Cultura & Spettacolo

Dalle canzoni ai libri. Le parole di Rettani vanno dritte all’anima

di Nicola Santini -


Produttore discografico, paroliere e scrittore. Rettani è sinonimo di competenza, qualità e successo. Il suo ultimo libro, “Canzoni nel cassetto”, scritto con Nico Donvito e con la prefazione di Vincenzo Mollica, a pochi giorni dall’uscita è già un successo. Il volume: ci sono canzoni che segnano la vita di chi le compone e di chi le ascolta. Hanno storie affascinanti fatte di travagliate attese, tentacolari incroci, fortuite combinazioni, sliding doors e, ancora, contrattempi, casualità e improvvise “illuminazioni celesti”. Da qui l’idea di raccontare e approfondire la vita di trenta canzoni tra le più amate e conosciute, soffermandoci sul cruciale ultimo miglio che ne separa la nascita dal successo.

 

Dopo il successo di ”Non lasciarmi mai sola, “Canzoni nel cassetto” è il titolo del tuo nuovo libro…
In questo titolo c’è tutto il nuovo libro, perché esattamente di questo si tratta delle “Canzoni nel cassetto” degli autori, in quella dimensione spazio/temporale in cui una canzone non è ancora niente perché nessuno la conosce, se non chi l’ha generata e il ristretto gruppo di persone che ruotano intorno all’autore. Una dimensione in cui il tempo è sospeso in attese, contrattempi, tentativi, occasioni, opportunità e incroci di destini che fanno riaprire e chiudere quel “cassetto”, fino al momento in cui il pezzo vede la luce del palcoscenico e in alcuni casi del successo.

 

Alla base libro c’è anche la tua esperienza personale…
Questo è il senso del nostro nuovo lavoro che prende spunto da una mia esperienza personale provata sul campo e raccontata come una trama di un thriller al mio collega, amico, giornalista e coautore del libro Nico Donvito.
In una fresca serata invernale seduti al tavolo di un ristorante di Lugano mi venne in mente di raccontare a Nico le travagliate vicende di un mio pezzo scritto qualche anno prima, nel 2013, ed arrivato sei anni dopo nel 2019 alla ribalta del palco più importante di chi fa musica in Italia, quello del Festival di Sanremo, magicamente interpretato da Patty Pravo e Briga. Mi riferisco a “Un po’ come la vita”, pezzo che prima di trovare il suo posto nel mondo ha sopportato e attraversato ogni più curiosa e paradossale avventura. Proprio da questo racconto che attraversa sei anni di “stop and go” degni del più avvincente romanzo giallo è partito lo spunto che anima l’intera opera.

 

A quel punto, siete andati alle ricerca di altre canzoni…
Siamo andati a cercare scavando dentro le storie di pezzi che oggi cantiamo e conosciamo tutti ma che magari hanno sofferto le pene dell’inferno prima di riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel. Siamo andati da tutti: dagli autori che le hanno le sapute scrivere, dai produttori che gli hanno dato un’anima, dai discografici che le hanno sostenute, dai direttori artistici che le hanno selezionate per i loro Festival, dai DJ ache le hanno suonate, dagli addetti ai lavori e sopratutto dai cantanti che le hanno cantate…

 

E a quale conclusione siete arrivati?
Che dietro ogni pezzo c’è una storia molto simile ad un thriller.


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