Economia

L’Ue impone dazi sul grano della Russia: “Stop all’import”

di Giovanni Vasso -


La Commissione Ue ha intenzione di inasprire i dazi sul grano e sui prodotti agricoli dalla Russia e dalla Bielorussia. La proposta, avanzata dall’esecutivo comunitario, si pone l’obiettivo di azzerare, in buona sostanza, l’import di prodotti cerealicoli da Mosca e dall’alleata Minsk. Anche la Bielorussia finisce dentro il disegno sanzionatorio europeo per evitare triangolazioni consentendo così alle imprese russe di poter vendere, ai prezzi “depurati” dai dazi, all’Europa. Nel mirino ci sono il grano, il mais, la farina di girasole (utilizzata per i mangimi animali). Il valore dell’export agroalimentare russo, in Europa, è ingente ed è stimato in 1,3 miliardi di euro. Una somma che Bruxelles vuole togliere a Mosca: “L’imposizione di dazi su queste importazioni russe punta a mitigare il crescente rischio per i nostri mercati e i nostri agricoltori. Ridurranno la capacità della Russia di sfruttare l’Ue a vantaggio della macchina da guerra russa”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Che ha aggiunto: “Manteniamo il nostro impegno a preservare la sicurezza alimentare globale, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo. Stiamo trovando il giusto equilibrio tra il sostegno alla nostra economia e quello alle comunità agricole. Allo stesso tempo, manteniamo il nostro fermo sostegno all’Ucraina”. Già, perché questa vicenda è molto più ingarbugliata di quanto si possa pensare. In primo luogo c’è il tema della guerra, delle conquiste, del grano che, secondo l’Ue, viene “spacciato” come russo quando in realtà sarebbe “ucraino”. In seconda battuta c’è la grande paura dello shortage o, per dirla con termini più datati, di una drammatica carenza di materie prime alimentari che potrebbe abbattersi su Medio Oriente e sul bacino del Mediterraneo. In pratica, come si temeva già all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, la grande paura è che fiumi di migranti, spinti stavolta dalla fame, possano riversarsi direttamente verso l’Europa perché costretti, dalla mancanza di cibo, a cercare altrove dove procurarsene.

Ma c’è pure un altro tema che non è secondario che impatterebbe con la scelta Ue di applicare dazi alti alle merci provenienti dalla Russia. Gli agricoltori europei sono, come noto, sul piede di guerra. Aumentando i dazi nei confronti dei prodotti che arrivano dalla Russia, la speranza è quella di incentivare le produzioni locali. In realtà, le polemiche che si erano registrate nei mesi scorsi riguardavano i prodotti ucraini. Gli agricoltori polacchi sono scesi in piazza per difendere i livelli produttivi e nei giorni scorsi proprio l’Ue ha dichiarato di aver stipulato, con nuovi accordi commerciali con Kiev, anche una sorta di meccanismo che difenda gli agricoltori europei dalla speculazione che può arrivare dall’Est. Un problema che non riguarda solo la produzione cerealicola ma anche altri prodotti, come ad esempio il miele, e che sta dando più di un grattacapo agli operatori dei Paesi membri, Italia inclusa.


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