Cultura & Spettacolo

“Dalla stessa parte mi troverai” tra i libri finalisti dello Strega, dalla parte dell’opportunismo

di Redazione -


di ANNALINA GRASSO
La scrittrice Valentina Mira è tra le dodici finaliste del Premio Strega 2024 con il libro “Dalla stessa parte mi troverai” (Edizioni SEM), che racconta della storia cominciata il 7 gennaio 1978 quando davanti a una sede del Movimento sociale nel quartiere dell’Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra e quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli.
Ma troppe cose non tornano secondo l’autrice e allora perché non fare un po’ di revisionismo? Anche perché di questi tempi conviene per vendere copie, sedersi dalla parte dei giusti (a sinistra), ed entrare dei salotti che contano.
E allora si dica pure che questa storia senza fine ricomincia – una volta ancora – un pomeriggio di giugno del 2021 quando due donne (quota femminismo presente) si incontrano a Roma. Rossella ha sessant’anni ed è la vedova di Mario Scrocca. Valentina, ne ha trenta, ed è cresciuta dalle parti di Acca Larentia, in passato ha frequentato dei neofascisti e si porta dentro le cicatrici di quelle frequentazioni.
Come recita la sinossi del libro: “Dalla stessa parte mi troverai è il racconto di un amore vissuto a mille nei giorni in cui tutto era ancora possibile e di una vita spezzata al tempo del disincanto collettivo prima di essere consegnata all’oblio. Con un rigore che non ammette sconti, Valentina Mira fa luce sul vittimismo osceno dei carnefici, demolendo retoriche, alibi, miti di quella destra che si è presa l’Italia”.
Non poteva essere diversamente: un libro che liquida con sufficienza la strage di Acca Larentia, che non tratta con umanità né compassione la strage, in cui sono stati uccisi due giovani militanti missini da parte di estremisti di sinistra tuttora ignoti, è finalista al premio supremi italiano e viene elogiato da giornali di sinistra. Un romanzo fazioso, politico, paranoico, spacciato per un grande racconto che celebra come come vittime i ragazzi morti in anni tragici, in quanto non detentori del libero arbitrio di decidere con consapevolezza il proprio destino.
Mira non tratta con pietà le vittime fasciste, parla della Storia scritta in modo ingiusto, “regalando” non pagine di letteratura, ma di vittimismo e ossessiva autocelebrazione antifascista.
Potrà sembrare incredibile a chi non ha mai sentito nominare Valentina Mira e legge per la prima volta un suo libro ma è divertente ricordare che esiste una Valentina Mira che alcuni anni fa, ha collaborato con il sito di ispirazione conservatrice “Gli italiani”, firmando contributi dove si esprimono, ad esempio, delle riserve sulla celebrazione del 25 aprile.
Da quale parte dunque si trova Valentina Mira? Semplicemente da quella del mercato che gli ipocriti ambiziosi fingono di disprezzare mentre si lasciano trasportare dal profumato vento del successo costruito a tavolino e dell’amichettismo. E da questa stessa parte la ritroveremo.


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