Cronaca

Da Giulia a Giada: violenza sommersa che precede l’orrore

di Ivano Tolettini -


Marco Odorisio è un bravo poliziotto. Oggi è il questore di Padova, ma per vent’anni ha diretto le squadre mobili di Vicenza, Verona e Venezia. Di femminicidi ne ha investigati tanti. E non si rassegna a quegli amori tossici che purtroppo a molte donne spalancano la porta del doloroso baratro che va sotto il nome di “ciclo della violenza” e che si tramuta nell’orrore. Accade quando l’uomo si fa lupo mannaro. Così da Giulia Cecchettin (era il 18 novembre scorso) a Giada Zanola, il Veneto torna purtroppo alla ribalta della cronaca nera per analoghe vicende di fragilità affettiva che scatena l’inferno per mano di uomini feroci. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello della commessa Giada di Vigonza, nel Padovano, che dopo avere annullato le nozze perché si era innamorata di un altro uomo, da mesi viveva separata in casa e pur raccontando a un’amica e al suo nuovo uomo le proprie ansie perché l’autotrasportatore Andrea Favaro, cui aveva dato un bimbo di 3 anni, non accettava con serenità la fine della loro storia e si era fatto violento, non immaginava neanche lei – così come chi aveva messo a conoscenza – di allungare l’inaccettabile scia di sangue. Per la quale il Gip di Padova, su rochiesta del pm Giorgio Falcone che coordinate le indagini, ha firmato l’ordine di custodia in carcere a carico del 38enne Favaro per omicidio volontario aggravato dal rapporto di familiarità con la 33enne di origine bresciane. L’avrebbe buttata giù da un cavalcavia dell’autostrada Padova-Venezia, prima di essere travolta e straziata da un Tir. L’autopsia dovrà stabilire se la donna era già morta quando è stata gettata nel vuoto e se fosse stata imbottita di sostanze che inibivano la sua volontà. Ai microfoni della Rai il questore Odorisio (nella foto) spiega che da inizio anno ha firmato 114 ammonimenti contro uomini violenti. Quasi gli stessi dell’intero 2023. “Le donne finalmente segnalano con maggiore sollecitudine il cosiddetto ciclo della violenza – sottolinea il capo della polizia padovana – ma anche per la povera Giada com’era avvenuto nel caso di Giulia, non era giunta alcuna segnalazione che potesse far scattare almeno l’ammonimento”. Quest’ultimo è una misura di prevenzione di natura amministrativa di competenza del questore che anticipa la soglia in cui si interrompe il ciclo perverso che a volte sfocia in delitti molto simili. “Con questi provvedimenti – aggiunge il questore di Padova – abbiamo una diminuzione della recidiva notevole, difatti solo il 7% ha avviato una nuova relazione diventata tossica per la partner, mentre grazie anche alla frequentazione dei centri specializzati per uomini maltrattanti notiamo un netto miglioramento dei comportamenti perché c’è l’acquisizione della consapevolezza di non proseguire con pratiche violente”. A proposito di queste ultime sono molto subdole, perché possono essere di tipo psicologico, verbale ed economico. La caratteristica dell’ammonimento è la gradualità, non è un procedimento penale, dunque la segnalazione alle forze di polizia può essere sottoscritta anche senza un avvocato ed è contemplata la procedibilità d’ufficio e l’aggravamento della pena in caso di reiterazione delle condotte da parte dell’individuo ammonito. Lo spartiacque delle segnalazioni è stata la tragedia di Giulia Cecchettin, con molte donne che prima erano titubanti e poi sono state contente di essersi rivolte alla polizia. “La circostanza che il cittadino viene richiamato ad avere un comportamento adeguato – osserva Odorisio – ha effetto sul diretto interessato, il quale sentendosi marcato allenta la presa, senza marchiare il ciclo della violenza”. L’impressione che si ricava dai dati dell’ultimo rapporto del Viminale del 27 maggio è che la situazione va migliorando perché nei primi cinque mesi del 2024 gli omicidi sono stati il 30% inferiore rispetto al ’23. Anche se ogni femminicidio riapre una piaga assai tormentata per il carico di dolore che porta con sè. Dove i minori in prospettiva sono coloro che porteranno le cicatrici più vivide addosso. “Le donne devono uscire allo scoperto e segnalare eventuali violenze – conclude il questore patavino – perché solo così riusciremo a prevenire in maniera più efficace un fenomeno drammatico che si ripresenta”. La collaborazione dei familiari delle potenziali vittime è fondamentale, perché come nel caso di Giada Zanola i segnali psicologici premonitori non erano stati letti nella giusta maniera. “Le violenze erano sotterranee – dribbla Odorisio – mentre le donne devono trovare più fiducia”.


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