Da Paese delle mamme a Paese delle culle vuote (e dei mammoni)
Niente lascia sperare che l’Italia riesca a invertire la rotta demografica: da Paese delle mamme siamo diventati quello delle culle vuote (e dei mammoni). Ogni anno aggiorniamo il record negativo di nascite: nel 2024 sono stati solo 369.944 i nuovi nati, un minimo storico che segna l’ennesimo passo verso una nazione sempre più vecchia. Il numero medio di figli per donna è sceso a 1,18, mentre l’età della prima maternità sale a 32,6 anni.
Le cause sono note: precarietà lavorativa, salari fermi, case inaccessibili. Ma ciò che manca davvero è la fiducia nel futuro. Una nazione che non genera più figli è una nazione che non crede più in se stessa. Gli incentivi economici servono, ma non bastano: ci vuole un cambio culturale profondo, per rimettere al centro il sano principio di voler essere genitori, di fare figli (un impegno impensabile per quei 40 enni lavoratori che vivono ancora con i genitori).
Altrimenti l’Italia rischia di scomparire. Sono parole che abbiamo ripetuto più volte e che suonano banali e scontate. Ma l’allarme purtroppo è reale. E non ci stancheremo mai di lanciarlo.
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