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Dalla nave ong Alan Kurdi sbarcano a Taranto 88 naufraghi

di Redazione -


L’imbarcazione Alan Kurdi ha attraccato al porto di Taranto nella mattinata di domenica 3 novembre. A bordo, 88 persone, tra le quali 5 minori non accompagnati. Sono scesi dalla nave in circa un’ora e mezza. Un migrante si è inginocchiato e ha baciato il suolo nel porto di Taranto. Dalla nave scendono in prevalenza uomini sub sahariani ma anche alcune donne. I volti delle persone che toccano terra dopo otto giorni in mare, sono provati ma sereni. Alcuni migranti sorridono e abbracciano i membri dell’equipaggio della Alan Kurdi che li hanno salvati nei giorni scorsi. Il personale che ha soccorso i migranti, tra Asl Taranto, 118 e Croce Rossa, ha dichiarato che apparivano stanchi, stremati, una condizione dovuta soprattutto alla lunga permanenza in mare, ma generalmente in buona salute. “I migranti sono stati dieci giorni sulla Alan Kurdi ma non sappiamo quanto tempo erano stati in mare prima del soccorso – spiega Titti Baccaro del 118 Taranto -. Sei-sette necessitano di una visita più approfondita all’hotspot ma non ci sono feriti gravi”. Su molti migranti trovate anche vecchie ferite da arma da fuoco o da torture subite nei campi di detenzione. Allertato anche il supporto degli psicologi e degli assistenti sociali. “La cosa che ci colpisce sono gli abbracci con gli uomini dell’equipaggio della nave, cosa che di solito accade. Non abbiamo storie da rivelare – spiega Baccaro – perché le storie le raccogliamo quando li incontriamo all’hotspot. Ma le storie non cambiano, sono storie di violenza e di sopraffazione”. “Le milizie libiche hanno aperto il fuoco durante il salvataggio con l’evidente obiettivo di intralciarlo e impedirlo – dicono dalla Alan Kurdi – ma nessuno è rimasto ferito”. Dopo lo sbarco, chiuse le pratiche di identificazione, 67 di loro saranno destinati a Francia, Germania, Irlanda e Portogallo. Un migrante è risultato disperso durante il salvataggio. Una volta arrivati all’hotspot, il Comune di Taranto ha fornito loro indumenti per la doccia e per rivestirsi, nonché scarpe. E’ approdata al porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, la nave Asso 30 con 151 migranti a bordo, recuperati ieri nel Mediterraneo. L’attracco è stato assegnato alla banchina di riva. Sono escluse, secondo quanto si apprende, situazioni di emergenza sanitaria. In ogni caso, medici e operatori sono saliti sull’imbarcazione, insieme alle forze dell’ordine, per verificare lo stato di salute dei migranti. Tra i profughi, in gran parte provenienti da paesi dell’area subsahariana ma anche da Siria e Bagladesh, anche 15 donne, una delle quali incinta, e nove minori, alcuni dei quali in tenera età. Altre due donne incinte erano state fatte evacuare in nottata dalla nave e trasferite sulla terraferma. Alle operazioni in banchina, coordinate dalla Prefettura di Ragusa, hanno partecipato operatori sanitari, forze dell’ordine e associazioni umanitarie. I profughi sono stati già trasferiti nell’hot spot di Pozzallo, che era stato in parte svuotato e dove attualmente si trovano nel complesso oltre 200 migranti. L’ispezione sanitaria condotta dal medico marittimo Vincenzo Morello a bordo dell’Asso Trenta sui migranti sbarcati ha permesso di verificare che la maggioranza era affetta da scabbia, mentre, una donna in gravidanza è stata trasferita in ospedale insieme ad un uomo che era in condizioni visibilmente provate. A chiusura dello sbarco sono approdati a Pozzallo 123 uomini, 15 donne e 14 minori. Ora i migranti si trovano nel locale hotspot. Il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatura ha dichiarato di “aver ricevuto assicurazioni che i profughi saranno ricollocati quanto prima in altri paesi europei”.

Alessandra Santangelo


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