato o controllato. In questo silenzio cresce anche la nostra interiorità. C’è qualcosa di profondamente terapeutico nell’annaffiare una pianta. Non solo perché le nostre mani tornano a contatto con la terra, ma perché quel gesto diventa simbolo di cura verso noi stessi. Quando vediamo una pianta soffrire capiamo che anche noi possiamo essere fragili; quando la vediamo rinascere ci rendiamo conto che dopo ogni nostra caduta ci si può rialzare. Prendersi cura anche solo di un piccolo vaso sul balcone o sul davanzale della finestra significa costruire uno spazio di pace. È un angolo in cui l’ansia si dissolve e il respiro diventa più profondo. La natura non giudica, non pretende, non chiede risultati immediati. Ci accoglie come siamo, con le nostre imperfezioni, e ci offre in cambio bellezza e silenzio. Persino l’atto di rinvasare una pianta ha un valore simbolico: significa dare nuove radici, offrire più spazio alla crescita. Lo stesso possiamo fare con noi stessi, ogni volta che ci sentiamo stretti, soffocati, bloccati. Le piante ci insegnano che il cambiamento può essere doloroso ma necessario, che lasciare andare il vecchio terreno può portare nuova vita. Così, giorno dopo giorno, mentre annaffiamo, concimiamo, spolveriamo le foglie, ci stiamo prendendo cura anche di noi. Coltivare una pianta significa non avere più fretta, non badare più al tempo che scorre, non avere più l’ansia di ottenere subito risultati tangibili. Significa respirare andando a tempo con la Terra.

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