De Luca svela l’election day per Campania e Veneto
Il calendario elettorale d’autunno ha finalmente una data certa. Sarà il 23 e 24 novembre l’election day che porterà alle urne i cittadini di Veneto, Campania e Puglia. A sciogliere l’ultimo nodo è stato Vincenzo De Luca: il governatore della Campania ha anticipato che anche i veneti sceglieranno in quei giorni il successore di Luca Zaia. Una conferma arrivata indirettamente da Zaia stesso, che ha ricordato come la legge preveda la fissazione del voto con decreto 50 giorni prima della scadenza. L’orizzonte è dunque tracciato: si voterà insieme nelle tre Regioni più politicamente significative, con una valenza nazionale che va ben oltre i confini locali. In Campania e Puglia il centrodestra non ha ancora definito i nomi. Matteo Salvini ha aperto all’ipotesi di candidati civici, figure non strettamente legate ai partiti ma in grado di allargare il consenso. “A me basta che siano in gamba – spiega il vicepremier – in Veneto invece abbiamo persone di grande spessore da offrire alla coalizione”. Parole che suonano come una conferma implicita della centralità del voto veneto, considerato la vera posta in gioco per misurare i rapporti di forza tra Lega e Fratelli d’Italia, con quest’ultimo partito favorito. Ma sul Veneto il centrodestra resta fermo. Non c’è ancora un candidato ufficiale, e la scelta non verrà presa prima di Pontida, il raduno leghista che domenica segnerà la ripartenza della stagione politica di Salvini. Ma c’è chi pensa che la decisione slitterà ulteriormente, magari dopo le elezioni nelle Marche. Perché il risultato marchigiano potrebbe confermare la leadership di FdI. Ieri sera ad Ancona Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi hanno sostenuto Francesco Acquaroli, il governatore uscente di FdI che tra dieci giorni cercherà la riconferma. Nello stesso momento, a Pesaro, il Pd schierava la sua leadership al fianco di Matteo Ricci: la segretaria Elly Schlein e il presidente dem Stefano Bonaccini hanno aperto ufficialmente la campagna del centrosinistra. Un duello a distanza che è anche una prova generale per il centrodestra: un eventuale successo netto di Acquaroli rafforzerebbe le pretese di FdI anche in Veneto, ridimensionando le ambizioni leghiste. Non è un caso che Salvini abbia continuato a sponsorizzare apertamente il suo vice segretario Alberto Stefani, 33 anni, ex sindaco e parlamentare: “Potrebbe essere il governatore più giovane d’Italia – afferma – non lo imponiamo a nessuno, ma è una risorsa che mettiamo a disposizione”. Una candidatura che incontra resistenze negli alleati, soprattutto tra i meloniani, pronti a giocarsi la carta Luca De Carlo o Raffaele Speranzon. In questo contesto potrebbe emergere la figura di un civico come Matteo Zoppas, presidente dell’Ice, che continua peraltro a negare l’ipotesi. Intanto il centrosinistra prova a sfruttare le incertezze. Giovanni Manildo, candidato presidente per la coalizione, attacca il centrodestra per i ritardi. Intanto, in Campania e Puglia Salvini apre a figure civiche, mentre Meloni calibra le mosse guardando al risultato marchigiano. C’è chi ripete che saranno le Marche a diventare la bussola del centrodestra: lì si misurerà la forza di FdI, lì si decideranno i margini di trattativa per il dopo-Zaia. Visto il vantaggio nei sondaggi il centrodestra non ritiene un rischio non avere nominato ancora il candidato ufficiale.
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