Economia

DIETA FORZATA

di Cristiana Flaminio -


Gli italiani sono sempre più poveri. Il potere d’acquisto delle famiglie precipita. Fare la spesa diventa sempre più difficile e i cittadini hanno smesso di risparmiare pur di continuare a vivere. I dati dell’Istat fanno il punto di una situazione che, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, si fa sempre più incandescente. I numeri non mentono e offrono una fotografia drammatica. Le famiglie italiane hanno perso, in termini percentuali, il 3,7 per cento del loro potere d’acquisto. L’inflazione non solo ha mangiato il timidissimo aumento in termini di reddito disponibile (+0,8%) ma addirittura ha divorato i risparmi degli italiani. Difatti, secondo gli analisti dell’Istat, i cittadini hanno rinunciato a risparmiare, mettendo fine a un’abitudine antica. I dati dicono che i consumi finali, a livello nominale, sono cresciuti del 3 per cento. Ma la propensione a risparmiare è precipitata: nell’ultimo trimestre, infatti, è calata di ben due punti percentuali attestandosi a uno striminzito 3,5 per cento.
Bisogna, però, valutare anche quale sia la “qualità” degli acquisti degli italiani. Le famiglie spendono per far la spesa e, seguendo un trend che si era già avviato durante l’estate bollente dello choc energetico, affollano i discount. Che, a febbraio scorso, hanno registrato il 9,9 per cento di clienti in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il commercio boccheggia. A febbraio, per la prima volta, calano in maniera netta anche gli alimentari. Del resto, se l’inflazione ha cominciato una decisa parabola discendente, il prezzo del carrello della spesa rimane altissimo e gli aumenti, complessivi, si stabilizzano attorno a valori a due cifre (+12,7%). Le vendite sono scese dello 0,3% (in valore) e addirittura dell’1,8 per cento in termini di volume. Le famiglie stringono la cinghia. Male anche i beni non alimentari. Che perdono lo 0,3 per cento in valore e guadagnano appena lo 0,1 per cento in valore, nonostante il peso dell’inflazione impazzita.
Confesercenti lancia l’allarme: “Nel 2022 l’inflazione scatenata dagli aumenti energetici ha bruciato 12 miliardi di potere dell`acquisto delle famiglie, costringendo gli italiani a tagliare il risparmio per sostenere i consumi. In questo quadro, le nuove misure contro il caro-bollette varate dal Governo rischiano di essere insufficienti, e vanno riviste. Occorre fare di più anche per le imprese”. Parole di fuoco arrivano da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil che, a Raitre, ha lanciato accuse pesanti: “Bisogna da un lato rinnovare i contratti nazionali e aumentare i salari attraverso i contratti nazionali anche perché stanno aumentando i profitti. Vorrei ricordare a tutti che c’è un aumento extra dei profitti senza precedenti in Italia e Europa. L’ inflazione ha tagliato i salari ma ha aumentato i profitti di molte imprese”.
Scatenati i consumatori. Unc attacca: “Gli italiani sono affamati dal carovita. Nonostante l’ inflazione alle stelle, rispetto a gennaio scendono dello 0,3% persino le vendite alimentari, che in volume precipitano dell’1,8%. Su base tendenziale, poi, il divario tra dati alimentari in valore e in volume diventa addirittura abissale, da +7,9 a -4,9%, un gap di 12,8 punti percentuali, praticamente un precipizio. Insomma, gli italiani non hanno mai stretto così tanto la cinghia e sono a dieta forzata”.

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