Dal caso Garlasco al Sistema Pavia e ritorno: un grande verminaio
L'inchiesta della Procura di Brescia non si ferma
Dal caso Garlasco al Sistema Pavia e ritorno.
Dal caso Garlasco al Sistema Pavia
Nessuno, forse, avrebbe potuto immaginare che la riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007, scoperchiasse quello che ormai in molti chiamano verminaio.
Cinque mesi fa, però, questo giornale aveva intuito che le indagini puntavano ad altro. “Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti – scriveva il nostro condirettore Giuseppe Ariola – è finito molto più di un caso isolato e si vuole far luce su anni ed anni di attività della Procura di Pavia. Certamente non solo per verificare eventuali errori giudiziari, ma per acclarare l’esistenza di un sistema oscuro che potrebbe aver inquinato la regolare attività giudiziaria per un lungo periodo“.
L’ombra del sospetto, da Pavia a Garlasco
Da giorni, fino alle perquisizioni di giovedì a Milano nell’abitazione e negli uffici del pm Pietro Paolo Mazza, in servizio a Milano da cinque mesi e prima a Pavia con l’allora procuratore Mario Venditti, emergono tracce e segnali di quel Sistema che a Pavia intrecciava le vicende di magistrati, uomini delle forze dell’ordine, politici e imprenditori. Vicende, storie e particolari che non risparmiano a nessuno l’ombra del sospetto.
E che i magistrati della Procura della Repubblica di Brescia vogliono sia completamente diradata su fatti che non riguardano solo più il caso Garlasco.
Le ultime rivelazioni, infatti, illustrano i più diversi particolari di ciò che accadeva a Pavia. Sistema che – non va dimenticato – può avere influenzato non poco ciò che avvenne dieci anni dopo il giorno in cui Chiara Poggi fu ritrovata morta.
Corruzione e peculato per Venditti e Mazza
L’ex pm Pietro Paolo Mazza, oggi a Milano e nel 2019 a Pavia dove era procuratore aggiunto Mario Venditti, è indagato per corruzione e peculato. Le indagini si appuntano su tre autovetture: un’Audi A5, una Mercedes Executive e una Bmw Premium. L’Audi, noleggiata dalla Pocura, venne riscattata da Venditti per circa 20mila euro.
La Mercedes, acquistata da Mazza per 20.520 euro, venne poi venduta alla Cr Service, la società fornitrice della Procura, con un guadagno di circa 6mila euro. La Bmw, acquistata dal maresciallo dei Cc Antonio Scoppetta oggi a San Vittore, venne rivenduta più volte.
Prezzi gonfiati, secondo le Fiamme Gialle, plusvalenze non giustificate da pagamenti o uscite documentate: qui il possibile peculato.
Da quell’appunto sequestrato in casa di Andrea Sempio, poi, le indagini che la Guardia di Finanza ha inteso fare a tappeto. Estese a 18 persone, compresi i familiari delle gemelle Stefania e Paola Cappa e gli avvocati di fiducia di Sempio all’epoca.
E arrivate pure ai carabinieri che oggi dicono di non ricordare nulla. E cercano di sfilarsi dalle responsabilità delle intercettazioni fatte a carico di Sempio e dei rapporti avuti all’epoca con il giovane. Accertamenti che sono arrivati a individuare per Giuseppe Spoto e Silvio Sapone prelievi continui dai loro conti e contemporanei pari versamenti ad agenzie di scommesse.
I conti correnti di Lambertucci
Accertamenti bancari anche sui conti di Fabio Lambertucci, l’allora Gip che archiviò nel 2017 la prima indagine a carico di Andrea Sempio, su richiesta proprio di Venditti e di una pm, Giulia Pezzino, misteriosamente dimessasi dalla magistratura nel febbraio scorso a soli 45 anni. Un’inchiesta che, per il caso Garlasco, non si è mai fermata dopo l’accelerazione degli ultimi mesi.
Sessanta giorni fa gli inquirenti che indagano sul delitto sarebbero tornati nella fabbrica marchigiana che all’epoca produceva le suole per le scarpe Frau. La visita, per fare chiarezza sull’impronta della scarpa numero 42 tra le prove che hanno portato alla condanna di Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzata. Seconda l’ultima perizia del 2014, l’impronta della scarpa nella casa dei Poggi è della marca Frau con taglia 42 e la suola a pallini, lunga 27 centimetri con un margine di errore di mezzo centimetro in più o meno. A Civitanova Marche in fabbrica hanno ricordato poco, senza fare luce sulla taglia delle scarpe sulle quali le suole venivano montate.
Le coincidenze
Dal Sistema Pavia al caso Garlasco e ritorno, le vicende si collegano e raccontano nuove verità, affrontando pure le tante coincidenze di queste storie. “Io credo che le sole cose sicure in questo mondo – scrisse una volta Leonardo Sciascia – siano le coincidenze“.
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