Attualità

Depardieu, una vita sempre controcorrente

di Angelo Vitale -


Gérard Depardieu è stato condannato dal Tribunale di Parigi a 18 mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena per aggressione sessuale nei confronti di due donne durante le riprese del film “Les Volets verts” nel 2021. Non andrà in carcere, i suoi difensori hanno già annunciato appello. Oltre alla pena detentiva sospesa, il 77enne attore francese è stato condannato a due anni di ineleggibilità e all’iscrizione nel registro dei colpevoli di reati sessuali, oltre a una multa di 20mila euro. A Venezia, il cui festival del cinema gli assegnò ventotto anni fa il Leone d’oro alla carriera, non si conoscono ancora le reazioni all’esito del processo da parte di Juliette Binoche, presidente della Giuria, che da Depardieu fu criticata con parole assai aspre.

Il caso dell’attore ha profondamente diviso il mondo del cinema e l’opinione pubblica francese. Fanny Ardant, storica amica e collaboratrice di Depardieu, ha testimoniato a sua difesa, sottolineando la complessità del personaggio e il valore della presunzione di innocenza, una posizione che ha fatto discutere per la sua libertà intellettuale e per la vicinanza personale all’attore. Una frattura evidente: una parte del mondo artistico chiede giustizia e cambiamento, un’altra difende la persona e il talento, sottolineando il rischio dei processi mediatici e della cancel culture. Depardieu, da par suo, è ed è stato sempre controcorrente. Per due anni aderente all’Islam, un tempo di sinistra e poi lepenista anti Macron, residente in Belgio contro il Fisco francese, la cittadinanza russa concessagli da Putin, bandito per questo dall’Ucraina, diventato perfino cittadino degli Emirati Arabi Uniti.


Torna alle notizie in home