Politica

De Luca calza l’elmetto: “Rischiamo di rompere l’unità del nostro Paese”

di Giovanni Vasso -

VINCENZO DE LUCA POLITICO


À la guerre comme à la guerre. Vincenzo De Luca, governatore della Campania, non chiedeva di meglio. Giovedì la bozza Calderoli sull’autonomia differenziata andrà in consiglio dei ministri e dalla Regione Campania dichiara guerra al governo. Il primo atto sarà la presentazione di un’impugnativa davanti alla Corte costituzionale sul dimensionamento scolastico, che porterà all’accorpamento di numerosi istituti scolastici in tutta Italia. Ma specialmente al Sud, a causa del tracollo demografico del Mezzogiorno che ha spopolato le aule. Ieri, a Napoli, il governatore-sceriffo ha lanciato un appello agli “altri colleghi e confratelli del Sud, del Regno delle Due Sicilie” affinché sostengano l’iniziativa della Regione. De Luca parlava di scuola ma, evidentemente, intendeva soprattutto altro. Cioè la battaglia sul fronte dell’autonomia differenziata: “Siamo già in battaglia, ovviamente. Non so quello che conterrà la nuova bozza, ma è evidente che, se qualcuno continuerà a ripeterci che l’autonomia differenziata si fa a costo zero per le finanze pubbliche, vuol dire che ci stiamo prendendo in giro”. Secondo De Luca: “Dobbiamo stare attenti perché rischiamo davvero di rompere l’unità del nostro Paese”. Il presidente della Campania, infatti, non crede che il governo abbia fatto dietrofront sul criterio della spesa storica: “Calderoli ha presentato la nuova bozza di autonomia differenziata, ha tolto da mezzo il riferimento alla spesa storica. Ma anche questa rimane una finzione, perché poi dice che è una commissione tecnico-politica che deve valutare le risorse da trasferire”.
Opposizione durissima, intransigente e senza requie che partirà da Napoli e potrebbe a breve dilagare in tutto il Mezzogiorno. Vincenzo De Luca, pur invocando più poteri e più autonomia, è da sempre critico col progetto dell’autonomia differenziata. Al suo fianco c’è il presidente della Puglia, Michele Emiliano, che nei mesi scorsi ha incontrato i comitati contrari alla riforma e ha parlato della necessità di salvarsi insieme, Sud e Nord. Ma il malumore e le perplessità travalicano e vanno oltre i partiti e gli schieramenti politici. La diffidenza rispetto al progetto di autonomia, infatti, è condivisa anche in Calabria. Mario Occhiuto, senatore di Forza Italia e fratello di Roberto, governatore della Regione, ha espresso i suoi dubbi all’Adn Kronos: “Lascia irrisolte questioni essenziali demandandole a momenti successivi alla concreta applicazione. Quindi sembra più un programma di intenti che rischia di dividere l’Italia se tutte le Regioni non partiranno dallo stesso livello”. Anche in Basilicata si predica prudenza. Il presidente della Regione Vito Bardi, eletto alla guida di una coalizione di centrodestra, ha già da tempo spiegato di credere sì in una maggiore autonomia per gli enti locali ma che il processo deve avvenire con calma e per gradi. Bardi, nelle scorse settimane, ha parlato pubblicamente di autonomia differenziata temperata e, soprattutto, di non
perdere di vista
il vero, grande, obiettivo: ridurre il divario tra il Nord e il Sud.


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