Dallo stuntman al broker fantasma: evasi 26 milioni di euro
Ufficialmente era un disoccupato di Siracusa, illegalmente avrebbe evaso 26 milioni di euro in tasse.
Sembra la trama di un film ed effettivamente, l’uomo in questione ha partecipato come stuntman a grandi produzioni internazionali del calibro di Ocean’s Twelve, Mission: impossible, Batman Begins e Gangs of New York.
La Guardia di finanza di Siracusa, coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha condotto le indagini, ha scoperto la doppia vita dell’uomo che, oltre ad aver preso parte nei film di azione americani, avrebbe condotto abusivamente, anche il lavoro di agente finanziario, dal quale avrebbe ricavato milioni di euro.
La Procura della Repubblica, che ha dato il via alle indagini sull’uomo, ha scoperto un sofisticato sistema di evasione fiscale e milionario, a livello internazionale.
La società finanziaria era stata registrata a Londra e si sarebbe occupata di fare da tramite tra imprese considerate ad “alto rischio” e clienti invece, pronti a correre il rischio con garanti pronti ad assumersi le responsabilità per la riuscita delle transazioni. Il tutto avveniva grazie alla notorietà dell’indagato agli Istituti di Credito situati in diversi Paesi e alle presentazioni di falsi estratti conto redatti dalla società dell’uomo, che attestavano le giuste garanzie.
Le commissioni incassate per questo lavoro illecito, erano molto alte, tanto da aver dato vita ad un giro economico milionario. In oltre 10 anni, i flussi economici giunti nelle casse del siracusano, si aggirerebbero per oltre 60milioni di euro che avrebbero generato una evasione fiscale di 26milioni di euro.
La vita del disoccupato italiano, già stuntman noto in America, insospettabile apparentemente, ma con un notevole tenore di vita tra il patrimonio economico personale elevatissimo, vetture di lusso, proprietà immobiliari di inestimabile valore (tra le quali una villa a Siracusa con tanto di piscina e arredamenti dai costi elevati).
Durante le indagini e le verifiche fiscali (l’uomo era totalmente sconosciuto al fisco italiano), l’analisi dei dispositivi dell’indagato, grazie all’intervento di militari specializzati in informatica forense, hanno permesso di ottenere informazioni inequivocabili, fornendo anche i nominativi dei clienti e numerosi contratti di intermediazione (tutti redatti in lingua inglese e quindi tradotti in italiano) .
La Procura della Repubblica, visti gli elementi emersi durante le indagini, ha contestato al siracusano, reti come omessa presentazioni non solo delle dichiarazioni fiscali, ma anche al blocco dei conti bancari. Si aspetta, eventualmente, la sentenza irrevocabile di condanna, per accertare se l’indagato sia colpevole o meno, per il principio di presunzione di innocenza che vige in Italia.
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