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Diritti, il fondatore del primo movimento gay in Italia: “Meloni diversa dalla sua maggioranza”

di Edoardo Sirignano -


di EDOARDO SIRIGNANO

“Le posizioni della premier sui diritti sono diverse da quelle del suo esecutivo e della sua maggioranza, anzi in certi casi persino opposte. Non hai mai pronunciato nessuna di quelle parole o sentenze che invece in Senato e alla Camera sono all’ordine del giorno”. A dirlo Angelo Pezzana, tra i fondatori di “Fuori”, primo movimento gay italiano.

Anche quest’anno non sono mancate le polemiche sul pride. Le discriminazioni, oggi, sono aumentate o diminuite?

Viviamo in un momento in cui il progresso nei paesi democratici è un’arma pacifica che si può usare per cambiare l’oppressione. Tutto ciò, però, deve lottare contro chi ancora vive pensando a una soluzione razzista. Ciò avviene anche nelle più sviluppate democrazie. Dall’altra parte del mondo, invece, regna ancora il silenzio. Basti pensare ad alcune realtà come l’Iran o alcuni paesi dell’Africa, dove gli omossessuali vengono ammazzati e impiccati.

L’Occidente ha delle responsabilità?

Rispetto, a tutto ciò, preferisce a tacere. Il silenzio su questo problema regna anche tra chi dice di battersi per i diritti. Il mio auspicio, quindi, è che in Italia il movimento Lgbt si volti quanto prima verso quelle realtà dove un aiuto è venuto a mancare. Ciò è certamente una grande privazione.

Cosa ne pensa, invece, della situazione legale?

É sempre troppo condizionata dalle ideologie. L’unione, ad esempio, è una legge molto avanzata e se non lo è stata è solo per colpa di un partito, che al Senato ha fatto mancare la maggioranza e quindi la riconoscenza del figlio del padre. La normativa di cui si discute adesso, invece, che ha ripreso il problema e che di fatto allarga le richieste, non mi trova d’accordo. Trovo folle che un bambino di quattro, cinque, sei anni, invece, di giocare con i soldatini possa cambiare sesso legalmente. A quell’età non si ha la maturità per ragionare, capire e scegliere. A chiederlo sarebbero i genitori, che appunto sono influenzati dall’ideologia prevalente.

La sinistra della Schlein, a suo parere, è in grado di rappresentare le istanze del mondo Lgbt?

Chi è al potere, non importa se a destra, sinistra o centro, deve dimostrare le cose con i fatti. Parlare per un politico è molto facile. Non ho nulla né contro, né a favore della segretaria del Pd. Ritengo, però, che certe battaglie dovrebbero avvenire al di fuori della politica e dei partiti. Altrimenti non c’è da aver fiducia in niente.

Cosa ne pensa del governo Meloni? Un esecutivo attento ai diritti?

Le posizioni della premier sono diverse da quelle del suo esecutivo, anzi in certi casi persino opposte. Basti pensare alla questione delle armi. La verità è che l’ideologia sta riprendendo potere contro la libertà di pensiero.

Come fa a dire che Giorgia è diversa dai suoi colonnelli?

Non hai mai pronunciato nessuna di quelle parole o sentenze che invece in Senato e alla Camera sono all’ordine del giorno. In Parlamento, purtroppo, troppo spesso si dicono assurdità.

A chi si riferisce?

Non serve fare nomi, né dire se sono cattolici o meno. La politica romana, per fortuna, non parla un determinato linguaggio. Finanche rispetto a questioni che avvengono in altri Paesi europei, prende le distanze. Pensiamo all’Ungheria. Detto ciò, oggi, è difficile avere una posizione netta. La politica, purtroppo, non è libera.

Adesso, intanto, si torna a discutere di maternità surrogata. Che idea si è fatto rispetto al dibattito?

Anche il linguaggio è razzista. Quando si parla di utero in affitto si esprime ignoranza e odio per la libertà. Una donna che sceglie volontariamente e non per costrizione non può essere condannata. È un suo diritto. In una famiglia, composta da due padri o due madri, c’è certamente maggiore sicurezza rispetto a situazioni dove invece un bambino è nato per caso o magari non è stato neanche voluto, come leggiamo sempre più spesso sui giornali. Dobbiamo essere rispettosi verso il progresso, quello giusto.


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