Disastro Pfas in Veneto: Pm chiedono 121 anni di carcere per 9 imputati
Il disastro ambientale dei Pfas dispersi in mezzo Veneto non ha uguali in Europa. L’azienda chimica Miteni spa di Trissino ha causato l’avvelenamento di 350 mila persone nelle province di Vicenza, Verona e Padova e i vertici che si sono succeduti nel tempo meriterebbe complessivi 121 anni e mezzo di carcere. Sono i nove dirigenti che gestirono la società dal 2004 al 2018, quando fu dichiarato il fallimento. Si tratta dei manager giapponesi Yuji Suetsune (16 anni) e Naouyuki Komura (16), della corporation Mitsubishi che vendette il sito nel 2008 per 1 euro; inoltre, dei colleghi tedeschi Hendrik Schnitzer (17), Achim Georg Riemann (17), Alexander Nicolas Smit (17), Brian Anthony Mc Glynn (17 anni 6 mesi) e Martin Leiteb (4 anni) della società Icg e degli italiani Luigi Guarracino (12) e Antonio Nardone (5 anni), quest’ultimo amministratore delegato dal 2016 all’insolvenza dichiarata dal tribunale di Vicenza nel 2018. Sono le richieste di condanna formulate ieri pomeriggio dai Pm Fietta e Blattner alla Corte d’Assise per concorso a vario titolo nell’avvelenamento delle acque, disastro ambientale, gestione dei rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e per i reati fallimentari, dopo 128 udienze di un maxiprocesso che non ha precedenti ed è stato avviato nel luglio 2021. Si concluderà in primavera dopo che sono programmate altre 10 udienze nelle quali parleranno gli avvocati delle 200 parti civili e dei quindici imputati, per sei dei quali è stata chiesta l’assoluzione. I magistrati nel corso di una requisitoria fiume durata due giorni affermano che le prove inducono a ritenere che i manager di Miteni conoscessero dal 2003 i rischi ambientali dell’inquinamento da Pfas, i perfluoroalchilici cosiddetti “inquinanti eterni”, usati dall’industria tessile per impermeabilizzare gli abiti e nelle padelle antiaderenti, ma li nascosero perché temevano le conseguenze. I Pfas sono nocivi, probabilmente cancerogeni, e causano gravi danni all’apparato riproduttivo maschile e femminile, ma non solo. “I vertici di Miteni – accusano i Pm – conoscevano i pericoli degli sversamenti di Pfas nell’ambiente, avrebbero dovuto comunicarlo, ma non lo fecero”.
Ancora allarme Pfas a Spinetta Marengo: nel mirino l’ex Solvay
Torna alle notizie in home