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Disastro volo Air india: nessuna anomalia, motori disattivati

Il Boeing 787 Dreamliner, uno degli aerei di linea più avanzati in uso, non ha finora mostrato anomalie tecniche

di Eleonora Ciaffoloni -


Prosegue l’inchiesta sul disastro del volo Air India diretto a Londra, precipitato tragicamente il 12 giugno scorso, appena cinque minuti dopo il decollo dall’aeroporto internazionale di Ahmedabad, in India. A bordo del Boeing 787 Dreamliner si trovavano 242 persone, tra passeggeri ed equipaggio. La tragedia ha avuto un bilancio drammatico: 270 vittime, di cui 28 a terra.

Un numero superiore rispetto al totale delle persone sull’aereo a causa del fatto che il velivolo si è schiantato contro uno studentato, provocando ulteriori perdite tra i giovani ospiti. Solo una persona è sopravvissuta: un passeggero che, miracolosamente, è riuscito a uscire illeso dai rottami e a camminare lontano dalla scena dell’incidente.

Volo Air India: i primi risultati dell’inchiesta

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i primi risultati dell’inchiesta non indicano problemi strutturali o meccanici noti con il velivolo. Il Boeing 787 Dreamliner, uno degli aerei di linea più avanzati in uso, non ha finora mostrato anomalie tecniche evidenti. Tuttavia, l’attenzione degli investigatori si sta ora concentrando su un possibile malfunzionamento – o un errore umano – legato agli interruttori che regolano il flusso di carburante verso i motori del jet.

Questi interruttori, utilizzati dai piloti per avviare, spegnere o ripristinare i motori in situazioni di emergenza, risultano essere stati disattivati al momento dell’incidente. Non è ancora chiaro se tale azione sia avvenuta in maniera deliberata o accidentale, ma potrebbe rappresentare un elemento chiave per comprendere le cause dello schianto. L’ipotesi che i motori abbiano smesso di ricevere carburante spiegherebbe, infatti, perché pochi istanti prima dell’impatto si sia attivato il generatore di emergenza dell’aereo, noto come RAT (Ram Air Turbine). Questa piccola turbina viene automaticamente estesa all’esterno dell’aereo in caso di perdita totale di potenza, per fornire l’energia minima necessaria al controllo del velivolo.

Il fatto che la RAT sia entrata in funzione indica chiaramente una situazione di emergenza grave a bordo, come una doppia perdita di motore. Le registrazioni della scatola nera e del cockpit voice recorder, attualmente in fase di analisi da parte degli inquirenti, saranno decisive per stabilire con precisione ciò che è accaduto in cabina nei momenti immediatamente precedenti all’incidente.

Fonti investigative hanno confermato che l’inchiesta è in una fase cruciale e si concentra sempre di più sulle azioni e le decisioni dei piloti. Non è ancora possibile escludere né un errore umano né un guasto ai sistemi di bordo. Ulteriori dettagli emergeranno nei prossimi giorni, ma intanto cresce il dibattito pubblico sulla sicurezza aerea e sui protocolli di emergenza in vigore.


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