Economia

CYBER FISCO

di Cristiana Flaminio -


Cyber fisco, l’intelligenza artificiale per stanare gli evasori nel Paese con la pressione fiscale tra le più alte d’Europa. Oggi, sul tavolo del consiglio dei ministri, c’è la riforma del sistema tributario. Ieri, a Palazzo Chigi, il confronto con le associazioni datoriali sul documento è andato bene per il governo. Che, però, incassa l’opposizione decisa dei sindacati, pronti a scendere in piazza per protestare contro il disegno di legge. Intanto, dalla minoranza, piovono critiche.
La legge delega prevede il ricorso a strumenti digitali per rafforzare la lotta all’evasione. Si parla dell’ipotesi di affidare all’Ai, l’intelligenza artificiale, il compito di vagliare dichiarazioni reddituali e spese per scoprire i furbetti. Ma la vera rivoluzione, più che digitale, sarà tributaria. Legata alla rimodulazione degli attuali tributi. Per l’Irpef, si passerà al sistema a tre aliquote fissate al 23%, 33% e al 43%. Doppia aliquota per l’Ires che sarà applicata al 24% o al 15% per quelle imprese che reinvestiranno gli utili assumendo oppure acquistando beni strumentali. Saluti e (niente) baci all’Irap, arriverà la flat tax incrementale anche per i dipendenti. Si attendono, inoltre, interventi sull’Iva per i beni di prima necessità, dal momento che nei giorni scorsi il governo ha riferito di aver preso in considerazione l’idea di azzerarla.
Ieri, l’incontro a Palazzo Chigi ha fatto registrare “una disponibilità al confronto che proseguire per tutto il processo di approvazione della riforma”, come ha spiegato il governo in una nota, “confermando la volontà di fissare tavoli su ogni stato di avanzamento dei lavori”. Al tavolo, per l’esecutivo, c’erano il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, il suo vice Maurizio Leo e, in veste di padrone di casa, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. Dall’altro lato, c’erano i rappresentati di Confindustria, Abi, Confapi, Confimi Industria, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cia-Agricoltori Italiani, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Federterziario, Confeservizi, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri. A seguire, il confronto si è svolto con i rappresentanti di Ania, Ance, Confedilizia, Alleanza Cooperative, Confcooperative, Unicoop, Cndcec (Commercialisti), Consiglio Nazionale dell`Ordine dei Consulenti del Lavoro, Confprofessioni, Assoprofessioni, Anti (Tributaristi Italiani), Consiglio Nazionale Notariato, Assogestioni, Organismo Congressuale Forense, Consiglio Nazionale Forense, Confetra.
Ma se l’incontro di ieri ha guadagnato al governo l’apertura delle associazioni, i sindacati restano a dir poco scettici. La Cisl è infuriata: “Non si può a poche ore della convocazione del Cdm convocare le parti sociali per un’informativa sui delega fiscale parziale, sommaria e general generica. Il governo deve istruire invece un tavolo permanente e strutturato oltre che accelerare il confronto sulla previdenza ,sulle pensioni, su salute e sicurezza, sulla non autosufficienza, sul rilancio degli investimenti e sulla qualità e sulla stabilità del lavoro”. Il segretario Sbarra ha poi aggiunto: “Si parla genericamente di una riduzione delle aliquote ma non sappiamo se si taglia in alto o in basso; si parla di una revisione degli scaglioni ma anche qui nulla ci è stato specificato. Abbiamo posto l’esigenza di ripristinare i Fringe benefit per come li avevamo negoziati col precedente governo, che erano stati portati a 3mila euro. Oggi sentiamo che c’è un ritorno al passato abbassando il valore dei Fringe benefit a 258 euro”.

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