Cultura & Spettacolo

De Martini: “La mia bella Phobia fra Gassman e il teatro”

di Nicola Santini -


Dopo il successo ottenuto al cinema con Phobia di Antonio Abbate, è tornata in TV, su Rai1, con la fiction Lea 2 – I nostri figli. Francesca Romana De Martini, che nella serie in onda ogni domenica in prima serata, interpreta Francesca Verna, una donna inizialmente incapace di contraddire il marito ma che rivoluzionerà totalmente la sua vita, si racconta a L’Identità.

Francesca Romana, com’è andata sul set di Lea 2 – I nostri figli?
È stato sicuramente un set pieno di bravissime attrici e attori, un regista solido come Fabrizio Costa e un personaggio divertente da interpretare; Francesca Verna si presenta in un modo e poi ci stupirà, ma di più non voglio dire, il pubblico lo vedrà nella quarta puntata, non voglio rovinargli la sorpresa.

Rispetto ai precedenti lavori, che tassello della tua carriera rappresenta?
Quest’anno per me è stato un anno importante e fecondo lavorativamente parlando, mentre giravo Lea ero contemporaneamente sul set di Un Professore 2 dove sono la prof di arte Grazia Morelli con Alessandro Gassman e la regia di Alessandro Casale, e poi ho girato un thriller che è uscito al cinema in ottobre dal titolo Phobia, ora ho appena finito di girare una serie inglese dal titolo Signora Volpe 2 con Emily Fox e la regia di Declan Reck… tutti bei progetti e tutti personaggi interessanti e diversi tra loro, una bella annata.

Come nasce la tua passione per lo spettacolo e per l’insegnamento?
La passione per il lavoro d’attrice nasce ai tempi del liceo, quindi molto tempo fa. L’insegnamento invece è stata una scoperta, non è una cosa che ho cercato, è una cosa che è arrivata circa 15 anni fa e che ho scoperto di saper fare, ho un istinto che mi guida e che mi fa ‘sentire’ di cosa ha bisogno quell’allievo in quel momento. Da quel momento in poi ho ripreso a studiare, ad andare a Londra a perfezionarmi, più per avere strumenti da dare ai miei allievi che per essere io più brava come attrice, poi di fatto le cose si mischiano perché i vasi sono comunicanti, e insegnare mi ha fatto diventare un’attrice più solida, lavorare mi rende una formatrice migliore.

Quando hai capito che quella stessa passione si sarebbe potuta trasformare in un vero e proprio lavoro?
Sicuramente quando sono entrata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ho sentito che potevo avere qualcosa da dare come interprete. Poi quando sono entrata nel mondo del lavoro è stato tutto più difficile, perché il nostro è un lavoro in cui gli esami non finiscono mai, in cui oltre al talento conta anche essere al posto giusto al momento giusto, una buona dosa di fortuna insomma, ci sono stati alti e bassi… Momenti in cui pensi che non ce la farai mai e momenti esaltanti quindi forse ora, dopo più di 30 anni di carriera, guardandomi indietro mi dico che sono riuscita a vivere di questo lavoro, almeno finora ci sono riuscita.

In futuro quali altri obiettivi ti piacerebbe raggiungere?
Voglio tornare a fare teatro. Oltre a questo, visto che negli ultimi anni ho lavorato parecchio, anche a livello internazionale, spero di continuare a crescere.


Torna alle notizie in home